proiettore cinematografico a lanterna, per pellicole 35mm
1910 - 1930
inventario
IGB-8434
autori
Officine Pio Pion
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparecchio cinematografico è costituito da una parte di proiezione e un apparato illuminante entrambi posizionati su un cavalletto in metallo con altezza regolabile sia davanti che dietro mediante viti senza fine azionate da due ruote.
La lampada di illuminazione è costituita da una lanterna in lamiera con camino con illuminazione ad arco voltaico (con elettrodi e specchio parabolico) ed alimentazione elettrica.
Nella parte anteriore dovrebbe essere inserita una lente condensatrice attualmente mancante. Porta elettrodi e porta lente condensatrice sono inseriti su guide scorrevoli mediante meccanismo di vite senza fine regolato con manopole situate posteriormente.
Nella parte anteriore è inserito in orizzontale un tubo a forma di tronco di cono chiuso da un tappo removibile.
Le due parete laterali della lampada sono apribili e forate per permettere l'areazione della lanterna. Sulla parete di destra è presente una finestrella con vetro rosso e su quella di sinistra con vetro trasparente.
Davanti al tubo della lanterna è inserito il dispositivo meccanico di proiezione costituito da un telaio in ferro al quale sono fissate le due bobine porta pellicola da 35mm, in metallo. Quella superiore per la pellicola da proiettare, quella inferiore, posta sotto al piano del cavalletto, per avvolgere la pellicola già proiettata.
Il dispositivo di avanzamento della pellicola è costituito da una manovella collegata mediante ingranaggi e sistemi di trasmissione del moto (catena) a cilindri con dentini sporgenti posti sui lati che la trascinano. La pellicola scorre in una maschera posta davanti alla lampada nel punto di passaggio del fascio luminoso. Davanti alla maschera è fissato un porta obiettivo cilindrico in metallo con messa a fuoco a cremagliera mediante dispositivo di vite senza fine e un otturatore a pale collegato al sistema di trasmissione del moto. Anche la bobina inferiore è collegata al sistema di trasmissione. In una scatoletta in legno appesa all'otturatore con del fil di ferro è custodito l'obiettivo con focale f55) da inserire nell'apposito porta obiettivo.
Al cavalletto sono appese, mediante una corda, altre tre bobine (in totale cinque bobine con quelle montate).
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
La prima proiezione in Italia fu il 12 marzo 1896 a Roma a cui seguirono Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino, Firenze nel giro di pochi mesi. Inizialmente vennero installati schermi permanenti per le proiezioni nei Café-chantants, poi, a partire dal 1904, nacquero le prime sale cinematografiche vere e proprie. Pionieri del cinema italiano furono Alberini, Pasquarelli, Pacchioni che dettero slancio all'industria cinematografica italiana che si sviluppò tra il 1905 e il 1910 con nomi quali Ambrosio, Alberini & Santoni (poi Cines), Comerio e Luggo.
Mentre negli Stati Uniti nascevano i primi Movie Palace in Italia le sale dei palazzi aristocratici originariamente dedicate al teatro oppure le scuderie venivano trasformate in sale cinematografiche.
Seguì un grosso boom di sale cinematografiche costruite ad hoc da grandi architetti del tempo. A partire dal 1925 ogni città disponeva di una sala cinematografica. Nel 1929 si ebbe ovunque l'installazione del sonoro.
Parallelamente all'industria cinematografica nacquero le industrie di proiettori: tra i pionieri ricordiamo Pio Pion e Fedi. Altri nomi illustri sono Cinemeccanica, nata nel 1920 dalle Officine Bossi e ancora oggi leader mondiale nel settore dei proiettori, Prevost famosa per il primo tavolo di montaggio orizzontale. Anche altri settori si svilupparono velocemente: per la produzione di cavalletti, carrelli, gru con la Cartoni e la Elemac, per i sistemi per il doppiaggio e la registrazione con la Gervasi Elettronica, per gli strumenti di illuminazione con Mario De Sisti. Con la diffusione del sonoro nacque anche l'industria del doppiaggio di film stranieri.
Venne poi introdotto il colore con il sistema Technicolor americano e l'Agfacolor tedesco. Fu la Ferraia a produrre in Italia le prime pellicole a colori monopack, largamente utilizzate.
Nel 1937 nacquero i famosi studi e laboratori di Cinecittà a Roma.
Nel 1945 nacquero anche le prime associazioni di settore: Agis. Anec, Anica.
Numerose sono le leggi che regolano la produzione cinematografica, la distribuzione, la gestione delle sale cinematografiche.
Agli inizi degli anni '70 alcune sale cinematografiche ad uno schermo iniziarono ad essere ristrutturate per creare un secondo schermo, fino ad arrivare ai primi multiplex con l'Odeon di Milano nel 1986 (8 schermi). Oggi nascono molti cinema multiplex soprattutto nelle periferie delle città, corredati di negozi, bar e altre attività.
Un altro aspetto da considerare nel modificarsi del cinematografo è il passaggio dalle pellicole in nitrato, altamente infiammabile, a quelle in acetato. Successivamente si passò ad altri materiali plastici fino all'avvento del digitale che, oggi, sta modificando il sistema di proiezione e le produzioni cinematografiche.
La lampada di illuminazione è costituita da una lanterna in lamiera con camino con illuminazione ad arco voltaico (con elettrodi e specchio parabolico) ed alimentazione elettrica.
Nella parte anteriore dovrebbe essere inserita una lente condensatrice attualmente mancante. Porta elettrodi e porta lente condensatrice sono inseriti su guide scorrevoli mediante meccanismo di vite senza fine regolato con manopole situate posteriormente.
Nella parte anteriore è inserito in orizzontale un tubo a forma di tronco di cono chiuso da un tappo removibile.
Le due parete laterali della lampada sono apribili e forate per permettere l'areazione della lanterna. Sulla parete di destra è presente una finestrella con vetro rosso e su quella di sinistra con vetro trasparente.
Davanti al tubo della lanterna è inserito il dispositivo meccanico di proiezione costituito da un telaio in ferro al quale sono fissate le due bobine porta pellicola da 35mm, in metallo. Quella superiore per la pellicola da proiettare, quella inferiore, posta sotto al piano del cavalletto, per avvolgere la pellicola già proiettata.
Il dispositivo di avanzamento della pellicola è costituito da una manovella collegata mediante ingranaggi e sistemi di trasmissione del moto (catena) a cilindri con dentini sporgenti posti sui lati che la trascinano. La pellicola scorre in una maschera posta davanti alla lampada nel punto di passaggio del fascio luminoso. Davanti alla maschera è fissato un porta obiettivo cilindrico in metallo con messa a fuoco a cremagliera mediante dispositivo di vite senza fine e un otturatore a pale collegato al sistema di trasmissione del moto. Anche la bobina inferiore è collegata al sistema di trasmissione. In una scatoletta in legno appesa all'otturatore con del fil di ferro è custodito l'obiettivo con focale f55) da inserire nell'apposito porta obiettivo.
Al cavalletto sono appese, mediante una corda, altre tre bobine (in totale cinque bobine con quelle montate).
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
La prima proiezione in Italia fu il 12 marzo 1896 a Roma a cui seguirono Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino, Firenze nel giro di pochi mesi. Inizialmente vennero installati schermi permanenti per le proiezioni nei Café-chantants, poi, a partire dal 1904, nacquero le prime sale cinematografiche vere e proprie. Pionieri del cinema italiano furono Alberini, Pasquarelli, Pacchioni che dettero slancio all'industria cinematografica italiana che si sviluppò tra il 1905 e il 1910 con nomi quali Ambrosio, Alberini & Santoni (poi Cines), Comerio e Luggo.
Mentre negli Stati Uniti nascevano i primi Movie Palace in Italia le sale dei palazzi aristocratici originariamente dedicate al teatro oppure le scuderie venivano trasformate in sale cinematografiche.
Seguì un grosso boom di sale cinematografiche costruite ad hoc da grandi architetti del tempo. A partire dal 1925 ogni città disponeva di una sala cinematografica. Nel 1929 si ebbe ovunque l'installazione del sonoro.
Parallelamente all'industria cinematografica nacquero le industrie di proiettori: tra i pionieri ricordiamo Pio Pion e Fedi. Altri nomi illustri sono Cinemeccanica, nata nel 1920 dalle Officine Bossi e ancora oggi leader mondiale nel settore dei proiettori, Prevost famosa per il primo tavolo di montaggio orizzontale. Anche altri settori si svilupparono velocemente: per la produzione di cavalletti, carrelli, gru con la Cartoni e la Elemac, per i sistemi per il doppiaggio e la registrazione con la Gervasi Elettronica, per gli strumenti di illuminazione con Mario De Sisti. Con la diffusione del sonoro nacque anche l'industria del doppiaggio di film stranieri.
Venne poi introdotto il colore con il sistema Technicolor americano e l'Agfacolor tedesco. Fu la Ferraia a produrre in Italia le prime pellicole a colori monopack, largamente utilizzate.
Nel 1937 nacquero i famosi studi e laboratori di Cinecittà a Roma.
Nel 1945 nacquero anche le prime associazioni di settore: Agis. Anec, Anica.
Numerose sono le leggi che regolano la produzione cinematografica, la distribuzione, la gestione delle sale cinematografiche.
Agli inizi degli anni '70 alcune sale cinematografiche ad uno schermo iniziarono ad essere ristrutturate per creare un secondo schermo, fino ad arrivare ai primi multiplex con l'Odeon di Milano nel 1986 (8 schermi). Oggi nascono molti cinema multiplex soprattutto nelle periferie delle città, corredati di negozi, bar e altre attività.
Un altro aspetto da considerare nel modificarsi del cinematografo è il passaggio dalle pellicole in nitrato, altamente infiammabile, a quelle in acetato. Successivamente si passò ad altri materiali plastici fino all'avvento del digitale che, oggi, sta modificando il sistema di proiezione e le produzioni cinematografiche.
definizione
proiettore cinematografico a lanterna, per pellicole 35mm
misure
altezza: 163 cm; larghezza: 56 cm; lunghezza: 100 cm
materiali
metallo; vetro; legno; ottone
acquisizione
Amministrazione provinciale di Milano (1976/01/28)
iscrizioni
P. M. = I. B.
1745 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 8434 MILANO (documentaria)
MUSEO SCIENZA 8434 MILANO (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Sassi L., Proiezioni fisse e Cinematografo, Milano, Urlico Hoepli, 1911
Mariani V., Guida Pratica della Cinematografia, Milano, Urlico Hoepli, 1923
Mariani V., Guida Pratica della Cinematografia, Milano, Urlico Hoepli, 1923
tipologia
proiettore cinematografico
scheda ICCD
PST