Registratore a nastro magnetico G 257
1961 - 1965
inventario
IGB-9270
autori
Geloso S.p.a.
(produttore)
collocazione
deposito
descrizione
Magnetofono costituito da uno chassis in plastica bianca con i lati anteriore e posteriore sono traforati in corrispondenza dell'altoparlante e della presa d'aria del motorino; il fondo, su cui è fissato lo chassis, è costituito da un pannello in plastica grigia scura. Le bobine sono collocate sul piano superiore dell'apparecchio, riparate da un coperchio in plastica trasparente. Sul lato superiore sono inoltre collocati i comandi del magnetofono: sul bordo destro si trovano cinque pulsanti in plastica di colore verde, grigio, bianco, giallo e rosso rispettivamente per la riproduzione, l'arresto, l'avanzamento veloce, il riavvolgimento e registrazione del nastro; nella parte sinistra si trova l'indicatore del livello di registrazione. L'asticella moventesi lungo la scala numerata da 0 a 100 rappresenta l'indicatore di svolgimento del nastro, azzerabile mediante la rotella anteriore sinistra. L'interruttore per l'accensione del registratore è costituito dalla rotella anteriore destra. Al di sotto della bobina sinistra è situtato il commutatore per il cambio delle tensioni di alimentazione. La regolazione del volume avviene mediante l'utilizzo della rotella in plastica rossa, posta sul lato frontale dell'apparecchio. Sul fianco destro dell'apparecchio è situata la presa in entrata per il collegamento del microfono o di altri apparecchi; sul lato destro invece è collocata la presa in uscita del segnale acustico. Sul retro del registratore si trova un supporto bipolare per il cavo di alimentazione e il fusibile di protezione.
A partire dalla seconda metà degli anni '40, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si imposero sul mercato i primi registratori magnetici, a filo e a nastro. Tuttavia i primi studi sulla registrazione magnetica risalgono alla fine del 1800 con la registrazione di un messaggio sonoro su un filo di acciaio di Valdemar Poulsen (1869-1942) nel 1898. Nella prima metà del 1900 seguirono altri tentativi, ma soltanto al termine della Seconda Guerra i registratori magnetici riuscirono a garantire prestazioni migliori dei dittafoni a cilindro. Inoltre, grazie ai prezzi concorrenziali, il magnetofono ebbe l'opportunità di diffondersi in fasce della popolazione molto più ampie del tradizionale mercato dei dittafoni. Rispetto ai cilindri, il supporto magnetico poteva essere immediatamente riavvolto e registrato nuovamente. I primi registratori magnetici erano a filo d'acciaio, ma già negli anni '50 il nastro magnetizzato si impose come principale supporto per la registrazione fino all'affermarsi delle tecnologie digitali negli anni '90. Durante gli anni '60 e '70, i magnetofoni Geloso divennero molto popolari in Italia tra un vasto pubblico di amatori. Questo esemplare ha fatto parte del patrimonio strumentale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" fino alla decisione della sua rivalutazione come bene museale all'interno del patrimonio storico.
A partire dalla seconda metà degli anni '40, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si imposero sul mercato i primi registratori magnetici, a filo e a nastro. Tuttavia i primi studi sulla registrazione magnetica risalgono alla fine del 1800 con la registrazione di un messaggio sonoro su un filo di acciaio di Valdemar Poulsen (1869-1942) nel 1898. Nella prima metà del 1900 seguirono altri tentativi, ma soltanto al termine della Seconda Guerra i registratori magnetici riuscirono a garantire prestazioni migliori dei dittafoni a cilindro. Inoltre, grazie ai prezzi concorrenziali, il magnetofono ebbe l'opportunità di diffondersi in fasce della popolazione molto più ampie del tradizionale mercato dei dittafoni. Rispetto ai cilindri, il supporto magnetico poteva essere immediatamente riavvolto e registrato nuovamente. I primi registratori magnetici erano a filo d'acciaio, ma già negli anni '50 il nastro magnetizzato si impose come principale supporto per la registrazione fino all'affermarsi delle tecnologie digitali negli anni '90. Durante gli anni '60 e '70, i magnetofoni Geloso divennero molto popolari in Italia tra un vasto pubblico di amatori. Questo esemplare ha fatto parte del patrimonio strumentale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" fino alla decisione della sua rivalutazione come bene museale all'interno del patrimonio storico.
definizione
magnetofono a valvole
misure
altezza: 10 cm; larghezza: 26 cm; lunghezza: 17 cm
materiali
plastica; metallo
acquisizione
Gerloni, Gabriella (1997)
iscrizioni
LICENZA MAGNETOFONI CASTELLI / GELOSO / G.257 / MADE IN ITALY (commerciale)
GELOSO MADE IN ITALY (documentaria)
REGISTRATORE / A NASTRO / G.257 / BREVETTATO (documentaria)
TENSIONE DI LINEA / (CON CAMBIO TENSIONI) 110÷230 V. / FREQUENZA 50 HZ. / POTENZA ASSORBITA 25 WATT. / FUSIBILE 0.5 AMP. / S.P.A. GELOSO - MILANO (documentaria)
GELOSO MADE IN ITALY (documentaria)
REGISTRATORE / A NASTRO / G.257 / BREVETTATO (documentaria)
TENSIONE DI LINEA / (CON CAMBIO TENSIONI) 110÷230 V. / FREQUENZA 50 HZ. / POTENZA ASSORBITA 25 WATT. / FUSIBILE 0.5 AMP. / S.P.A. GELOSO - MILANO (documentaria)
settore
Tecniche del suono
bibliografia
G 257, G 257 : Il registratore per tutti, in Bolletino Tecnico Geloso, Milano, Geloso, 1932-1972, n. 81, estate 1961, pp. 2-21
Morton D., Off the record : the technology and culture of sound recording in America, Piscataway, Rutgers University Press, 2000
Assante E./ Ballanti F., La musica registrata, Roma, Audino, 2004
Morton D., Off the record : the technology and culture of sound recording in America, Piscataway, Rutgers University Press, 2000
Assante E./ Ballanti F., La musica registrata, Roma, Audino, 2004
tipologia
magnetofono
scheda ICCD
PST