Dictaphone Dictating Machine Model A-T


1937

inventario
IGB-8865
autori
collocazione
deposito
descrizione
L'apparecchio è inglobato in un carrello a base rettangolare, in metallo grigio, poggiante su quattro rotelle in gomma dura. Il dittafono è montato su un ripiano richiudibile nella porzione superiore del lato frontale. A sportelli chiusi, il carrello presenta superifici piane; i lati anteriore e posteriore tuttavia si curvano progressivamente, incontrandosi sulla sommità. Nella parte anteriore del carrello si apre uno sportello per la conservazione di otto cilindri, disposti su due file; all'interno dello sportello si trova inoltre un vano portadocumenti o portaoggetti. Al di sopra dello sportello sono posti due interruttori per l'accensione del dittafono e per la selezione del dispositivo di registrazione (telefono o microfono); ogni interruttore è affiancato da una spia luminosa. Il dittafono vero e proprio è situato all'interno di uno sportello recrinabile costituto dalla parte superiore del carrello; abbassando lo sportello, per mezzo di un meccanismo a molla, il dittafono viene rialzato e fissato sul ripiano, mentre lo sportello scompare all'interno del carrello. Il dittafono è costituito da una base contenente il motore elettrico e da un piano superiore, dove si trovano il mandrino e la testina di registrazione. L'asse del mandrino è infilato in un volano riparato da una copertura in metallo, al quale il motore trasmette la rotazione. L'asse inoltre, per mezzo di ruote dentate, mette in rotazione anche la vite senza fine che, ruotando, trascina il supporto della testina lungo una guida parallela al mandrino. L'abbassamento della testina sul cilindro è comandato meccanicamente per mezzo di una leva sulla testina stessa. Collegato alla testina, inoltre, è presente un sistema per segnare la durata della registrazione sopra il blocchetto di fogli posto sul vassoietto frontale; la levetta montata sul retro del vassoio controlla l'inserimento e l'estrazione del blocchetto per le annotazioni. Nella parte destra del lato frontale si trova un gancio, rivestito di gomma, per appendere il microfono. All'interno del vano in cui è collocato il dittafono è presente un ulteriore sportello apribile. Il supporto tripolare per l'alimentazione dell'apparecchio si trova sul lato posteriore del carrello, accanto a due boccole per la connessione dell'accoppiatore telefonico e del dispositivo di amplificazione. L'apparecchio è dotato di una vaschetta estraibile da inserire sotto il mandrino per la raccolta degli scarti dell'incisione e di un microfono a carbone in bachelite, riposto all'interno dello sportello anteriore. All'interno dello sportello anteriore sono conservati otto cilindri di cera vergini, collocati nei propri contenitori di cartone.

I dittafoni sono apparecchi che venivano prelaventemente impiegati negli uffici per la registrazione e la riproduzione di corrispondenza corrente, successivamente da dattilografare. I primi dittafoni derivarono dal fonografo brevettato da Thomas Alva Edison (1848-1931) nel 1877. Sfruttando le vibrazioni sonore, Edison riuscì a incidere, per mezzo di una puntina mossa dalle vibrazioni di una membrana, la superficie di un cilindro, mantenuto ad una velocità di rotazione costante; facendo ripercorrere alla puntina il solco dell'incisione con la stessa velocità, le oscillazioni della puntina trasmettevano a loro volta la vibrazione alla membrana, che riproduceva il suono precedentemente registrato. Inizialmente, la superficie del cilindro era ricoperta di stagnola, ma la bassa qualità del suono spinse alla sperimentazione di diversi supporti per l'incisione; per la produzione dei cilindri, vennero quindi adottati speciali impasti a base di cera in diverse combinazioni di ingredienti. A partire dall'ultimo decennio del 1800 prese avvio lo sfruttamento commerciale del fonografo per le registrazioni musicali. Dal 1893 tuttavia il cilindro dovette confrontarsi con la concorrenza del disco che andò progressivamente affermandosi durante il primo decennio del 1900, per giungere al definitivo abbandono dei cilindri nel 1929. Se il consumo domestico vide prevalere il disco, il cilindro trovò tuttavia un'applicazione negli uffici con la diffusione dei dittafoni per la registrazione della corrispondenza destinata ad essere successivamente dattilografata. Per questo scopo vennero sviluppate macchine specializzate, basate su un principio di funzionamento del tutto simile al fonografo di Edison, che comprendevano apparecchi registratori, apparecchi riproduttori e piallatrici per livellare la superficie incisa. L'utilizzo dei dittafoni a cilindri rimase diffuso fino agli anni '50 del 1900, quando vennero sostituiti da dispositivi magnetici.
definizione
dittafono a cilindri
misure
altezza: 85 cm; larghezza: 35 cm; lunghezza: 29 cm
materiali
metallo; bachelite; gomma; cartone; cera
iscrizioni
DICTAPHONE / REG. U.S. PAT. OFF. / ELECTRONIC / DICTATING MACHINE (commerciale)
DICTAPHONE / REG. U.S. PAT. OFF. (commerciale)
MODEL / A-T / SERIAL NO. / 514167 (documentaria)
PATENT NOTICE / U.S.A. DES. 92941 - 2.051.792 / CANADA 1937 / GREAT BRITAIN - PAT. 457.247/35 / GERMANY D.R.P. 678.221 / MADE IN U.S.A. (documentaria)
DICTAPHONE / NUPHONIC (commerciale)
DICTAPHONE / NUPHONIC / REG. U.S. / PAT. OFF. / MADE IN / U.S.A. (commerciale)
DICTAPHONE / NON STATIC / REG. U.S. / PAT. OFF. / MADE IN / U.S.A. (commerciale)
8865 (inventariale)
settore
Tecniche del suono
bibliografia
Hemardinquer P., Le phonographe : et ses merveilleux progrès, Parigi, Masson, 1930

Chew V.K., Talking machins 1877 -1914 : Some aspects of the early history of the gramophone, London, H. M. Stationery Office, 1967

Assante E./ Ballanti F., La musica registrata, Roma, Audino, 2004
tipologia
dittafono
scheda ICCD
PST