registratore a nastro magnetico


1940 ca.

inventario
IGB-9341
autori
Siemens & Halske AG (costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Magnetofono costituito da una scatola in legno, rivestito di tela cerata di colore beige nella fascia centrale e di colore marrone sul fondo e sul coperchio. Il coperchio apribile è fissato alla base con due cardini e chiudibile per mezzo di una serratura. La basa è provvista sul lato anteriore di una maniglia di gomma. La base contiene all'interno il motore e i circuiti elettrici per il funzionamento del magnetofono ed è chiusa da un piano superiore in metallo. Sul piano si trovano i fusi per la sistemazione delle bobine del nastro magnetico. Anche i comandi operativi dell'apparecchio sono posizionati sul piano superiore e consistono nelle tre manopole in bachelite bianca dei selettori dei livelli di tono e volume e del commutatore registrazione/riproduzione e nei quattro tasti in bachelite bianca per il riavvolgimento veloce, l'avvio della registrazione/riproduzione, l'avanzamento veloce e l'arresto del nastro magnetico. Le dotazioni del magnetofono comprendono inoltre tre boccole per il collegamento al microfono, all'amplificatore esterno e al radioricevitore. Sul lato posteriore è presente un commutatore per la selezione della tensione di alimentazione e un supporto bipolare. Sul fianco sinistro, una mascherina in bachelite bianca copre la membrana dell'altoparlante, mentre un'analoga mascherina sul fianco destro costituisce la presa d'aria per il raffreddamento dei circuiti. Un'altra presa d'aria si trova sul fondo dell'apparecchio, coperta da una lamina metallica traforata.

A partire dalla seconda metà degli anni '40, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si imposero sul mercato i primi registratori magnetici, a filo e a nastro. Tuttavia i primi studi sulla registrazione magnetica risalgono alla fine del 1800 con la registrazione di un messaggio sonoro su un filo di acciaio di Valdemar Poulsen (1869-1942) nel 1898. Nella prima metà del 1900 seguirono altri tentativi, ma soltanto al termine della Seconda Guerra i registratori magnetici riuscirono a garantire prestazioni migliori dei dittafoni a cilindro. Inoltre, grazie ai prezzi concorrenziali, il magnetofono ebbe l'opportunità di diffondersi in fasce della popolazione molto più ampie del tradizionale mercato dei dittafoni. Rispetto ai cilindri, il supporto magnetico poteva essere immediatamente riavvolto e registrato nuovamente. I primi registratori magnetici erano a filo d'acciaio, ma già negli anni '50 il nastro magnetizzato si impose come principale supporto per la registrazione fino all'affermarsi delle tecnologie digitali negli anni '90.
definizione
magnetofono a valvole
misure
altezza: 16 cm ca.; larghezza: 29 cm ca.; lunghezza: 21,5 cm ca.
materiali
legno; metallo; gomma; vetro; bachelite; tela
acquisizione
Maj, Diomira Santa (1997)
settore
Tecniche del suono
bibliografia
Morton D., Off the record : the technology and culture of sound recording in America, Piscataway, Rutgers University Press, 2000

Assante E./ Ballanti F., La musica registrata, Roma, Audino, 2004
tipologia
magnetofono
scheda ICCD
PST