Eumig Mark 610D
1973 ca.
inventario
IGB-9756
autori
Eumig
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Cineproiettore in plastica da tavolo con maniglia, poggiante su piedini di cui quello frontale ad altezza regolabile.
Il corpo centrale racchiude il motore elettrico e il dispositivo illuminante. Sulla base, lateralmente, è inserito un commutatore che funge da interruttore centrale per il funzionamento del proiettore: inserimento pellicola, proiezione, avviamento, riavvolgimento rapido, stop.
Su una parete laterale è inserito l'obiettivo Eumig Vario-Eupronet 1:1,3 f=15-30mm, con messa a fuoco mediante un'apposita rotella collocata lateralmente e zoom ruotando l'apposita ghiera sull'obiettivo (da 15 a 30mm). Sulla stessa parete laterale troviamo un commutatore per variare la velocità della pellicola (in particolare per vedere al rallentatore) da singolo fotogramma alla velocità normale (0, 3, 6, 9, 12, 18 fotogrammi al secondo), una levetta per la scelta del formato (18 fotogrammi al secondo, standard, super single), una levetta per regolare la nitidezza dell'immagine (regola la posizione delle linea di divisione tra i fotogrammi).
Dietro al scatola in cui è contenuto l'obiettivo si colloca una luce pilota che indica quando la lampada si è riscaldata a sufficienza, il perno rotante porta bobina universale (che raccoglie la pellicola già proiettata). Davanti invece si alza il braccio porta bobina in cui inserire la bobina contenente la pellicola super 8, single 8 oppure standard 8. Sopra all'obiettivo è inserita la fessura per l'ingresso della pellicola nel proiettore, sotto alla bobina posteriore è inserita la fessura di uscita.
Svitando l'apposita vite di blocco, posta dietro alla rotella di messa fuoco, si può levare il coperchio della scatola laterale per accedere alla lampada ed effettuare la manutenzione. Sono inoltre visibili le guide interne che regolano il percorso della pellicola all'interno del proiettore.
Sul retro troviamo una presa per il cavo di collegamento alla rete elettrica e una presa per il collegamento di un registratore a cassetta.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili.
Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro.
Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia.
Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso.
I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Il corpo centrale racchiude il motore elettrico e il dispositivo illuminante. Sulla base, lateralmente, è inserito un commutatore che funge da interruttore centrale per il funzionamento del proiettore: inserimento pellicola, proiezione, avviamento, riavvolgimento rapido, stop.
Su una parete laterale è inserito l'obiettivo Eumig Vario-Eupronet 1:1,3 f=15-30mm, con messa a fuoco mediante un'apposita rotella collocata lateralmente e zoom ruotando l'apposita ghiera sull'obiettivo (da 15 a 30mm). Sulla stessa parete laterale troviamo un commutatore per variare la velocità della pellicola (in particolare per vedere al rallentatore) da singolo fotogramma alla velocità normale (0, 3, 6, 9, 12, 18 fotogrammi al secondo), una levetta per la scelta del formato (18 fotogrammi al secondo, standard, super single), una levetta per regolare la nitidezza dell'immagine (regola la posizione delle linea di divisione tra i fotogrammi).
Dietro al scatola in cui è contenuto l'obiettivo si colloca una luce pilota che indica quando la lampada si è riscaldata a sufficienza, il perno rotante porta bobina universale (che raccoglie la pellicola già proiettata). Davanti invece si alza il braccio porta bobina in cui inserire la bobina contenente la pellicola super 8, single 8 oppure standard 8. Sopra all'obiettivo è inserita la fessura per l'ingresso della pellicola nel proiettore, sotto alla bobina posteriore è inserita la fessura di uscita.
Svitando l'apposita vite di blocco, posta dietro alla rotella di messa fuoco, si può levare il coperchio della scatola laterale per accedere alla lampada ed effettuare la manutenzione. Sono inoltre visibili le guide interne che regolano il percorso della pellicola all'interno del proiettore.
Sul retro troviamo una presa per il cavo di collegamento alla rete elettrica e una presa per il collegamento di un registratore a cassetta.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili.
Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro.
Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia.
Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso.
I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
definizione
proiettore cinematografico elettrico, per pellicole 8mm
misure
altezza: 23 cm ca.; larghezza: 16 cm ca.; lunghezza: 30 cm ca.; peso: 5,6 kg ca.
materiali
plastica; metallo; vetro
acquisizione
Sealed Air s.r.l. (2006)
iscrizioni
MARK 610 D (documentaria)
EUMIG VARIO - EUPRONET 1,3/15-30 MADE IN AUSTRIA (documentaria)
EUMIG MARK 610 D 220/240V ~ 50Hz 175W PR LAMPE MAX 100W 12V (documentaria)
4496296 (documentaria)
EUMIG VARIO - EUPRONET 1,3/15-30 MADE IN AUSTRIA (documentaria)
EUMIG MARK 610 D 220/240V ~ 50Hz 175W PR LAMPE MAX 100W 12V (documentaria)
4496296 (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Eumig, Mark 610 D : cineproiettore per tutti i formati 8mm, Austria, Eumig, 1973
tipologia
proiettore cinematografico
scheda ICCD
PST