biciclo tipo Michaux
1869 circa
inventario
IGB-12489
autori
produzione inglese
collocazione
deposito
descrizione
Biciclo con telaio in ferro battuto e forcella, verniciati di nero. Un piccolo paracosce è sistemato al di sopra della ruota anteriore, a protezione delle gambe del guidatore durante le curve. Una pedivella, situata nella parte posteriore destra del telaio, consente di montare sulla sella, sospesa elasticamente su una balestra in lamina metallica; la sella, inoltre, è imbottita e rivestita di pelle; anterioremente la balestra è unita per mezzo di due chiavi ad un portalampada ricurvo, incardinato nella parte frontale del telaio. Il manubrio presenta manopole in legno e ospita l'estremità della funicella che comanda il freno a pattino sulla ruota posteriore, azionabile dalla rotazione della manopola. Il funzionamento si basa su due pedali regolabili in metallo, applicati alla ruota anteriore. Il veicolo poggia su due ruote con cerchio e raggi in legno dipinto di nero, provviste di battistrada in gomma piena; la ruota anteriore conta 20 razze, mentre la ruota posteriore ne conta 14. Sul fianco sinistro del biciclo è situata una stampella laterale per l'appoggio del veicolo durante la sosta.
L'origine delle attuali biciclette viene fatta risalire ad alcuni veicoli, apparsi alla fine del 1700, dotati di due ruote collegate ad una trave di legno ed azionati dalla spinta sul terreno dei piedi del conducente, posto a cavalcioni sulla trave; uno di questi veicoli, il celerifero, fu adoperato dal conte di Sivrac a Parigi nel 1791. Un passo in avanti verso la moderna bicicletta venne intrapreso dal barone tedesco Karl Friderich von Drais, che, nel 1818, ottenne un brevetto per un veicolo del tutto simile al cerelifero, ma dotato di sterzo in modo da permettere al conducente di cambiare direzione. Fu proprio con la diffusione dell'invenzione di von Drais che iniziò ad affermarsi il termine velocipede, rimasto in uso per oltre un cinquantennio. Per un ulteriore passo in avanti fu necessario attendere fino al 1863 circa, quando nell'officina dei meccanici francesi Pierre ed Ernest Michaux due leve contrapposte munite di appoggi furono applicate al mozzo della ruota anteriore di un velocipede, dando origine ai pedali. All'invenzione dei pedali seguirono altri miglioramenti e modifiche tecniche: i telai in legno vennero progressivamente sostituiti con telai in ferro forgiato, si incominciò ad accrescere il diametro della ruota anteriore per aumentare la velocità e per superare più agevolmente le asperità del terreno, venne adoperato del caucciù a protezione dei cerchi delle ruote, si utilizzarono selle sospese su balestre metalliche per attutire i contraccolpi, si utilizzarono pedali regolabili che, variando il braccio di leva, modificavano la spinta da applicare, vennero introdotti dei freni a pattino.
L'origine delle attuali biciclette viene fatta risalire ad alcuni veicoli, apparsi alla fine del 1700, dotati di due ruote collegate ad una trave di legno ed azionati dalla spinta sul terreno dei piedi del conducente, posto a cavalcioni sulla trave; uno di questi veicoli, il celerifero, fu adoperato dal conte di Sivrac a Parigi nel 1791. Un passo in avanti verso la moderna bicicletta venne intrapreso dal barone tedesco Karl Friderich von Drais, che, nel 1818, ottenne un brevetto per un veicolo del tutto simile al cerelifero, ma dotato di sterzo in modo da permettere al conducente di cambiare direzione. Fu proprio con la diffusione dell'invenzione di von Drais che iniziò ad affermarsi il termine velocipede, rimasto in uso per oltre un cinquantennio. Per un ulteriore passo in avanti fu necessario attendere fino al 1863 circa, quando nell'officina dei meccanici francesi Pierre ed Ernest Michaux due leve contrapposte munite di appoggi furono applicate al mozzo della ruota anteriore di un velocipede, dando origine ai pedali. All'invenzione dei pedali seguirono altri miglioramenti e modifiche tecniche: i telai in legno vennero progressivamente sostituiti con telai in ferro forgiato, si incominciò ad accrescere il diametro della ruota anteriore per aumentare la velocità e per superare più agevolmente le asperità del terreno, venne adoperato del caucciù a protezione dei cerchi delle ruote, si utilizzarono selle sospese su balestre metalliche per attutire i contraccolpi, si utilizzarono pedali regolabili che, variando il braccio di leva, modificavano la spinta da applicare, vennero introdotti dei freni a pattino.
definizione
biciclo tipo Michaux
misure
altezza: 142 cm ca.; larghezza: 54 cm ca.; lunghezza: 175 cm ca.
materiali
metallo; legno; gomma; pelle
acquisizione
Civico Museo Navale Didattico-Comune di Milano (1966)
settore
Trasporti terrestri
bibliografia
Andric D./ Bozzini G./ Ormezzano G.P., Storia della bicicletta : Dalle origini alla mountain bike, Milano, TCI, 1991
Smith Hempstone O./ Berkebile D.H., Wheels and wheeling : The Smithsonian cycle collection, Washington, Smithsonian Instituition Press, 1974
Straordinari cicli, Straordinari Cicli : Dall'invenzione di Drais alle biciclette dei campioni, a cura di Contini S./ Iezzi M., Varese, Macchione, 2008
Smith Hempstone O./ Berkebile D.H., Wheels and wheeling : The Smithsonian cycle collection, Washington, Smithsonian Instituition Press, 1974
Straordinari cicli, Straordinari Cicli : Dall'invenzione di Drais alle biciclette dei campioni, a cura di Contini S./ Iezzi M., Varese, Macchione, 2008
tipologia
biciclo
scheda ICCD
PST