proiettore cinematografico a manovella, per pellicole 35mm


1920 - 1930

inventario
IGB-7974
autori
Ernemann-Krupp (progettista/ costruttore proiettore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparecchio cinematografico è costituito da una parte di proiezione e un apparato illuminante.
La lampada di illuminazione è costituita da una lanterna in lamiera con camino con illuminazione ad arco voltaico ed alimentazione elettrica. Manca lo specchio parabolico mentre sono presenti gli elettrodi.
E' mancante anche la lente condensatrice. Porta elettrodi e porta lente condensatrice sono inseriti su guide scorrevoli mediante meccanismo di vite senza fine regolato con manopole situate posteriormente.
Nella parte anteriore è inserito in orizzontale un tubo a forma di tronco di cono chiuso da un tappo removibile.
Le due parete laterali della lampada sono apribili e forate per permettere l'areazione della lanterna.
Davanti al tubo della lanterna è inserito il dispositivo meccanico di proiezione costituito da un telaio in ferro al quale sono fissate le due bobine porta pellicola da 35mm. Quella superiore per la pellicola da proiettare, quella inferiore, posta sotto al piano del cavalletto, per avvolgere la pellicola già proiettata.
La pellicola avanza grazie a due cilindri con dentini sporgenti posti sui lati che la trascinano e scorre in una maschera posta davanti alla lampada nel punto di passaggio del fascio luminoso.
Davanti alla maschera è fissato un porta obiettivo cilindrico in metallo con messa a fuoco a cremagliera mediante dispositivo di vite senza fine e un otturatore a farfalla.
Il dispositivo di avanzamento della pellicola (attualmente non sono presenti nè una manovella nè un motore elettrico) comprende gli ingranaggi e sistemi di trasmissione del moto per la seconda bobina.

Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. Queste pellicole si sotituirono ovviamente anche nell'ambito professionale.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
La massima diffusione delle ultime cineprese a pellicola si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili . Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
definizione
proiettore cinematografico a manovella, per pellicole 35mm
misure
altezza: 161 cm; larghezza: 36,5 cm; lunghezza: 120 cm
materiali
ferro; legno; ottone
acquisizione
Tessaro, Don Luigi (1968/02/09)
iscrizioni
900159 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 7974 MILANO (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Liesegang F. P., Il cinematografo : Manuale di cinematografia, Torino, Fratelli Bocca Editori, 1909

Mariani V., Guida Pratica della Cinematografia, Milano, Urlico Hoepli, 1923
tipologia
proiettore cinematografico
scheda ICCD
PST