Trasporti terrestri

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Motore Frera 500 cc, 1927 (1916?)

Motore Frera 500 cc, 1927 (1916?) Informazioni Prima versione (http://www.epocaenon.it/Marche%20moto/dalla%20A%20alla%20Z.htm) FRERA 1906-36 Corrado Frera di Milano fondò quella che sarebbe diventata la più grande marca italiana degli anni '30. Prima della guerra mondiale produsse mono e bicilindriche a V con trasmissione a cinghia da 300 a 1140 cc, molte delle quali vennero fornite all'esercito. Negli anni '20 proseguì la produzione di mono e bicilindriche da 250 a 500 cc, le cui versioni da corsa utilizzavano un motore a quattro valvole. Dopo il 1930, in un mercato dominato dalla Moto Guzzi, la marca entrò in declino. LEONARDO FRERA 1931-34 Fondata dal figlio di Corrado in seguito all'assorbimento della ditta paterna (vedi sopra) da parte di Emilio Fosso. Produsse moto con motori a quattro tempi JAP da 175 e 350 cc. 1949-60 Riprese con ciclomotori e motociclette con motori di propria produzione e Sterzi da 50 a 150 cc. Altra versione (http://www.lagrandeguerra.net/ggmotociclettafrera.html) LA MOTOCICLETTA FRERA La Società Anonima Frera, nacque nel 1905 per iniziativa di Corrado Frera. L’industriale fu uno dei primi a intuire, alla fine dell'Ottocento, che il motore a scoppio poteva essere utilizzato per il trasporto di merci e persone; i suoi primi esperimenti come costruttore di motociclette risalgono all'inizio del XX secolo. L'Officina Meccanica per la costruzione e assemblaggio di cicli e motocicli produsse numerosi esemplari durante gli anni Venti, e fu la prima fabbrica di questo genere in Italia; dopo il successo nel Primo Giro Motociclistico d'Italia del 1914 e i successi nelle competizioni arrivò anche la commessa da parte dell'Esercito Italiano. La Società a responsabilità limitata Leonardo Frera nasce nel 1906 a Tradate, in provincia di Varese, per la produzione di motociclette e fin dall'inizio agisce su base industriale, sia pure con tutte le limitazioni che agli inizi del secolo caratterizzavano la produzione di veicoli a due ruote motorizzati. Inizialmente la Frera monta sui telai di propria costruzione i motori della NSU tedesca che allora era considerata una delle fabbriche migliori d'Europa, La sua impostazione industriale, in contrasto con l'impostazione artigianale delle fabbriche di motociclette italiane dell'epoca, le permette di conquistare il mercato e di raggiungere cifre di vendita che negli anni precedenti la prima guerra mondiale possono essere considerate eccezionali per l'Italia. In sintesi si può asserire che la Frera è, in quel periodo e negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto, la fabbrica italiana di motociclette più importante. Le motociclette prodotte dal 1906 al 1910 sono monocilindriche e della potenza di 1,25 e di 1,50 cavalli, con la trasmissione a cinghia fornita di un rullo tenditore che la mantiene sempre in tensione. il motore è generalmente inclinato in avanti lungo il tubo che dal cannotto porta alla pedaliera. Già in quel periodo la Frera si vanta di fornire all'esercito italiano robuste motociclette della potenza di 2 cavalli. Tuttavia i veicoli utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale furono l'inizio della fine per la Frera, che non sopravvisse al ritiro delle commesse militari, avvenuto negli anni Trenta. A testimonianza del prestigio e della fama di affidabilità che i prodotti Frera acquisirono fin da subito, vanno ricordate le commesse che il Regio Esercito le fece (biciclette, motocicli e moto sidecar).Già nel 1908, a soli tre anni dall’inizio della produzione, il neonato corpo motorizzato dei Bersaglieri venne fornito di motocicli Frera. Altre forniture vennero fatte ai comandi di artiglieria e ai corpi automobilistici. Per di più, su richiesta del Ministero della Sanità, uno speciale motociclo dotato di motocarrello per il trasporto feriti venne appositamente progettato e prodotto per le unità sanitarie. Con l’ingresso dell’Italia nel Primo Conflitto Mondiale, la Società Anonima Frera ricevette da parte del Ministero della Guerra ulteriori ingenti ordinativi di veicoli e di altro materiale di sua produzione (ad es. i suoi macchinari di produzione dello stabilimento di Tradate erano in grado di realizzare anche componenti per granate). IGB-10726