Blickensderfer Electric
1903 post - 1906 ante
inventario
IGB-8854
autori
Blickensderfer Manufacturing Company
(costruttore)
; Blickensderfer, George Canfield
(progettista)
collocazione
deposito
descrizione
Sistema costituito da una macchina per scrivere elettromeccanica Blickensderfer alla quale è stata applicata una serie di bobine elettromagnetiche, sistemata all'interno del basamento. La macchina presenta una tastiera QWERTY con 28 tasti neri in gomma dura, disposti su tre file; ogni tasto è collegato per mezzo di un'astina ad una barra in metallo posta sopra una coppia di bobine elettromagnetiche. La macchina Blickensderfer è equipaggiata con un cilindro portacaratteri in gomma dura, riportante soltanto i caratteri maiuscoli, i numeri e le interpunzioni, ma è sprovvista del carrello portarullo. Il frontalino originale è stato sostituito con un altro frontalino in metallo opaco. Il dispositivo di accensione della macchina a chiave è stato inoltre modificato con l'inserimento di un disco in ebanite in grado di spostarsi in due posizioni; questo disco è collegato per mezzo di due astine a due coppie di bobine elettromagnetiche. Il basamento ha sezione rettangolare ed è chiuso da pareti di lamiera metallica verniciate di nero; la parete frontale termina verso l'alto con un andamento ricurvo. All'interno, sono sistemati tre livelli di bobine elettromagnetiche alimentate da cavi elettrici rivestiti da gomma di colore giallo: il livello più basso ospita le bobine di dimensione maggiore, mentre al secondo livello si trovano le bobine corrispondenti ai tasti della tastiera; il terzo ordine di bobine, posto sul lato destro, è collegato al disco di ebanite.
Procedendo nel perfezionamento, le macchine a martelletti portacaratteri garantivano una maggiore velocità di utilizzo, imponendosi come l'unica soluzione tecnica in grado di affrontare il mercato. George Blickensderfer, nel tentativo di migliorare il rendimento della propria macchina a cilindro portacaratteri, costruì un modello nel quale un motorino elettrico azionava la rotazione del cilindro, le spaziature e i marginatori. In questo modo, nel 1902, vide la luce la prima macchina per scrivere elettrica prodotta industrialmente, in anticipo di circa 30 anni sulle successive macchine elettriche. La Blickensderfer elettrica tuttavia fu un grande fallimento commerciale, dovuto probabilmente all'impreparazione del pubblico, sia in termini di equipaggiamento tecnico, sia di abitudine dei consumi.
La Blickensderfer Electric posseduta dal Milwaukee Public Museum ha numero di serie 93351 ed è stata datata al 1906 circa. L'esemplare del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" ha numero di serie 88902 ed è quindi databile tra il 1903, anno dell'ultimo brevetto riportato sulla macchina, e il 1906. Non è possibile tuttavia datare con certezza il montaggio delle bobine elettromagnetiche; è possibile invece che i cavi elettrici utilizzati per l'alimentazione della macchina sia stati sostituiti in un periodo più recente.
Procedendo nel perfezionamento, le macchine a martelletti portacaratteri garantivano una maggiore velocità di utilizzo, imponendosi come l'unica soluzione tecnica in grado di affrontare il mercato. George Blickensderfer, nel tentativo di migliorare il rendimento della propria macchina a cilindro portacaratteri, costruì un modello nel quale un motorino elettrico azionava la rotazione del cilindro, le spaziature e i marginatori. In questo modo, nel 1902, vide la luce la prima macchina per scrivere elettrica prodotta industrialmente, in anticipo di circa 30 anni sulle successive macchine elettriche. La Blickensderfer elettrica tuttavia fu un grande fallimento commerciale, dovuto probabilmente all'impreparazione del pubblico, sia in termini di equipaggiamento tecnico, sia di abitudine dei consumi.
La Blickensderfer Electric posseduta dal Milwaukee Public Museum ha numero di serie 93351 ed è stata datata al 1906 circa. L'esemplare del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" ha numero di serie 88902 ed è quindi databile tra il 1903, anno dell'ultimo brevetto riportato sulla macchina, e il 1906. Non è possibile tuttavia datare con certezza il montaggio delle bobine elettromagnetiche; è possibile invece che i cavi elettrici utilizzati per l'alimentazione della macchina sia stati sostituiti in un periodo più recente.
definizione
macchina per scrivere elettromeccanica
misure
altezza: 41 cm ca.; larghezza: 28 cm ca.; lunghezza: 44 cm ca.; peso: 45 kg ca.
materiali
metallo; plastica; legno; gomma
iscrizioni
PATENTED N 129159 / JULY 15, 1890. FEBY. 7,1893 / AUG. 4, 1891. JUNE 1, 1897 / SEPT. 8, 1891. AUG. 31, 1897 / APR. 12, 1892. AUG. 14, 1900 / JAN. 6, 1903 (documentaria)
N 129159 (documentaria)
88902 (documentaria)
TEMPLEX 105 (documentaria)
8854 (inventariale)
N 129159 (documentaria)
88902 (documentaria)
TEMPLEX 105 (documentaria)
8854 (inventariale)
settore
Macchine per ufficio
bibliografia
Aubert P. Robert, The last service call, in ETCetera : magazine of the Early Typewriter Collectors Association, Los Angeles, Early Typewriter Collectors Association, 1987-, n. 33, Dicembre, 1995, pp. 4-6
The Virtual, The Virtual Typewriter Museum, a cura di Robert P., 2008
The Virtual, The Virtual Typewriter Museum, a cura di Robert P., 2008
tipologia
macchina per scrivere
scheda ICCD
PST