Radiofonografo Brionvega RR 128- FO
1967 - 1970
inventario
IGB-9710
autori
Brionvega S.a.S.
(progettista/ costruttore)
; PE (Perpetuum Ebner)
(progettista/ costruttore giradischi)
; Dual
(costruttore riduttore 45 giri)
collocazione
deposito
descrizione
Radiofonografo soprammobile a sviluppo orizzontale, con mobile in legno laminato.
La parete frontale è in metallo ed è occupata dalla griglia forata che protegge l'altoparlante magnetodinamico ellittico, dalle scale di sintonia e dai comandi d'uso del radioricevitore. Nella parte superiore, protetto da un coperchio in plastica fumè, si ha il giradischi.
Le due scale di sintonia sono circolari, una per onde FM (88-104MHz) e l'altra per onde medie AM (52-160 x10kHz), e ciascuna ha al centro la manopola per la ricerca della sintonia. Si hanno inoltre quattro tasti per la commutazione di gamma (CAF, MF, MA, FONO), due selettori per l'accensione/regolazione del volume e per la regolazione dei toni.
Il giradischi ha piano in metallo, con piatto in gomma e braccio in metallo con testina rivelatrice piezoelettrica. In posizione di riposo il braccio è fissato al centro del piatto. Si ha inoltre un selettore per la velocità di rotazione del disco (0, 33, 45, 78 giri). E' presente il riduttore in plastica per l'inserimento dei dischi 45 giri.
Sul retro si hanno un'antenna a stilo per onde AM incorporata e fissa, una presa per antenna FM, alcune prese supplementari per sintonizzatore di filodiffusione, per registratore a nastro (magnetofono), per altoparlanti supplementari (impedenza 15 Ohm). Si hanno inoltre un variatore di tensione e il cavo di collegamento alla rete elettrica.
All'interno si trovano un circuito a 10 transistor e 5 diodi a cristallo e un raddrizzatore a ponte e l'altoparlante ellittico, oltre al motorino del giradischi.
Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Nel 1919 nacque la prima stazione radio, con Frank Conrad che fondò a Pittsburg la KDKA. Nello stesso anno in Olanda nasceva la prima emittente europea che trasmetteva concerti di musica classica (e spot pubblicitari), ricevuti anche in Germania e Inghilterra.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939). Gli apparecchi di questi anni erano spesso accoppiati a giradischi contenuti in mobili in legno anche di fattura pregevole che diventavano parte integrante dell'arredamento dei salotti delle case.
L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. Rimarranno infatti i componenti elettronici principali fino agli anni '50 quando inizieranno ad essere sostituite dai transistor.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie.
Negli anni '60 il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità.
Nel corso di tutta la sua storia la Brionvega ha rivolto l'attenzione all'aspetto estetico ed innovativo dei suoi prodotti cercando di unire innovazione tecnologica e design.
Questo radiofonografo è un esempio del passaggio dai modelli in legno artigianali a quelli di design e di produzione industriale. Prezzo di listino ANIE del 1967-68: Lire 68.000.
La parete frontale è in metallo ed è occupata dalla griglia forata che protegge l'altoparlante magnetodinamico ellittico, dalle scale di sintonia e dai comandi d'uso del radioricevitore. Nella parte superiore, protetto da un coperchio in plastica fumè, si ha il giradischi.
Le due scale di sintonia sono circolari, una per onde FM (88-104MHz) e l'altra per onde medie AM (52-160 x10kHz), e ciascuna ha al centro la manopola per la ricerca della sintonia. Si hanno inoltre quattro tasti per la commutazione di gamma (CAF, MF, MA, FONO), due selettori per l'accensione/regolazione del volume e per la regolazione dei toni.
Il giradischi ha piano in metallo, con piatto in gomma e braccio in metallo con testina rivelatrice piezoelettrica. In posizione di riposo il braccio è fissato al centro del piatto. Si ha inoltre un selettore per la velocità di rotazione del disco (0, 33, 45, 78 giri). E' presente il riduttore in plastica per l'inserimento dei dischi 45 giri.
Sul retro si hanno un'antenna a stilo per onde AM incorporata e fissa, una presa per antenna FM, alcune prese supplementari per sintonizzatore di filodiffusione, per registratore a nastro (magnetofono), per altoparlanti supplementari (impedenza 15 Ohm). Si hanno inoltre un variatore di tensione e il cavo di collegamento alla rete elettrica.
All'interno si trovano un circuito a 10 transistor e 5 diodi a cristallo e un raddrizzatore a ponte e l'altoparlante ellittico, oltre al motorino del giradischi.
Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Nel 1919 nacque la prima stazione radio, con Frank Conrad che fondò a Pittsburg la KDKA. Nello stesso anno in Olanda nasceva la prima emittente europea che trasmetteva concerti di musica classica (e spot pubblicitari), ricevuti anche in Germania e Inghilterra.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939). Gli apparecchi di questi anni erano spesso accoppiati a giradischi contenuti in mobili in legno anche di fattura pregevole che diventavano parte integrante dell'arredamento dei salotti delle case.
L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. Rimarranno infatti i componenti elettronici principali fino agli anni '50 quando inizieranno ad essere sostituite dai transistor.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie.
Negli anni '60 il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità.
Nel corso di tutta la sua storia la Brionvega ha rivolto l'attenzione all'aspetto estetico ed innovativo dei suoi prodotti cercando di unire innovazione tecnologica e design.
Questo radiofonografo è un esempio del passaggio dai modelli in legno artigianali a quelli di design e di produzione industriale. Prezzo di listino ANIE del 1967-68: Lire 68.000.
definizione
radiofonografo a transistor, soprammobile
misure
altezza: 16 cm ca.; larghezza: 45,5 cm ca.; lunghezza: 22 cm ca.; peso: 6 kg ca.
materiali
legno; materiale plastico; metallo
acquisizione
Società Aros (2006)
iscrizioni
rr128 BRIONVeGa
MADE IN ITALY MODELLO DEPOSITATO (commerciale/ documentaria)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Ravalico D. E., La Moderna Supereterodina, Milano, Hoepli, 1943
Soresini F., Breve Storia della Radio, Milano, Il Rostro, 1976
Tarabella E., Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti", Massarosa (LU), Il Testimone, 1993
Catalogo Radio, Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1967-1968 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE), Milano, ANIE, 1967
Soresini F., Breve Storia della Radio, Milano, Il Rostro, 1976
Tarabella E., Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti", Massarosa (LU), Il Testimone, 1993
Catalogo Radio, Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1967-1968 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE), Milano, ANIE, 1967
tipologia
radiofonografo
scheda ICCD
PST