Addizionatrice Dalton


1913 - 1914

inventario
IGB-8807
autori
collocazione
deposito
descrizione
Addizionatrice con stampante, avente un corpo in ghisa, verniciata di nero. E' dotata di una tastiera ridotta, costituita da dieci tasti in gomma dura bianca, disposti su due file; i bottoni dei tasti riportano, accanto alla numerazione progressiva da 0 a 9, anche il numero complementare per ciascun valore, segnato in rosso. Ai lati della tastiera si trovano tre tasti di cui uno con bottone rosso per il comando di ripetizione dell'operazione. Nella parte frontale è applicato un inserito in vetro che permette di vedere il movimento interno dei meccanismi. Sul piano superiore sporge verticalmente la copertura del complesso dei blocchi di impressione per la stampa dei caratteri sul rotolo di carta; i blocchi di impressione sono costituiti da dieci segmenti paralleli in metallo disposti verticalmente, ognuno dei quali ospita dieci caratteri tipografici, numerati da 0 a 9 e spinti verso il punto di impressione da un martelletto azionato da leve. Il sistema di stampa è completato da due portabobine di nastro, dal rullo rivestito di gomma e dal supporto del rotolo di carta, installato sul retro della macchina; sul piano superiore inoltre è posto il tasto per escludere la stampa. Sul fianco destro dell'addizionatrice si trova la manovella, con impugnatura in legno, per la totalizzazione delle cifre.

Nell'evoluzione del calcolo automatizzato, le addizionatrici sono macchine dal funzionamento semplificato rispetto alle calcolatrici, in quanto consentono l'esecuzione soltanto di addizioni e di sottrazioni; moltiplicazioni e divisioni vengono ottenute da una serie ripetuta di addizioni e sottrazioni. La prima addizionatrice realizzata, la Pascalina, fu ideata nel 1642 dal pensatore francese Blaise Pascal, che ispirò altre macchine realizzate successivamente. Una grande innovazione tecnologica fu l'introduzione sul mercato del Comptometer di Dorr. E. Felt nel 1887; si trattava infatti della prima macchina da calcolo dotata di tastiera al posto di quadranti e manovelle. La tastiera segnò un notevole miglioramento delle prestazioni delle macchine per il calcolo automatizzato, semplificandone e velocizzandone l'uso. Inizialmente le tastiere erano costituite da un certo numero di colonne di tasti, generalmente da sei a tredici, in cui i tasti erano numerati da 1 a 9. Le addizionatrici Dalton, apparse nel 1902, segnarono un ulteriore passo in avanti con l'adozione della tastiera ridotta, costituita da soli dieci tasti numerati da 0 a 9; grazie alla tastiera ridotta, la velocità di utilizzo venne accresciuta ulteriormente dato che l'operatore era libero dall'obbligo di controllare la tastiera durante l'impostazione dei numeri.
Un'altra innovazione adottata dalle macchine Dalton consiste nell'utilizzo di un azionatore intermedio per la totalizzazione dei numeri, comandato dalla leva. Nelle tastiere ad azionamento diretto, premendo un tasto, il numero viene immediatamente conteggiato sul totalizzatore; con l'azionatore intermedio invece è necessario impostare il numero sulla tastiera e successivamente utilizzare la leva per la visualizzazione sul totalizzatore. Introducendo questo sistema, veniva offerta la possibilità di correggere eventuali errori di digitazione.
La datazione dell'esemplare posseduto dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci è stata determinata in base alle iscrizioni presenti sulla macchina.
definizione
addizionatrice meccanica
misure
altezza: 37 cm; larghezza: 36 cm; lunghezza: 36 cm
materiali
ghisa; acciaio; gomma; vetro; legno; ebanite
acquisizione
Galeazzi, Lina (1987)
iscrizioni
DALTON (commerciale)
DALTON (commerciale)
DALTON / ADDING / MACHINE / CO. / POPLAR BLUFF. MO., U.S.A. / PAT. AUG. 1, 1899 N° 630053 / REISSUE DEC. 27, '04 N° 12298 / PAT. SEPT. 24, 1912 N° 1039130 / PAT. DEC. 31, 1912 N° 104905 / PAT. DEC. 31, 1912 N° 1048083 (commerciale)
NO 21182 (documentaria)
8807 (inventariale)
settore
Calcolo e Informatica
tipologia
addizionatrice
scheda ICCD
PST