Archimedes Model C 16
1913
inventario
IGB-8801
autori
Reinhold Pöthig
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Calcolatrice meccanica con basamento in ghisa, avente una superficie zigrinata di colore antracite, e fondo in cartone. Il piano superiore, inclinato e verniciato di nero, ospita i comandi operativi della macchina. L'impostazione della cifra da operare avviene mediante dieci cursori, correnti in altrettante fessure verticali, ciascuna affiancata da una numerazione da 1 a 9; i valori selezionati vengono visualizzati nelle dieci finestrelle poste in capo ad ogni colonna. Sul lato destro del piano è posizionata la manovella, con impugnatura in ebanite, per la totalizzazione delle cifre e dei risultati. Sul lato sinistro del piano sono situate due levette per l'impostazione del tipo di operazione che si intende eseguire. La parte superiore del piano è occupata da un carrello mobile, sollevabile e spostabile attraverso la manopole in ebanite posta nella parte sinistra. Il carrello ospita il totalizzatore, costituito da sedici finestrelle affiancate ed un altro contatore composto da nove finestrelle. All'estremità destra del contatore e del totalizzatore sono poste due leve con impugnatura in celluloide.
Nell'evoluzione del calcolo automatizzato, il passaggio dalle addizionatrici alle le calcolatrici è caratterizzato dalla presenza di un organo meccanico, detto traspositore, che consente l'automazione della moltiplicazione attraverso la memorizzazione del fattore sul numeratore. La prima macchina di questo tipo viene realizzata dal filosofo e matematico tedesco Gottfried Leibniz, il quale, tra il 1671 e il 1694, si è dedicato allo sviluppo della macchina aritmetica di Blaise Pascal del 1642. La fondamentale innovazione introdotta da Leibniz consiste nell'utilizzo di un pignone con denti di diversa lunghezza, grazie al quale ha reso possibile la ripetizione automatica dell'addizione, ottenendo la moltiplicazione senza la necessità della continua reimpostazione dei numeri. Un notevole perfezionamento della calcolatrice di Leibniz è avvenuto per merito di Charles-Xavier Thomas che nel 1820 ha brevettato l'Arithmometre; in questa macchina il totalizzatore è posto su un carrello spostabile in base agli ordini di unità dei numeri da operare, caratteristica che permette di accorciare enormemente i tempi operativi. La calcolatrice di Thomas è servita come prototipo per ulteriori sviluppi di macchine da essa derivate, tra le quali si può inserire la calcolatrice Archimedes.
La produzione del'Archimedes è stata avviata nel 1906 con il modello A; diversi modelli si sono succeduti nel tempo. Il modello C è stato introdotto nel 1913; l'esemplare posseduto dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" rappresenta la seconda versione del modello C con la disposizione del meccanismo di impostazione dei numeri collocato al di sopra delle fessure sui cui si muovono i cursori.
Nell'evoluzione del calcolo automatizzato, il passaggio dalle addizionatrici alle le calcolatrici è caratterizzato dalla presenza di un organo meccanico, detto traspositore, che consente l'automazione della moltiplicazione attraverso la memorizzazione del fattore sul numeratore. La prima macchina di questo tipo viene realizzata dal filosofo e matematico tedesco Gottfried Leibniz, il quale, tra il 1671 e il 1694, si è dedicato allo sviluppo della macchina aritmetica di Blaise Pascal del 1642. La fondamentale innovazione introdotta da Leibniz consiste nell'utilizzo di un pignone con denti di diversa lunghezza, grazie al quale ha reso possibile la ripetizione automatica dell'addizione, ottenendo la moltiplicazione senza la necessità della continua reimpostazione dei numeri. Un notevole perfezionamento della calcolatrice di Leibniz è avvenuto per merito di Charles-Xavier Thomas che nel 1820 ha brevettato l'Arithmometre; in questa macchina il totalizzatore è posto su un carrello spostabile in base agli ordini di unità dei numeri da operare, caratteristica che permette di accorciare enormemente i tempi operativi. La calcolatrice di Thomas è servita come prototipo per ulteriori sviluppi di macchine da essa derivate, tra le quali si può inserire la calcolatrice Archimedes.
La produzione del'Archimedes è stata avviata nel 1906 con il modello A; diversi modelli si sono succeduti nel tempo. Il modello C è stato introdotto nel 1913; l'esemplare posseduto dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" rappresenta la seconda versione del modello C con la disposizione del meccanismo di impostazione dei numeri collocato al di sopra delle fessure sui cui si muovono i cursori.
definizione
calcolatrice meccanica
misure
altezza: 12 cm; larghezza: 39,5 cm; lunghezza: 18 cm; peso: 12 kg
materiali
ghisa; acciaio; ottone; ebanite; gomma; cartone; celluloide
acquisizione
Galeazzi, Lina (1987)
iscrizioni
ARCHIMEDES / REINHOLD POTHIG / GLASHUTTE I , SA. (commerciale)
PATENT (documentaria)
8801 (inventariale)
PATENT (documentaria)
8801 (inventariale)
settore
Calcolo e Informatica
bibliografia
Dal Quipu, Dal Quipu al Chip : mostra storica del calcolo, a cura di Soresini F., Milano, Smau, 1988
Soresini F., Storia del calcolo automatico, Roma, Confederazione Generale dell'Industria Italiana, 1977, 3
Martin E., The calculating machines : their history and development, Cambridge, MIT Press, 1992
Soresini F., Storia del calcolo automatico, Roma, Confederazione Generale dell'Industria Italiana, 1977, 3
Martin E., The calculating machines : their history and development, Cambridge, MIT Press, 1992
tipologia
calcolatrice
scheda ICCD
PST