Televisore Phonola - FIMI Marziano Modello 1718
1956 - 1961
inventario
D-964
autori
Berizzi, Sergio
(designer)
; Butté, Cesare
(designer)
; Montagni, Dario
(designer)
; Phonola SA, FIMI
(costruttore/ produttore)
collocazione
deposito
descrizione
Televisore a cinescopio orientabile da 17 pollici con deflessione a 90° e focalizzazione elettrostatica.
L'involucro del cinescopio è in plastica stampata grigio scuro e racchiude e protegge il tubo catodico. Gli organi riceventi e di comando sono separati da quelli di trasmissione e sono contenuti in una cassetta in legno posta sotto al cinescopio.
Nella cassetta sono contenuti il circuito supereterodina a 21 valvole e un diodo a cristallo, un altoparlante ellittico e l'antenna.
Su una parete laterale della cassetta si trovano i comandi d'uso costituiti da diverse manopole per la regolazione della sintonia, del volume, del contrasto, della luminosità, della sincronia orizzontale e verticale, dell'amplificazione. Sulla parete posteriore sono presenti una presa per il collegamento alla rete elettrica e una per il comando a distanza (telecomando).
La nascita dei televisori come elettrodomestici risale alla metà degli anni '30 negli Stati Uniti.
I primi televisori, dotati di grossi tubi catodici sistemati in verticale, erano costituiti da mobili in legno con uno specchio obliquo posizionato nella parte alta che rifletteva l'immagine proveniente dal tubo catodico.
Successivamente il tubo catodico venne posizionato in orizzontale e la visione avveniva direttamente sul video posto nella faccia anteriore del mobile.
Questa nuova visione facilitò la visione collettiva e la diffusione della televisione come strumento di svago.
In Italia la televisione arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Le forze riformiste, escluse dal governo e dalla politica, erano alla ricerca di formule operative in grado di riconciliare cultura e realtà. Tutto rifletteva il desiderio di ristabilire un rapporto conoscitivo attivo tra classe intellettuale e masse.
Nel frattempo, la ripresa economica vide la crescente richiesta di oggetti che fossero simbolo di modernità e ricchezza. Il design si concentrò sul rinnovamento delle "forme dell'abitare" come simbolo del cambiamento profondo della società. La produzione di massa di prodotti di arredo innovativi sembrava un'occasione per superare le strozzature della cultura del paese e il suo livello di arretratezza.
Televisori, frigoriferi, lavatrici divennero beni di consumo molto richiesti.
Nel 1956, solo due anni dopo i primi programmi televisivi in Italia, la FIMI presentò un televisore dal design molto innovativo. Progettato e disegnato da Sergio Berizzi, Cesare Buttè e Dario
Montagni era un apparecchio molto diverso da quelli in produzione fino a quel momento. In particolare per la separazione tra schermo e comandi. Di questo modello, denominato il Marziano, ne sono rimasti pochi esemplari tra cui uno conservato al MoMa di New York e uno alla Triennale di Milano.
Il design del tempo però era interessato maggiormente alla riduzione a forme semplici ma dinamiche, all'identificazione della struttura come segno portante dell'oggetto. Un modo di operare ancora architettonico, che affrontava il progetto di design come parte terminale di un progetto più ampio per arrivare, attraverso l'architettura, all'oggetto e all'utensile. Le linee aerodinamiche, la simmetria, la riduzione delle forme, l'impiego di materiali poveri e facilmente reperibili, l'adozione di tecnologie elementari, entrarono a far parte del codice stilistico dei designer e dell'industria italiana.
In particolare, per i televisori, questo corrispose ad una ricerca di maggiore compattezza e di nuovi materiali.
Saranno gli anni '60, con l'avvento del transistor, a rendere possibile la produzione di televisori più piccoli ed economici. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959.
Il primo televisore a transitor italiano si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14. Rivoluzionario nell'aspetto e nei materiali ma anche nella componentistica interna suddivisa in blocchi a seconda delle funzioni per facilitarne lo smontaggio e le riparazioni.
La crisi degli anni '70 si fece sentire anche nel settore dell'elettronica di consumo e la concorrenza delle industrie giapponesi aumentò le difficoltà dell'industria italiana.
Nel 1973 venne introdotta la televisione a colori in Italia, quando finalmente gli enti pubblici decisero se utilizzare come standard televisivo a colori il sistema PAL (sviluppato in Germania) o il sistema SECAM (sviluppato in Francia), adottando il primo.
Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della nascita del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. Le diminuite dimensioni dei componenti permisero nuove forme, dimensioni e ricerche estetiche. Nuovi materiali come il polistirene permisero nuove forme squadrate, di colori scuri.
Nascono anche i primi televisori ad alta definizione e realizzati con attenzione all'alta qualità del suono. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni, ne è un esempio il TVC 26" progettato da Mario Bellini.
Altro designer molto importante che si dedicò, negli anni '70 ed '80, alla ricerca di nuove forme di design applicate ai televisori fu Ettore Sottsass.
Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori è stata l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico) seppure la nuova tendenza di mercato vada verso l'uso di maxischermi e non più di televisori in miniatura.
La nuova frontiera del mercato dei televisori è l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati. Un altro tipo di fruizione è la visione digitale attraverso i personal computer.
L'involucro del cinescopio è in plastica stampata grigio scuro e racchiude e protegge il tubo catodico. Gli organi riceventi e di comando sono separati da quelli di trasmissione e sono contenuti in una cassetta in legno posta sotto al cinescopio.
Nella cassetta sono contenuti il circuito supereterodina a 21 valvole e un diodo a cristallo, un altoparlante ellittico e l'antenna.
Su una parete laterale della cassetta si trovano i comandi d'uso costituiti da diverse manopole per la regolazione della sintonia, del volume, del contrasto, della luminosità, della sincronia orizzontale e verticale, dell'amplificazione. Sulla parete posteriore sono presenti una presa per il collegamento alla rete elettrica e una per il comando a distanza (telecomando).
La nascita dei televisori come elettrodomestici risale alla metà degli anni '30 negli Stati Uniti.
I primi televisori, dotati di grossi tubi catodici sistemati in verticale, erano costituiti da mobili in legno con uno specchio obliquo posizionato nella parte alta che rifletteva l'immagine proveniente dal tubo catodico.
Successivamente il tubo catodico venne posizionato in orizzontale e la visione avveniva direttamente sul video posto nella faccia anteriore del mobile.
Questa nuova visione facilitò la visione collettiva e la diffusione della televisione come strumento di svago.
In Italia la televisione arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Le forze riformiste, escluse dal governo e dalla politica, erano alla ricerca di formule operative in grado di riconciliare cultura e realtà. Tutto rifletteva il desiderio di ristabilire un rapporto conoscitivo attivo tra classe intellettuale e masse.
Nel frattempo, la ripresa economica vide la crescente richiesta di oggetti che fossero simbolo di modernità e ricchezza. Il design si concentrò sul rinnovamento delle "forme dell'abitare" come simbolo del cambiamento profondo della società. La produzione di massa di prodotti di arredo innovativi sembrava un'occasione per superare le strozzature della cultura del paese e il suo livello di arretratezza.
Televisori, frigoriferi, lavatrici divennero beni di consumo molto richiesti.
Nel 1956, solo due anni dopo i primi programmi televisivi in Italia, la FIMI presentò un televisore dal design molto innovativo. Progettato e disegnato da Sergio Berizzi, Cesare Buttè e Dario
Montagni era un apparecchio molto diverso da quelli in produzione fino a quel momento. In particolare per la separazione tra schermo e comandi. Di questo modello, denominato il Marziano, ne sono rimasti pochi esemplari tra cui uno conservato al MoMa di New York e uno alla Triennale di Milano.
Il design del tempo però era interessato maggiormente alla riduzione a forme semplici ma dinamiche, all'identificazione della struttura come segno portante dell'oggetto. Un modo di operare ancora architettonico, che affrontava il progetto di design come parte terminale di un progetto più ampio per arrivare, attraverso l'architettura, all'oggetto e all'utensile. Le linee aerodinamiche, la simmetria, la riduzione delle forme, l'impiego di materiali poveri e facilmente reperibili, l'adozione di tecnologie elementari, entrarono a far parte del codice stilistico dei designer e dell'industria italiana.
In particolare, per i televisori, questo corrispose ad una ricerca di maggiore compattezza e di nuovi materiali.
Saranno gli anni '60, con l'avvento del transistor, a rendere possibile la produzione di televisori più piccoli ed economici. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959.
Il primo televisore a transitor italiano si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14. Rivoluzionario nell'aspetto e nei materiali ma anche nella componentistica interna suddivisa in blocchi a seconda delle funzioni per facilitarne lo smontaggio e le riparazioni.
La crisi degli anni '70 si fece sentire anche nel settore dell'elettronica di consumo e la concorrenza delle industrie giapponesi aumentò le difficoltà dell'industria italiana.
Nel 1973 venne introdotta la televisione a colori in Italia, quando finalmente gli enti pubblici decisero se utilizzare come standard televisivo a colori il sistema PAL (sviluppato in Germania) o il sistema SECAM (sviluppato in Francia), adottando il primo.
Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della nascita del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. Le diminuite dimensioni dei componenti permisero nuove forme, dimensioni e ricerche estetiche. Nuovi materiali come il polistirene permisero nuove forme squadrate, di colori scuri.
Nascono anche i primi televisori ad alta definizione e realizzati con attenzione all'alta qualità del suono. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni, ne è un esempio il TVC 26" progettato da Mario Bellini.
Altro designer molto importante che si dedicò, negli anni '70 ed '80, alla ricerca di nuove forme di design applicate ai televisori fu Ettore Sottsass.
Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori è stata l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico) seppure la nuova tendenza di mercato vada verso l'uso di maxischermi e non più di televisori in miniatura.
La nuova frontiera del mercato dei televisori è l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati. Un altro tipo di fruizione è la visione digitale attraverso i personal computer.
definizione
televisore a valvole, bianco e nero, portatile, 17 pollici
misure
altezza: 64 cm; larghezza: 48 cm; lunghezza: 48 cm
materiali
metallo; legno; vetro; plastica
acquisizione
Pria, Carlo (2008)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Bramanti C., Design: il disegno industriale nella radio italiana / a cura di Carlo Bramanti, Albino, Sandit libri, 2005
Branzi A., Capire il design, a cura di Branzi A., Giunti Editore, 2007
Catalogo radio, Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1960-1961 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE), Milano, ANIE, 1960
Enciclopedia Televisione, Enciclopedia della Televisione, a cura di Grasso A., Milano, Garzanti, 2008
Radiomuseum, 1718, Radiomuseum, 2008
MOMA-Museum of Modern Art, 1718, in The Collection, New York, MOMA, 2007
Branzi A., Capire il design, a cura di Branzi A., Giunti Editore, 2007
Catalogo radio, Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1960-1961 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE), Milano, ANIE, 1960
Enciclopedia Televisione, Enciclopedia della Televisione, a cura di Grasso A., Milano, Garzanti, 2008
Radiomuseum, 1718, Radiomuseum, 2008
MOMA-Museum of Modern Art, 1718, in The Collection, New York, MOMA, 2007
tipologia
televisore
scheda ICCD
PST