Storia del fiammifero

Ruvidatrice ARHENS per scatole svedesi

Dopo l'astucciatura meccanica nelle caratteristiche scatolette a tiretto passante in legno (o cartone) le scatolette erano raccolte in cassette e passate su questa macchina il cui scopo è quello di applicare sui due fianchi lunghi una striscia di ruvido (miscela abrasiva col fosforo rosso per l'accensione delle capocchie amorfe). Le scatolette erano caricate verticalmente a mano su nastro trasportatore, ove raggiungevano la coppia di rulli gommati per l'avanzamento fra le spazzole ruvidatrici girevoli, quest'ultime, in senso contrario all'avanzamento. Il gruppo ruvidatore comprende due vaschette del ruvido, nel quale pescano due dischi di sbattimento e di trasferimento delle due spazzole applicatrici. Segue un tunnel di essicazione a vapore, lungo ………., della capacità di 10/12.000 scatolette/ora. Su questo tipo di ruvidatrice le scatolette sono caricate in piedi (sul fianco corto) e ricevono il ruvido da spazzole disposte ai lati delle scatole e lavoranti orizzontalmente. Già nel primo decennio del secolo scorso apparvero macchine ruvidatrici in cui la scatolette erano disposte orizzontalmente (sul fianco lungo), con spazzole applicatrici superiori ed inferiori, che permettevano di lavorare contemporaneamente sui 2 o 4 scatolette alla volta; quest'ultimo tipo di macchina è diventato la norma nelle costruzioni più recenti. Didascalia - Ruvidatrice ARHENS per scatole svedesi: applicava sui due fianchi lunghi della scatola una striscia di ruvido, contenente fosforo amorfo, per l'accensione dei fiammiferi IGB-11285

Tavolo per comporre la scatola cerini con elastici

Si tratta di un tavolo puramente dimostrativo che, per ragioni di spazio, riproduce in scala ridotta i banchi che erano un tempo usati per questa operazione. L'astucciatura dei cerini era eseguita a mano su banconi analoghi a quello esposto. La riptoduzione del tavolo riporta tutti gli elementi (attrezzi e semilavorati) che erano impegnati per questa operazione. Sulla sinistra, guardando, vi sono i tiretti (in tramoggia) con l'attrezzo ad uncinetto per la perforazione del lembo di chiusura e l'applicazione dell'anellino elastico con aghetto di tenuta. Nel mezzo vi è un serbatoio di salda con pennello e una tavoletta per l'applicazione della salda su un certo numero di etichette (con dicitura SAFFA o altro) da applicare sul lembo di chiusura per coprire e immobilizzare l'ago di tenuta dell'elastico. Sulla destra vi sono gli esterni (in tramoggia) con altro attrezzo ad uncinetto per fissare l'elastico del tiretto al fondo dell'astuccio esterno, ancorando anche questo con un aghetto; dopodichè il tiretto può essere introdotto nell'astuccio, assecondando la forza di trazione dell'elastico. Va ancora precisato, su questa operazione, che le scatolette di cerini al sesqui per il mercato interno, fino a quando questi venivano astucciati in scatolette con elastico, il fondello riceveva poi lo strato di granetta che copriva l'aghetto di tenuta dell'elastico. Le scatolette di cerini all'amorfo per l'esterno, tanto allora come adesso, sono rifinite applicando un listino di copertura sul fondo, in quanto la superficie di ruvido è applicata sui fianchetti. Attualmente l'applicazione dell'elastico è fatta automaticamente con macchina di ideazione della SAFFA. Didascalia - Tavolo per comporre la scatola cerini con elastico: il tavolo riproduce uno dei posti di lavoro dei banchi usati per questa operazione fatta manualmente sino al decennio 1930-40. Essa comprendeva: la foratura del fondo dell'esterno e dello sportellino del tiretto, l'applicazione dell'elastico e il blocco delle sue estremità con due pezzetti di filo metallico. Il secchio ha dimensioni di: diam. 28x 50 h IGB-11293