Voigtländer Brillant
1933 ca. - 1938 ca.
inventario
IGB-7761
autori
Voigtländer & Sohn
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Apparecchio fotografico di forma parallelepipeda e piccole dimensioni, in metallo verniciato.
Superiormente troviamo il mirino a pozzetto apribile, con paraluce in metallo.
Frontalmente sono inseriti, uno sopra l'altro due obiettivi: quello superiore, di traguardazione, per la messa fuoco e l'altro, di ripresa, per l'esposizione della pellicola, che comprende diaframma a iride e otturatore centrale.
I due obiettivi sono posti ad una distanza di qualche centimetro per cui l'errore di parallasse è minimo.
Dietro al primo obiettivo, all'interno dell'apparecchio è inserito uno specchietto inclinato.
Sul secondo obiettivo sono inseriti i dispositivi di regolazione della velocità di scatto dell'otturatore (1/25, 1/50 di secondo più la posa B in cui l'otturatore resta aperto fino a che non si rilasci il dispositivo di scatto), di messa fuoco a soggetto (ritratti, gruppi, paesaggi, per distanze di ripresa da 1m a infinito), di apertura del diaframma (con posizioni 9, 11, 22).
La levetta per lo scatto dell'otturatore è inserita sul secondo obiettivo in corrispondenza dell'otturatore stesso posizionato all'interno.
E' inoltre presente un foro per l'inserzione di uno scatto flessibile.
Aprendo la parete posteriore ed inferiore dell'apparecchio si accede all'interno per il posizionamento e la sostituzione della pellicola in rullo (per formati 6x9cm) su due bobine posizionate sopra e sotto la camera oscura.
Mediante quattro fermi apribili dall'esterno è possibile inserire o levare il rullo.
All'esterno, lateralmente, è inserita la rotella per l'avanzamento della pellicola.
Sotto l'apparecchio sono presenti una finestrella ricoperta da un vetrino rosso per la lettura del numero del fotogramma direttamente sul retro della pellicola e un foro filettato che permette il posizionamento su un treppiede.
Le reflex binoculari, si diffusero a partire dalla fine degli anni '20 del XX secolo, grazie alla semplicità d'uso e all'impiego di pellicole in rullo da cui si ottengono fotogrammi quadrati di dimensioni tali da ottenere stampe a contatto già di buone dimensioni o comunque una buona definizione dei dettagli.
Rispetto alle reflex monoculari hanno il pregio di avere lo specchio fisso senza necessità di farlo chiudere durante la ripresa, in questo modo il soggetto inquadrato è sempre visibile, anche al momento dello scatto. (Le prime reflex monoculari con visore a pozzetto non permettevano la visione del soggetto inquadrato durante lo scatto).
L'aspetto svantaggioso delle reflex binoculari è la difficoltà di disporre di ottiche intercambiabili, per un corredo ottico di maggiore flessibilità, necessario soprattutto ai fotografi professionisti. Inoltre bisognava tenere conto dell'inevitabile errore di parallasse che si aveva a causa della distanza tra l'obiettivo di traguardazione e quello di ripresa.
Questo tipo di apparecchi divenne molto popolare anche tra i fotografi di guerra e i fotoreporter grazie alla velocità d'uso e alla maneggevolezza dell'apparecchio.
Le reflex binoculari sono state utilizzate fino agli inizi degli anni '80.
Superiormente troviamo il mirino a pozzetto apribile, con paraluce in metallo.
Frontalmente sono inseriti, uno sopra l'altro due obiettivi: quello superiore, di traguardazione, per la messa fuoco e l'altro, di ripresa, per l'esposizione della pellicola, che comprende diaframma a iride e otturatore centrale.
I due obiettivi sono posti ad una distanza di qualche centimetro per cui l'errore di parallasse è minimo.
Dietro al primo obiettivo, all'interno dell'apparecchio è inserito uno specchietto inclinato.
Sul secondo obiettivo sono inseriti i dispositivi di regolazione della velocità di scatto dell'otturatore (1/25, 1/50 di secondo più la posa B in cui l'otturatore resta aperto fino a che non si rilasci il dispositivo di scatto), di messa fuoco a soggetto (ritratti, gruppi, paesaggi, per distanze di ripresa da 1m a infinito), di apertura del diaframma (con posizioni 9, 11, 22).
La levetta per lo scatto dell'otturatore è inserita sul secondo obiettivo in corrispondenza dell'otturatore stesso posizionato all'interno.
E' inoltre presente un foro per l'inserzione di uno scatto flessibile.
Aprendo la parete posteriore ed inferiore dell'apparecchio si accede all'interno per il posizionamento e la sostituzione della pellicola in rullo (per formati 6x9cm) su due bobine posizionate sopra e sotto la camera oscura.
Mediante quattro fermi apribili dall'esterno è possibile inserire o levare il rullo.
All'esterno, lateralmente, è inserita la rotella per l'avanzamento della pellicola.
Sotto l'apparecchio sono presenti una finestrella ricoperta da un vetrino rosso per la lettura del numero del fotogramma direttamente sul retro della pellicola e un foro filettato che permette il posizionamento su un treppiede.
Le reflex binoculari, si diffusero a partire dalla fine degli anni '20 del XX secolo, grazie alla semplicità d'uso e all'impiego di pellicole in rullo da cui si ottengono fotogrammi quadrati di dimensioni tali da ottenere stampe a contatto già di buone dimensioni o comunque una buona definizione dei dettagli.
Rispetto alle reflex monoculari hanno il pregio di avere lo specchio fisso senza necessità di farlo chiudere durante la ripresa, in questo modo il soggetto inquadrato è sempre visibile, anche al momento dello scatto. (Le prime reflex monoculari con visore a pozzetto non permettevano la visione del soggetto inquadrato durante lo scatto).
L'aspetto svantaggioso delle reflex binoculari è la difficoltà di disporre di ottiche intercambiabili, per un corredo ottico di maggiore flessibilità, necessario soprattutto ai fotografi professionisti. Inoltre bisognava tenere conto dell'inevitabile errore di parallasse che si aveva a causa della distanza tra l'obiettivo di traguardazione e quello di ripresa.
Questo tipo di apparecchi divenne molto popolare anche tra i fotografi di guerra e i fotoreporter grazie alla velocità d'uso e alla maneggevolezza dell'apparecchio.
Le reflex binoculari sono state utilizzate fino agli inizi degli anni '80.
definizione
apparecchio fotografico reflex binoculare, con mirino a pozzetto, a pellicola 6x9cm
misure
altezza: 17 cm ca.; larghezza: 8,5 cm ca.; lunghezza: 10 cm ca.; peso: 500 g ca.; altezza: 12 cm (apparecchio chiuso)
materiali
metallo; vetro
acquisizione
Publifoto (1966)
iscrizioni
BRILLANT (documentaria)
Anastigmat Voigtar 1:9 F=7.5 (documentaria)
Paesaggi Gruppi Ritratti infinito-4 4-2 2-1 (documentaria)
GERMANY (documentaria)
6x9 Film B2 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 7761 MILANO (documentaria)
Anastigmat Voigtar 1:9 F=7.5 (documentaria)
Paesaggi Gruppi Ritratti infinito-4 4-2 2-1 (documentaria)
GERMANY (documentaria)
6x9 Film B2 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 7761 MILANO (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Price Guide, Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996, Grantsburg, USA, Mc Keown, 1994
Hedgecoe J., Fotografare : tecnica e arte, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1976
White R., Discovering Old Cameras 1839 - 1939, Princes Risborough, UK, Shire Publications Ltd., 2001
Williamson D., Comprehensive Guide for Camera Collectors, Atglen, USA, Schiffer Publishing Ltd., 2004
Hedgecoe J., Fotografare : tecnica e arte, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1976
White R., Discovering Old Cameras 1839 - 1939, Princes Risborough, UK, Shire Publications Ltd., 2001
Williamson D., Comprehensive Guide for Camera Collectors, Atglen, USA, Schiffer Publishing Ltd., 2004
tipologia
apparecchio fotografico
scheda ICCD
PST