Radio Brionvega 514


1955 - 1958

inventario
IGB-14969
autori
Brionvega S.a.S. (progettista/ costruttore)
collocazione
M0/ Reti, Industrie e Consumi
descrizione
Radio a valvole da tavolo, con scocca in plastica verde. La parete frontale è quasi interamente occupata da un griglia a protezione dell'altoparlante sulla quale è inserito un indicatore di sintonia circolare sul quale è montata una rotella per la regolazione della sintonia stessa. Sulla scala numerica si hanno le indicazioni per onde medie da 5,5 a 15 e da 200 a 550.
Nella parte superiore si trova una rotella parzialmente inserita nel radioricevitore per la regolazione del volume.
Dal retro fuoriesce il cavo per il collegamento alla rete elettrica. Sul retro si ha un variatore di tensione (120-150-220V).
All'interno si hanno un circuito supereterodina a quattro valvole e un raddrizzatore a secco e un altoparlante magnetodinamico.

Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest.
L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza.
Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939).
L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. Rimarranno infatti i componenti elettronici principali fino agli anni '50 quando inizieranno ad essere sostituite dai transistor.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie.
Negli anni '60 il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità.
Nel corso di tutta la sua storia la Brionvega ha rivolto l'attenzione all'aspetto estetico ed innovativo dei suoi prodotti cercando di unire innovazione tecnologica e design.
Questo radioricevitore, ancora a marchio Radiovega Televison, nome della Brionvega dalle fine degli anni '50 al 1963, è uno dei primi esempi di questo percorso che culminerà con prodotti come il cubo o il radiofonografo RR126. Questa modello di radio era venduta all'epoca a Lire 15.750 ed era disponibile in diversi colori.
definizione
radioricevitore a valvole, da tavolo
misure
altezza: 12 cm ca.; larghezza: 19,5 cm ca.; lunghezza: 9,5 cm ca.
materiali
materiale plastico; metallo
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Catalogo Antique, Per chi acquista e per chi vende/ A-M, in Catalogo Antique Radio, a cura di Antique Radio Magazine, Mosè Edizioni, 2006, I

Ravalico D. E., La Moderna Supereterodina, Milano, Hoepli, 1943

Soresini F., Breve Storia della Radio, Milano, Il Rostro, 1976

Tarabella E., Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti", Massarosa (LU), Il Testimone, 1993
tipologia
radioricevitore
scheda ICCD
PST