Bicicletto
1885
inventario
D-52
autori
Ditta Edoardo Bianchi
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Bicicletta con telaio tubolare a croce in ferro e forcella in lamiera, verniciati di nero; la forcella è collegata al telaio per mezzo di uno sterzo a pivot. Un piccolo parafango in lamiera è appeso al tubo obliquo del telaio, in corrispondenza della ruota anteriore. Il manubrio è dotato di manopole in legno; nella parte destra del manubrio è posizionata la leva che comanda il freno a pattino sulla ruota anteriore. La bicicletta monta una sella rigida in cuoio. Il funzionamento si basa su una trasmissione a catena sulla ruota posteriore, tesa tra una corona a 18 denti e un pignone da 10; i pedali sono registrabili. La bicicletta appoggia su due ruote di uguale dimensione, provviste di 40 raggi tangenti e battistrada in gomma piena. La verniciatura del veicolo probabilmente non è originale.
A partire dall'inizio degli anni '80 del 1800 il tema della sicurezza dei ciclisti diventò una preoccupazione sentita da parte dei produttori di bicicli. La continua ricerca di velocità infatti aveva portato alla smisurata crescita della ruota anteriore dei bicicli, ma, nello stesso tempo, anche dei rischi per i ciclisti. Grazie all'introduzione della trasmissione a catena sulla ruota posteriore, fu possibile contenere la dimensione delle ruote, garantendo nello stesso tempo prestazioni elevate e minori rischi per i conducenti. Attorno alla metà degli anni '80 del 1800 iniziarono quindi ad essere prodotti dei bicicli dall'aspetto molto simile a quello delle biciclette attuali; soltanto il telaio a trapezio doveva ancora essere messo a punto. Al loro apparire in Italia, questi nuovi veicoli di dimensioni ridotte rispetto ai tradizionali bicicli, vennero inizialmente chiamati col diminutivo "bicicletti". L'accezione maschile tuttavia rimase in uso per poco tempo e si affermò il termine al femminile "bicicletta". L'esemplare in deposito presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" rappresenta il primo modello di "bicicletto" realizzato in Italia.
A partire dall'inizio degli anni '80 del 1800 il tema della sicurezza dei ciclisti diventò una preoccupazione sentita da parte dei produttori di bicicli. La continua ricerca di velocità infatti aveva portato alla smisurata crescita della ruota anteriore dei bicicli, ma, nello stesso tempo, anche dei rischi per i ciclisti. Grazie all'introduzione della trasmissione a catena sulla ruota posteriore, fu possibile contenere la dimensione delle ruote, garantendo nello stesso tempo prestazioni elevate e minori rischi per i conducenti. Attorno alla metà degli anni '80 del 1800 iniziarono quindi ad essere prodotti dei bicicli dall'aspetto molto simile a quello delle biciclette attuali; soltanto il telaio a trapezio doveva ancora essere messo a punto. Al loro apparire in Italia, questi nuovi veicoli di dimensioni ridotte rispetto ai tradizionali bicicli, vennero inizialmente chiamati col diminutivo "bicicletti". L'accezione maschile tuttavia rimase in uso per poco tempo e si affermò il termine al femminile "bicicletta". L'esemplare in deposito presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" rappresenta il primo modello di "bicicletto" realizzato in Italia.
definizione
bicicletta
misure
altezza: 105 cm; larghezza: 55 cm; lunghezza: 186 cm
materiali
metallo; gomma; pelle
acquisizione
Civico Museo Navale Didattico - Comune di Milano (1966)
settore
Trasporti terrestri
bibliografia
Andric D./ Bozzini G./ Ormezzano G.P., Storia della bicicletta : Dalle origini alla mountain bike, Milano, TCI, 1991
Smith Hempstone O./ Berkebile D.H., Wheels and wheeling : The Smithsonian cycle collection, Washington, Smithsonian Instituition Press, 1974
Gentile A., Edoardo Bianchi, Milano, Giorgio Nada editore, 1992
Smith Hempstone O./ Berkebile D.H., Wheels and wheeling : The Smithsonian cycle collection, Washington, Smithsonian Instituition Press, 1974
Gentile A., Edoardo Bianchi, Milano, Giorgio Nada editore, 1992
tipologia
bicicletta
scheda ICCD
PST