Giuramento di Pontida


1851

inventario
IGB-8469
identificazione
del soggetto
Giuramento di Pontida
autori
Mazza, Giuseppe (esecutore)
collocazione
deposito
descrizione
Dipinto a olio di grandi dimensioni di Giuseppe Mazza, raffigurante il giuramento di Pontida: all'interno di un convento un gruppo di uomini in abiti medievali presta giuramento davanti al vescovo, in piedi sulla destra.

Il dipinto è giunto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica con il lascito del 1976 di Paolina Farnesi, vedova di Aldo Mazza, di cui eseguiva la volontà di lasciare al museo un nucleo di opere proprie e del nonno Giuseppe Mazza, oltre che di altri artisti dell'ottocento lombardo. Già nel 1972 viene concesso dalla vedova in deposito al museo un nucleo di undici opere, tra cui il Giuramento di Pontida di Giuseppe Mazza.
Il grande quadro venne completato da Mazza nel 1851 per Giuseppe Arconati Visconti, marchese milanese di ideali risorgimentali al cui servizio il padre Carlo, che fu evidentemente il tramite della commissione, aveva lavorato come ragioniere. Per l'Arconati Mazza aveva dipinto anche il grande dipinto storico I Milanesi, aiutati dai cavalieri della Lega Lombarda, ritornano nella loro città distrutta da Federico Barbarossa, esposto a Brera nel 1846. Benchè il dipinto sia disperso, vista l'identità del committente e la vicinanza del soggetto e delle date di esecuzione, è possibile ipotizzare che le due opere dovessero creare un pendant, evidentemente allusivo, come tanta parte della pittura di storia romantica degli anni quaranta, alle sorti dell'Italia.
Terminato dopo le Cinque Giornate di Milano del marzo 1848, a cui Mazza stesso prese parte con il fratello Salvatore, il dipinto fu esposto nel 1851 alla società Promotrice di Belle Arti di Torino, dove l'Arconati, filopiemontese, si era trasferito alla fine del 1849.
Ispirata ai versi del poemetto di Giovanni Berchet del 1829 dedicati all'episodio storico del 1167, quando i Comuni della Lombardia si allearono contro l'imperatore Federico Barbarossa, letto negli anni risorgimentali come invito all'unificazione nazionale, l'opera può essere considerata il capolavoro di Giuseppe Mazza, per impegno e complessità dei risultati e infatti in una nota manoscritta relativa ai prezzi di vendita è quella con il valore in assoluto più alto, seguita dal Ritorno dei Milanesi (Opere di Giuseppe... 1942, p. 21).
Il grande dipinto mostra la formazione braidense di Mazza, ma soprattutto l'influenza di Hayez, evidente nella complessa composizione, nell'attenzione alla resa dei dettagli, nelle fisionomie, nella gestualità solenne e nella cromia brillante e sontuosa, recuperata dal restauro eseguito da Giovanni Rossi nel 2011.
definizione
dipinto
misure
altezza: 170 cm; larghezza: 230 cm; altezza: 186 cm (cornice); larghezza: 246 cm (cornice)
materiali
tela (pittura a olio)
acquisizione
Farnesi Mazza, Paolina (1976/12/15)
iscrizioni
"G. Mazza/ 1851" (firma)
mostre
Il giuramento per l'Italia. Da Manzoni a Mazzini
Genova, Istituto Mazziniano, Museo del Risorgimento, 23 giugno - 15 ottobre 2011

Opere di Giuseppe Mazza e Salvatore Mazza
Milano, Villa Reale, giugno 1942

Mostra della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino
Torino, 1851
settore
Collezioni d'arte
bibliografia
Busca G., I disegni umoristici di Aldo Mazza al Museo di Milano, s.l., s.n., 2010

Sgarbozza I., Giuseppe Mazza, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani, 2008, XLV

I Mazza 1817-1964. Arte, poesia, costume, storia di una famiglia, Gavirate, s.n., 2000

De Grada R. / Fiordimela C., Ottocento Novecento. Le collezioni d'arte del Museo della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano, Garbagnate Milanese, Anthelios, 2000

Nicodemi G., Manifestazioni d'arte alla Villa Reale. La mostra di Giuseppe e Salvatore Mazza, in "Milano", Milano, 1943, febbraio, LX, 63-66

Opere di Giuseppe Mazza e Salvatore Mazza esposte nella Galleria d'arte moderna, Milano, Gilardoni-Chiesa-Gallazzi, 1942
tipologia
dipinto
scheda ICCD
OA
Codifica Iconclass
61 A (1176)