biciclo da corsa


1874

inventario
D-48
autori
produzione inglese
collocazione
deposito
descrizione
Biciclo da corsa con telaio tubolare in metallo e forcella in lamiera, verniciati di nero. Un piccolo paracosce, costituito da un telaietto in metallo rivestito da una striscia di pelle, è sistemato al di sopra della ruota anteriore, a protezione delle gambe del guidatore durante le curve. Due predelline situate nella parte posteriore del telaio consentono di montare sulla sella; la sella, in lamina di metallo rivestita di pelle, è sistemata su una balestra elastica montata sul telaio. Il piccolo manubrio ribassato presenta manopole in legno. Il biciclo è dotato di freno a pattino sulla ruota anteriore, azionato mediante una leva presente sul lato destro del manubrio. Il funzionamento si basa su due pedali non regolabili in metallo, applicati alla ruota anteriore. Il veicolo poggia su due ruote con cerchio e raggi in metallo, provviste di battistrada in gomma piena; la ruota anteriore presenta 56 raggi, mentre quella posteriore ne conta 16.

L'origine delle attuali biciclette viene fatta risalire ad alcuni veicoli, apparsi alla fine del 1700, dotati di due ruote collegate ad una trave di legno ed azionati dalla spinta sul terreno dei piedi del conducente, posto a cavalcioni sulla trave; uno di questi veicoli, il celerifero, fu adoperato dal conte di Sivrac a Parigi nel 1791. Un passo in avanti verso la moderna bicicletta venne intrapreso dal barone tedesco Karl Friderich von Drais, che, nel 1818, ottenne un brevetto per un veicolo del tutto simile al celelifero, ma dotato di sterzo in modo da permettere al conducente di cambiare direzione. Fu proprio con la diffusione dell'invenzione di von Drais che iniziò ad affermarsi il termine velocipede, rimasto in uso per oltre un cinquantennio. Per un ulteriore passo in avanti fu necessario attendere fino al 1863 circa, quando nell'officina dei meccanici francesi Pierre ed Ernest Michaux due leve contrapposte munite di appoggi furono applicate al mozzo della ruota anteriore di un velocipede, dando origine ai pedali. All'invenzione dei pedali seguirono altri miglioramenti e modifiche tecniche: i telai in legno vennero progressivamente sostituiti con telai in ferro forgiato, si incominciò ad accrescere il diametro della ruota anteriore per aumentare la velocità e per superare più agevolmente le asperità del terreno, venne adoperato del caucciù a protezione dei cerchi delle ruote, si utilizzarono selle sospese su balestre metalliche per attutire i contraccolpi, si utilizzarono pedali regolabili che, variando il braccio di leva, modificavano la spinta da applicare, vennero introdotti dei freni a pattino. A partire dai primi anni '70 del 1800 iniziarono a diffondersi nuovi bicicli con ruota anteriore di grande diametro, ruota posteriore molto ridotta e telaio tubolare che monopolizzarono il mercato per un ventennio. L'aumento del diametro della ruota anteriore derivava dalla continua ricerca della velocità.
definizione
biciclo da corsa
misure
altezza: 153 cm; larghezza: 65 cm; lunghezza: 164 cm
materiali
metallo; gomma; legno; pelle
acquisizione
Civico Museo Navale Didattico-Comune di Milano (1966)
settore
Trasporti terrestri
bibliografia
Andric D./ Bozzini G./ Ormezzano G.P., Storia della bicicletta : Dalle origini alla mountain bike, Milano, TCI, 1991

Smith Hempstone O./ Berkebile D.H., Wheels and wheeling : The Smithsonian cycle collection, Washington, Smithsonian Instituition Press, 1974
tipologia
biciclo
scheda ICCD
PST