Radiomarelli RD 320
1965 ca. - 1972 ca.
inventario
D-1262
autori
RadioMarelli
(costruttore/ produttore/ progettista)
collocazione
deposito
descrizione
Apparecchio di forma rettangolare con involucro in plastica verde/grigia e maniglia in metallo e plastica nera. Sulla parete frontale troviamo l'altoparlante magnetodinamico coperto completamente da una griglia metallica argentata e traforata e la scala di sintonia con le indicazioni numeriche per la modulazione di frequenza FM (104-88MHz) e per le onde medie OM (1,6-0,55MHz).
Nella parte superiore si hanno una manopola per la regolazione della sintonia, una per i toni e una per il volume un commutatore di gamma a tastiera (CAF, MF, OM) e un'antenna a stilo estraibile.
Sul lato sinistro si ha una presa che permette l'inserzione di un auricolare o di un altoparlante esterno oppure di un registratore a nastro per la registrazione del programma ricevuto dal radioricevitore, sul lato destro una presa per l'antenna FM a 75 Ohm.
Sul retro si ha il vano per 6 batterie "C" (mezza torcia).
All'interno si ha, oltre all'altoparlante, il circuito supereterodina a 10 transistor e 8 diodi a cristallo.
Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939).
Nel 1947, un gruppo di ricerca dei Bell Laboratories (Stati Uniti) costituito da W. Shockley, J. Bardeen e W. Brattain, inventò il transistor: un componente attivo allo stato solido che poteva sostituire i tubi elettronici ingombranti e dispendiosi. A metà anni '50 nascono le nuove radio a transistor: più piccole e leggere, ben presto con prestazioni più elevate.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie. Diventava quindi necessaria una riorganizzazione della produzione, sia internamente alle aziende, sia attraverso le rete dei terzisti, per garantire una vera serialità e omogeneità dei prodotti, e per rispondere alla crescente esigenza di una produzione veloce. L'avvento del transistor amplificò ulteriormente queste esigenze dando la possibilità di ottenere apparecchi tascabili con componenti miniaturizzati. I transistor e gli altri componenti elettronici erano montati e saldati sulla piastrina di un circuito stampato in maniera automatizzata e custodia in plastica stampata a caldo.
In questi anni il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità.
Prezzo di listino ANIE del 1967 di questa radio: Lire 37.500.
Nella parte superiore si hanno una manopola per la regolazione della sintonia, una per i toni e una per il volume un commutatore di gamma a tastiera (CAF, MF, OM) e un'antenna a stilo estraibile.
Sul lato sinistro si ha una presa che permette l'inserzione di un auricolare o di un altoparlante esterno oppure di un registratore a nastro per la registrazione del programma ricevuto dal radioricevitore, sul lato destro una presa per l'antenna FM a 75 Ohm.
Sul retro si ha il vano per 6 batterie "C" (mezza torcia).
All'interno si ha, oltre all'altoparlante, il circuito supereterodina a 10 transistor e 8 diodi a cristallo.
Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939).
Nel 1947, un gruppo di ricerca dei Bell Laboratories (Stati Uniti) costituito da W. Shockley, J. Bardeen e W. Brattain, inventò il transistor: un componente attivo allo stato solido che poteva sostituire i tubi elettronici ingombranti e dispendiosi. A metà anni '50 nascono le nuove radio a transistor: più piccole e leggere, ben presto con prestazioni più elevate.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie. Diventava quindi necessaria una riorganizzazione della produzione, sia internamente alle aziende, sia attraverso le rete dei terzisti, per garantire una vera serialità e omogeneità dei prodotti, e per rispondere alla crescente esigenza di una produzione veloce. L'avvento del transistor amplificò ulteriormente queste esigenze dando la possibilità di ottenere apparecchi tascabili con componenti miniaturizzati. I transistor e gli altri componenti elettronici erano montati e saldati sulla piastrina di un circuito stampato in maniera automatizzata e custodia in plastica stampata a caldo.
In questi anni il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità.
Prezzo di listino ANIE del 1967 di questa radio: Lire 37.500.
definizione
radioricevitore a transistor, portatile
misure
altezza: 16 cm ca.; larghezza: 25 cm ca.; lunghezza: 6,5 cm ca.; peso: 1,750 kg ca.
materiali
plastica; metallo
acquisizione
Pria, Carlo (2009)
iscrizioni
ALL TRANSISTOR (commerciale/ documentaria)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Catalogo Radio, Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1967-1968 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE), Milano, ANIE, 1967
Ravalico D. E., L'apparecchio radio a transistor : a circuiti integrati, FM stereofonico, amplificazione e riproduzione BF, Milano, Hoepli, 1986
Mureddu L., Radio a Transistor! : Classificazione, tecnica, restauro dei ricevitori d'epoca a transistor, con esperimenti, PetitesOndes, 2007
Radiomuseum, RD320, in Radiomuseum, Radiomuseum.org, 2009
Ravalico D. E., L'apparecchio radio a transistor : a circuiti integrati, FM stereofonico, amplificazione e riproduzione BF, Milano, Hoepli, 1986
Mureddu L., Radio a Transistor! : Classificazione, tecnica, restauro dei ricevitori d'epoca a transistor, con esperimenti, PetitesOndes, 2007
Radiomuseum, RD320, in Radiomuseum, Radiomuseum.org, 2009
tipologia
radioricevitore
scheda ICCD
PST