macchina di Horn
1840 - 1860
inventario
IGB-2269
autori
Horn, Thomas
(progettista/ costruttore)
collocazione
M0/ Sala Horn
descrizione
Questa macchina a vapore di Horn è costituita da una parte termica, organi di trasmissione e un grande volano.
La parte termica è composta da una caldaia (attualmente non presente), due cilindri, uno di dimensioni inferiori (ad alta pressione), l'altro di dimensioni superiori (a bassa pressione) e da un condensatore separato (attualmente non presente).
Caldaia e condensatore si trovavano sotto il resto della macchina.
Due colonnine (tubi) collegano la caldaia con il cilindro ad alta pressione e il cilindro a bassa pressione con il condensatore.
Sono inoltre presenti un cilindro con pompa per il vuoto, due aste verticali per l'azionamento delle pompe di circolazione dell'acqua ed un piccolo volano per il comando manuale dell'apertura e della chiusura.
L'immissione del vapore, regolata da cassetti di distribuzione, è controllata da un regolatore centrifugo collegato tramite una cinghia ad un albero motore.
Le aste degli stantuffi sono collegate, tramite un parallelogramma, ad un grande bilancere, sorretto da una colonna dorica.
Un sistema biella-manovella trasmette il moto all'albero motore sul quale è montato un grande volano che ne regolarizza il moto.
Misure caratteristiche dei cilindri:
cilindro ad alta pressione, diametro interno, cm 25;
cilindro ad alta pressione, corsa, cm 80;
cilindro a bassa pressione, diametro interno, cm 47;
cilindro a bassa pressione, corsa, cm 110.
La macchina di Horn fu costruita circa nel 1860 da Thomas Horn, a Westminster, Londra, secondo il brevetto di Woolf (1804-1822).
Era utilizzata a St. Neots, Cambridge, nella Paine & Co. Ltd., una fabbrica per la produzione del malto di birra, ove rimase in funzione per circa un secolo.
Nel febbraio 1957, i proprietari della ditta Paine & Co. Ltd. offrirono la loro macchina al Museo. La macchina, inutilizzata da decenni, venne smontata da due operai, sotto la supervisione del personale del Museo, trasportata a Londra, da lì via nave a Genova e poi via terra, a Milano. Si passò immediatamente al rimontaggio che terminò il 4 di Novembre dello stesso anno.
Al momento dell'installazione della macchina di Horn al Museo, fu montato come riduttore l'alzo di un cannone americano da 155 mm: costava poco e svolse per molti anni il suo compito (muovere la macchina al posto del vapore per simularne il funzionamento).
E' una macchina a doppia espansione ovvero operante con due cilindri ad alta e bassa pressione che permettono rendimenti più elevati e consumi inferiori rispetto alle macchine a vapore precedenti.
La macchina a vapore a doppia espansione fu brevettata nel 1781 da J. Hornblower senza ottenere risultati pratici soddisfacenti.
Nel 1804 A.Woolf e H. Edwards brevettarono una macchina simile che, nel 1811, diede i rendimenti voluti: era stato trovato il giusto rapporto tra i due cilindri. Infatti il rendimento di una macchina a vapore è elevato se, a parità delle altre condizioni, vi è una grande differenza tra il massimo e il minimo dei valori che assume la pressione nel cilindro durante la corsa dello stantuffo. Per ottenere differenze di 2 o più atmosfere bisognava far entrare il vapore nel cilindro in forte pressione e lasciare che espandesse il più possibile, ma questo avrebbe richiesto una corsa molto lunga dello stantuffo. Per ovviare a ciò pensarono di spezzare questa corsa facendo passare il vapore in un secondo cilindro parallelo al primo e più grande perchè doveva contenere la stessa quantità di vapore del primo ma più espansa.
La grande colonna dorica, ispirata allo stile neoclassico, testimonia la ricerca estetica del nascente design industriale.
La parte termica è composta da una caldaia (attualmente non presente), due cilindri, uno di dimensioni inferiori (ad alta pressione), l'altro di dimensioni superiori (a bassa pressione) e da un condensatore separato (attualmente non presente).
Caldaia e condensatore si trovavano sotto il resto della macchina.
Due colonnine (tubi) collegano la caldaia con il cilindro ad alta pressione e il cilindro a bassa pressione con il condensatore.
Sono inoltre presenti un cilindro con pompa per il vuoto, due aste verticali per l'azionamento delle pompe di circolazione dell'acqua ed un piccolo volano per il comando manuale dell'apertura e della chiusura.
L'immissione del vapore, regolata da cassetti di distribuzione, è controllata da un regolatore centrifugo collegato tramite una cinghia ad un albero motore.
Le aste degli stantuffi sono collegate, tramite un parallelogramma, ad un grande bilancere, sorretto da una colonna dorica.
Un sistema biella-manovella trasmette il moto all'albero motore sul quale è montato un grande volano che ne regolarizza il moto.
Misure caratteristiche dei cilindri:
cilindro ad alta pressione, diametro interno, cm 25;
cilindro ad alta pressione, corsa, cm 80;
cilindro a bassa pressione, diametro interno, cm 47;
cilindro a bassa pressione, corsa, cm 110.
La macchina di Horn fu costruita circa nel 1860 da Thomas Horn, a Westminster, Londra, secondo il brevetto di Woolf (1804-1822).
Era utilizzata a St. Neots, Cambridge, nella Paine & Co. Ltd., una fabbrica per la produzione del malto di birra, ove rimase in funzione per circa un secolo.
Nel febbraio 1957, i proprietari della ditta Paine & Co. Ltd. offrirono la loro macchina al Museo. La macchina, inutilizzata da decenni, venne smontata da due operai, sotto la supervisione del personale del Museo, trasportata a Londra, da lì via nave a Genova e poi via terra, a Milano. Si passò immediatamente al rimontaggio che terminò il 4 di Novembre dello stesso anno.
Al momento dell'installazione della macchina di Horn al Museo, fu montato come riduttore l'alzo di un cannone americano da 155 mm: costava poco e svolse per molti anni il suo compito (muovere la macchina al posto del vapore per simularne il funzionamento).
E' una macchina a doppia espansione ovvero operante con due cilindri ad alta e bassa pressione che permettono rendimenti più elevati e consumi inferiori rispetto alle macchine a vapore precedenti.
La macchina a vapore a doppia espansione fu brevettata nel 1781 da J. Hornblower senza ottenere risultati pratici soddisfacenti.
Nel 1804 A.Woolf e H. Edwards brevettarono una macchina simile che, nel 1811, diede i rendimenti voluti: era stato trovato il giusto rapporto tra i due cilindri. Infatti il rendimento di una macchina a vapore è elevato se, a parità delle altre condizioni, vi è una grande differenza tra il massimo e il minimo dei valori che assume la pressione nel cilindro durante la corsa dello stantuffo. Per ottenere differenze di 2 o più atmosfere bisognava far entrare il vapore nel cilindro in forte pressione e lasciare che espandesse il più possibile, ma questo avrebbe richiesto una corsa molto lunga dello stantuffo. Per ovviare a ciò pensarono di spezzare questa corsa facendo passare il vapore in un secondo cilindro parallelo al primo e più grande perchè doveva contenere la stessa quantità di vapore del primo ma più espansa.
La grande colonna dorica, ispirata allo stile neoclassico, testimonia la ricerca estetica del nascente design industriale.
definizione
motrice a vapore compound
misure
altezza: 400 cm; larghezza: 270 cm; lunghezza: 600 cm; potenza: 30 CV; peso: 18 t; diametro: 420 cm (volano); lunghezza: 330 cm (bilanciere)
materiali
ferro (fusione/ battitura); acciaio; ottone; bronzo; ghisa; cuoio
acquisizione
Paynes' Neots (1957)
iscrizioni
A. BRADSHAW'S
PATENT (commerciale)
ASBESTOS PACKED PATENT (commerciale)
ASBESTOS PACKED PATENT (commerciale)
settore
Energia
bibliografia
Motori Primi, Motori Primi Metallurgia - Fonderia : nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1959
Forti U., Tecnica e Progresso Umano, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1963
Storia Tecnologia, Storia della Tecnologia, Torino, Boringhieri, 1965
Curti O., Un Museo per Milano : Un protagonista racconta gli anni della nascita del Museo della Scienza, Garbagnate Milanese (MI), Anthelios Edizioni, 2000
Forti U., Tecnica e Progresso Umano, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1963
Storia Tecnologia, Storia della Tecnologia, Torino, Boringhieri, 1965
Curti O., Un Museo per Milano : Un protagonista racconta gli anni della nascita del Museo della Scienza, Garbagnate Milanese (MI), Anthelios Edizioni, 2000
tipologia
motrice a vapore
scheda ICCD
PST