Apparecchio fotografico da studio in legno con soffietto a cono in tela, montato su supporto a slitta.
Anteriormente è presente un montante in legno nel quale è iserito il porta obiettivo, con regolazione verticale.
L'obiettivo è mancante.
Posterioremente è presente un altro montante di dimensioni maggiori nel quale è inserito un vetro smerigliato utilizzato per l'inquadratura e la messa fuoco. Dimensioni vetro: 25x25cm.
In questo telaio posteriore è presente una fessura verticale per l'inserimento dello chassis portalastra fotografica.
Le due parti sono unite dal soffietto.
I due montanti poggiano su un supporto a slitta costituito da due parti scorrevoli una nell'altra e comandate con due manovelle collegate a due grosse viti senza fine.
Una manovella permette di muovere tutto l'apparecchio sul supporto, l'altra permette di avvicinare o allontanare porta obiettivo e porta lastra per permettere una più fine messa fuoco.

Gli apparecchi fotografici da studio sono stati i primi nati tra questa tipologia di dispositivi ma sono rimasti sostanzialmente uguali nel tempo, almeno fino all'avvento del digitale.
Erano dispositivi pesanti ed ingombranti, che richiedevano capacità tecniche notevoli sia per la preparazione delle lastre fotografiche che per la preparazione dello scatto (inquadratura, messa a fuoco, scelta dei tempi dell'otturatore e dell'apertura del diaframma quando disponibili) in poco tempo e per questo erano usate soprattutto in studio e da fotografi professionisti.
L'introduzione del soffietto in tela o pelle fu comunque già un miglioramento, per quel che riguarda le possibilità di messa fuoco, rispetto ai primi apparecchi costituiti da diverse scatole che si inserivano una nell'altra.

MUSEO SCIENZA 8878 MILANO (documentaria)

White R., Discovering Old Cameras 1839 - 1939, Princes Risborough, UK, Shire Publications Ltd., 2001