Bermpohl Naturfarbenkamera/ Bermpohl Dreifarbenkamera


1900 - 1925

inventario
IGB-7759
autori
Bermpohl & Co. (costruttore apparecchio fotografico) ; Hugo Meyer & Co. (costruttore obiettivo)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparecchio è costruito prevalentemente in legno ed ha forma all'incirca parallelepipeda con maniglia laterale in cuoio per il trasporto.
Su tre lati dell'apparecchio sono inserite altrettante pareti estraibili, due in legno ed una in vetro opaco montata con cornice in legno, che permettono l'inserimento delle lastre fotografiche e la manutenzione interna.
Attraverso il vetro opaco era visibile il soggetto inquadrato ed era possibile la messa a fuoco.
Dalla parte opposta è inserito l'obiettivo con il dispositivo di regolazione del diaframma a iride e il dispositivo di scatto dell'otturatore.
Attraverso due rotelle, poste lateralmente, era possibile regolare la posizione dell'obiettivo rispetto alle lastre, permettendo così la messa a fuoco.

Fin dall'inizio della storia della fotografia si è sentito il bisogno di ritrarre la realtà con i suoi colori naturali.
Mentre ci si accontentava di ritocchi effettuati sulle stampe, molte furono le sperimentazioni per ottenere fotografie a colori.
Nel 1861 il fisico James Clerk Maxwell produsse la prima fotografia a colori: fece tre fotografie della stessa coccarda in tessuto scozzese (tartan) anteponendo alle lastre tre diversi filtri colorati: rosso, verde, blu. Poi proiettò le tre lastre con tre diversi proiettori, posponendo a ciscuno di essi un filtro dello stesso colore utilizzato per la ripresa (più un quarto proiettore con filtro giallo probabilmente perchè i negativi di quel tempo erano molto sensibili al blu). La sovrapposizione delle tre immagini produceva un'immagine a colori della coccarda.
Infatti questi tre colori primari, sovrapposti in varie proporzioni, danno tutti i colori dello spettro.
Alla fine del XIX secolo Frederic E. Ives e Adolf Miethe perfezionarono questo esperimento e crearono un apparecchio fotografico tricromatico che produceva dei cromogrammi da vedere con appositi proiettori.
Nel 1899 Miethe e Bermopohl, un produttore di apparecchi fotografici, introdussero sul mercato il primo apparecchio per tricromia che permetteva con un solo scatto di impressionare le tre lastre necessarie alla successiva stampa a colori dell'immagine.
Un'altra strada verso la fotografia a colori fu quella percorsa dai fratelli Lumiere che, a partire dal 1904, iniziarono a produrre le loro autocromie: spennellavano le lastre fotografiche in b/n a sali d'argento, con fecola e pigmenti di colori rosso, verde e blu ed emulsioni fissanti.
I granelli di fecola e pigmenti fungevano da filtri per la luce che incideva sulle lastre fotografiche. In questo modo si otteneva un negativo a colori (molto tenui) ma complementari rispetto a quelli veri. Procedendo alla stampa si ottenevanoi colori naturali.
Le autocromie sono le antesignane delle diapositive su pellicola sintetica a colori.
Questo apparecchio era distribuito in Italia da G. Bielloni di Milano.
definizione
apparecchio fotografico per tricromia, a soffietto, a lastre 9x12
misure
altezza: 21 cm; larghezza: 25 cm; profondità: 26 cm; profondità: 37 cm massima (apparecchio aperto)
materiali
legno; ottone; vetro; specchio
acquisizione
Publifoto (1966)
iscrizioni
Nr 854 (documentaria)
Nr. 960130 Doppler Plasmat 1:4 f = 21,5 cm (documentaria)
COMPOUND (documentaria)
MUSEO SCIENZA 7759 MILANO (documentaria)
732045 (documentaria)
settore
Fotocinematografia
tipologia
apparecchio fotografico
scheda ICCD
PST