Radiomarelli Mizar Fono tipo RD59


1937 - 1938

inventario
IGB-10063
autori
RadioMarelli (progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Mobile in legno e radica con due ante apribili sul fronte e un coperchio apribile.
La parete frontale è occupata dai comandi del radioricevitore e dall'altoparlante, sotto al coperchio invece si trova il giradischi.
Il radioricevitore comprende un indicatore di sintonia, una scala di sintonia per onde corte, medie e lunghe con indice alfabetico delle città e cinque manopole per la regolazione di volume, sensibilità, fedeltà/selettività e per la selezione del fonografo.
Sotto a questi comandi si hanno una tela grigia e una griglia in legno e metallo a protezione dell'altoparlante (mancante).
Il giradischi è costituito da un piatto girevole in plastica e un braccio rotante in metallo vincolato nella parte posteriore e appoggiato su una piccola staffa.
Il retro è aperto e sono visibili il circuito supereterodina con stadio RF a 7 valvole, il circuito del giradischi, manca invece l'altoparlante.

Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Nel 1919 nacque la prima stazione radio, con Frank Conrad che fondò a Pittsburg la KDKA. Nello stesso anno in Olanda nasceva la prima emittente europea che trasmetteva concerti di musica classica (e spot pubblicitari), ricevuti anche in Germania e Inghilterra.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939).
Gli apparecchi di questi anni erano spesso accoppiati a giradischi contenuti in mobili in legno anche di fattura pregevole che diventavano parte integrante dell'arredamento dei salotti delle case.
La Magneti Marelli, nel 1929, aprì la sezione Radiomarelli guidata da B.A. Quintavalle per la produzione di radio su modello di quelle che si stavano diffondendo negli Stati Uniti e in collaborazione con la "American Bosch".
Dopo alcuni modelli costruiti in Italia ma con tecniche e componenti importati dalla Bosch, intorno al 1935, la Radiomarelli cominciò a progettare e produrre modelli interamente in Italia, a Milano, e in maniera indipendente dai modelli americani.
Questo modello, all'epoca era venduto a Lire 4.200.
L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. Rimarranno infatti i componenti elettronici principali fino agli anni '50 quando inizieranno ad essere sostituite dai transistor.
definizione
radiofonografo a valvole, a consolle
misure
altezza: 98 cm ca.; larghezza: 58 cm ca.; lunghezza: 43 cm ca.
materiali
legno; metallo; vetro
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Ravalico D. E., La Moderna Supereterodina, Milano, Hoepli, 1943

Soresini F., Breve Storia della Radio, Milano, Il Rostro, 1976

Tarabella E., Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti", Massarosa (LU), Il Testimone, 1993

Catalogo Antique, Per chi acquista e per chi vende/ N-Z, in Catalogo Antique Radio, a cura di Antique Radio Magazine, Mosè Edizioni, 2006, II
tipologia
radiofonografo
scheda ICCD
PST