Madonna con Bambino, San Bernardino da Siena, Sant'Antonio Abate, due devoti e il loro figlio
1475 - 1499
inventario
D-225
autori
Pittore Lombardo
(esecutore)
collocazione
deposito
descrizione
Affresco strappato raffigurante la Madonna con Bambino, San Bernardino da Siena, Sant'Antonio Abate, due devoti e il loro figlio, proveniente dalla chiesetta di Santa Maria Rossa a Garbagnate Milanese. In deposito dalla Pinacoteca di Brera.
L'affresco proviene dalla sagrestia della chiesetta di Santa Maria Rossa a Garbagnate Milanese. Nel 1914 il parroco decise di demolire l'edificio per costruirne uno più grande adatto alle esigenze di culto. Prima della distruzione, l'opera venne staccata e trasportata su tela da Francesco Annoni e il sovrintendente di Brera Ettore Modigliani riuscì a far valere i diritti di prelazione dello Stato, sottraendo l'opera all'acquisizione da parte del Museo di Gallarate e finanziando le operazioni di stacco.
L'opera si presenta come una grande composizione devozionale. I due committenti, raffigurati in ginocchio insieme al figlio, non sono stati identificati con certezza. Vengono presentati da San Bernardino da Siena e Sant'Antonio Abate. L'opera, di un anonimo artista di età sforzesca, è in bilico tra le novità rinascimentali e stilemi tardo gotici. Interessanti i dettagli di abiti e acconciature, come la calzamaglia bianca e morella del donatore, in uso presso la corte sforzesca, o gli zoccoli di San Bernardino.
Una nota pubblicata nel "Bollettino d'Arte[...]" del 1915 propone di identificare i due devoti con la figlia del Carmagnola, Antonia, e con il di lei marito, Gualtiero Castiglioni. Il Salmi (1929-1930) invece cerca di identificare i tre donatori con Galeazzo Maria Sforza, sua moglie Bona di Savoia e il piccolo Gian Galeazzo.
Anche la datazione è stata discussa, sulla base di considerazioni stilistiche e iconografiche, con un'oscillazione tra la metà del XV secolo (nota del "Bollettino d'Arte", 1915) e il decennio1470-1480 (Salmi, 1929-30), per poi spostarsi verso gli ultimi decenni (come nel caso di Mazzini, che propone una datazione verso il 1485-1490).
L'artista, non ancora identificato con un nome, deve essere stato attivo nell'ultimo ventennio del XVI secolo, ma ancora legato alla tradizione gotico-veronese (nello sfondo) e ai modi del Bembo (nella Madonna) e di Michelino da Besozzo (nel Sant'Antonio).
L'affresco proviene dalla sagrestia della chiesetta di Santa Maria Rossa a Garbagnate Milanese. Nel 1914 il parroco decise di demolire l'edificio per costruirne uno più grande adatto alle esigenze di culto. Prima della distruzione, l'opera venne staccata e trasportata su tela da Francesco Annoni e il sovrintendente di Brera Ettore Modigliani riuscì a far valere i diritti di prelazione dello Stato, sottraendo l'opera all'acquisizione da parte del Museo di Gallarate e finanziando le operazioni di stacco.
L'opera si presenta come una grande composizione devozionale. I due committenti, raffigurati in ginocchio insieme al figlio, non sono stati identificati con certezza. Vengono presentati da San Bernardino da Siena e Sant'Antonio Abate. L'opera, di un anonimo artista di età sforzesca, è in bilico tra le novità rinascimentali e stilemi tardo gotici. Interessanti i dettagli di abiti e acconciature, come la calzamaglia bianca e morella del donatore, in uso presso la corte sforzesca, o gli zoccoli di San Bernardino.
Una nota pubblicata nel "Bollettino d'Arte[...]" del 1915 propone di identificare i due devoti con la figlia del Carmagnola, Antonia, e con il di lei marito, Gualtiero Castiglioni. Il Salmi (1929-1930) invece cerca di identificare i tre donatori con Galeazzo Maria Sforza, sua moglie Bona di Savoia e il piccolo Gian Galeazzo.
Anche la datazione è stata discussa, sulla base di considerazioni stilistiche e iconografiche, con un'oscillazione tra la metà del XV secolo (nota del "Bollettino d'Arte", 1915) e il decennio1470-1480 (Salmi, 1929-30), per poi spostarsi verso gli ultimi decenni (come nel caso di Mazzini, che propone una datazione verso il 1485-1490).
L'artista, non ancora identificato con un nome, deve essere stato attivo nell'ultimo ventennio del XVI secolo, ma ancora legato alla tradizione gotico-veronese (nello sfondo) e ai modi del Bembo (nella Madonna) e di Michelino da Besozzo (nel Sant'Antonio).
definizione
dipinto
misure
altezza: 212 cm; lunghezza: 295 cm
materiali
affresco (strappato); tela; tela
acquisizione
Pinacoteca di Brera (1952)
mostre
Brera nascosta : Arte lombarda dal XIV al XVII secolo
Milano, Palazzo Reale, 16 novembre 1991 - 19 gennaio 1992
settore
Collezioni d'arte
bibliografia
Cronaca Belle, Cronaca delle Belle Arti, Notizie monumenti Milano affresco quattrocentesco, Milano, 1915
Mazzini F., Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano, Cariplo, 1965
Pinacoteca Brera, Pinacoteca di Brera : Scuole lombarda, ligure e piemontese 1300-1535, Milano, Electa, 1988
Autelli F., Pitture murali a Brera : La rimozione: notizie storiche e fortuna critica. Catalogo ragionato, Bergamo, Bolis, 1989
Brera nascosta, Brera nascosta : Arte lombarda dal XIV al XVII secolo, Milano, Electa, 1992
Salmi M., Dedalo, Bernardino Butinone, 1929/30
Mazzini F., Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano, Cariplo, 1965
Pinacoteca Brera, Pinacoteca di Brera : Scuole lombarda, ligure e piemontese 1300-1535, Milano, Electa, 1988
Autelli F., Pitture murali a Brera : La rimozione: notizie storiche e fortuna critica. Catalogo ragionato, Bergamo, Bolis, 1989
Brera nascosta, Brera nascosta : Arte lombarda dal XIV al XVII secolo, Milano, Electa, 1992
Salmi M., Dedalo, Bernardino Butinone, 1929/30
tipologia
dipinto
scheda ICCD
OA
Codifica Iconclass
11 F 61 (+5); 11 H (BERNARDINO) : 11 H (ANTONIO ABATE)