Magnadyne Radio Modello Radiobalilla


1936 - 1938

inventario
D-1150
autori
Magnadyne Radio (costruttore/ produttore/ progettista)
collocazione
M2/ Marconi e la Radio
descrizione
Apparecchio costituito da un mobile impiallacciato in legno di noce lucidato a spirito leggermente arrotondato negli angoli superiori, mentre i fregi applicati sono in ottone nichelato.
La parte superiore dell'apparecchio è occupata dall'altoparlante applicato alla parete frontale. L'altoparlante è protetto da un fregio metallico riportante la scritta "RADIO BALLILA" con le due parole separate da un fascio littorio. Tra fregio e altoparlante è inserito un tessuto rosso scuro.
Nella restante parte dell'apparecchio è inserito un circuito reflex a tre valvole.
Nella parte bassa del lato frontale, sottolineati da due caratteristiche mascherine metalliche, si trovano i comandi per l'accensione e la regolazione del volume e la sintonia (dove sono indicate le frequenze e i nomi delle città europee corrispondenti). La mascherina della manopola dell'accensione riporta il nome dell'azienda costruttrice.
Sul retro e' presente un fondello in cartone marrone pressato e traforato a nido d'ape, inserito dal basso verso l'alto.

La Radio Balilla era un ricevitore popolare prodotto solo nel 1937-38 da diverse case costruttrici italiane come Allocchio Bacchini, CGE, RadioMarelli, Telefunken, ecc. secondo caratteristiche tecniche (circuito a 3 valvole) ed estetiche stabilite e standardizzate a cura dell'Ente Radio Rurale, voluto dal regime fascista e promosso dal Ministero della Comunicazione.
Faceva parte del progetto di diffusione della radio iniziato dal regime fascista nel 1933 con la Radio Rurale ma era realizzato con materiali non molto pregiati e venduto ad un prezzo imposto di Lire 430. L'intento era la massima diffusione della radio per utilizzarla come strumento di propaganda politica (si ricordi l'obiettivo del Duce di "dare due milioni da radio agli italiani").
Questa radio non ebbe però la diffusione auspicata sia a causa dei costi elevati dell'abbonamento EIAR sia perché non avendo i rivenditori un grosso guadagno, non ne promuovevano le vendite. Inoltre, a causa dello scarso margine di guadagno dei costruttori, ne venivano prodotti pochi esemplari alla volta. Per questo successive produzioni avevano spesso caratteristiche leggermente diverse a seconda dei componenti disponibili al momento.
Questa radio necessitava di una buona antenna per la ricezione e permetteva di ricevere in maniera soddisfacente i segnali dalle emittenti locali. Spesso era comunque possibile ricevere segnali dalle emittenti estere, durante le ore serali o notturne.
Questa tipologia di radio venne prodotta per poco tempo, sostituita a partire dal 1939 dalla Radio Roma, altro tentativo di realizzazione di radio popolare, sempre a tre valvole ma con prestazioni superiori.
definizione
radioricevitore a valvole, da tavolo
misure
altezza: 34 cm ca.; larghezza: 32,3 cm ca.; lunghezza: 21 cm ca.; peso: 6,5 kg ca.
materiali
legno di noce (impiallacciatura); metallo; ottone nichelato; tessuto di tela
acquisizione
Pria, Carlo (2008)
iscrizioni
RA/ DIO/ BA/ LIL/ LA (commerciale/ documentaria)
RADIO/ SAVIO/ L'ELETTRICISTA/ DI FIDUCIA/ - TORINO -/ PIAZZA RIVOLI, 6/ TEL. 73-710 (commerciale/ documentaria)
0139 (documentaria)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Soresini F./ Chiantera A., Radio d'epoca, Milano, Arnaldo Mondadori Editore S.p.A., 2001

Catalogo Antique, Per chi acquista e per chi vende/ A-M, in Catalogo Antique Radio, a cura di Antique Radio Magazine, Mosè Edizioni, 2006, I

Tarabella E., Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti", Massarosa (LU), Il Testimone, 1993
tipologia
radioricevitore
scheda ICCD
PST