Macchina fotografica Blair Stereo Weno


1902 - 1903

inventario
IGB-6052
autori
Blair Camera Co. (costruttore) ; Bausch & Lomb Optical Co. (costruttore obiettivo e otturatore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparecchio è racchiuso in un parallelepipedo in legno ricoperto in pelle.
Premendo un pulsante posto superiormente si apre lo sportello frontale dal quale si estraggono due obiettivi stereo con soffietti in pelle.
I due obiettivo sono uniti con telaio metallico che contiene anche l'otturatore stereo.
Questo telaio è collegato ad una guida orizzontale posta sull'interno dello sportello che permette l'avanzamento degli obiettivi.
Una levetta posta sul telaio, permette di fissare gli obiettivi nella posizione desiderata.
La distanza di posa si legge su una targhetta collocata sul coperchio che riporta tacche con distanze in metri (da 2 a 30) e piedi (da 6 a 100).
Al centro del telaio porta obiettivi, nella parte superiore, è inserita una levetta per la regolazione dell'apertura dei diaframmi da 128 a tutto aperto.
Sull'obiettivo destro si ha la regolazione dell'otturatore: sono disponibili le tre posizioni T, I, B. ("T" corrisponde ad otturatore che resta aperto finchè non si scatta nuovamente per chiuderlo, "I" a riprese istantanee con apertura/chiusura dell'otturatore, "B" ad otturatore che resta aperto finchè il dispositivo di scatto rimane premuto).
Sullo stesso obiettivo sono inserite laleva per lo scatto dell'otturatore e la valvola per l'inserzione del comando pneumatico di scatto (guaina e pompetta sono mancanti).
Sullo sportello è fissato anche il mirino a riflessione in legno.
Il dorso dell'apparecchio è apribile per permettere l'inserimento della pellicola in rullo (per formati 9x18cm).
Sul dorso, attraverso una finestrella rossa è visibile il numero della posa direttamente dal retro della pellicola.
Sotto all'apparecchio è presente un foro filettato per il posizionamento su cavalletto.

La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale.
I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni.
Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini.
Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851.
Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida.
Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili.
Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo).
Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti.
Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori.
Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800.
Il successo della fotografia stereoscopica proseguì fino al 1930 per riprendere brevemente negli anni '50 e '60. In quegli anni il View Master fu l'ultimo sistema stereoscopico largamente diffuso.
definizione
apparecchio fotografico stereoscopico, a soffietti, a pellicola in rullo
misure
altezza: 12,5 cm; larghezza: 26,5 cm; lunghezza: 16 cm; lunghezza: 5,5 cm minima
materiali
legno; metallo; pelle; ottone; vetro
acquisizione
Publifoto (1962)
iscrizioni
WENO (commerciale/ documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
White R., Discovering Old Cameras 1839 - 1939, Princes Risborough, UK, Shire Publications Ltd., 2001

Price Guide, Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996, Grantsburg, USA, Mc Keown, 1994
tipologia
apparecchio fotografico
scheda ICCD
PST