Telecamera Philips LDK 26A
1976 - 1980
inventario
IGB-12167
autori
Philips
(progettista/ costruttore)
; Fuji Photo Film Co. Ltd
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Telecamera costituita da un corpo centrale in metallo marrone e beige che contiene una camera oscura con tubo di ripresa a colori, circuiti elettrici e preamplificatore. La parte anteriore è occupata dall'obiettivo.
Il corpo centrale ha una parte superiore inclinabile e orientabile che rappresenta il visore, con paraluce. Il visore ha uno schermo con paraluce corredato da manopole per bloccare la posizione in altezza. Sotto al visore si hanno alcuni tasti per la regolazione del colore nel mirino con le indicazioni red, green, blue e relative spie e un tasto di accensione lampada e uno per l'accensione della telecamera. Nella parte anterioresono presenti due luci rosse di esercizio.
Sul retro sono presenti alcune prese per accessori esterni, cuffie, manopole per la regolazione del volume e un deviatore ripresa/visione. Sotto, sui lati, si hanno varie prese e boccole.
Sui lati si hanno due maniglie laterali utilizzate per orientare la telecamera. Sotto una slitta permette l'inserimento su cavalletto.
L'obiettivo è inserito in una scocca metallica, ha un paraluce in plastica nera e un tappo in metallo. Aprendolo sono visibili i circuiti elettrici interni. Ai lati dell'obiettivo si hanno due piccole luci rosse di esercizio.
Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti da tre aziende, Allocchio Bacchini, Magneti Marelli e Safar, queste ultime due vennero autorizzate, dal governo fascista italiano, ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939.
La Magneti Marelli, su progetto del Prof. Vecchiacci e in collaborazione con la RCA, sviluppò per l'Eiar un trasmettitore TV posto sulla torre Littoria del Parco Sempione di Milano e una serie di televisori a tubo catodico. Questi vennero distribuiti nei negozi e ricevevano le trasmissioni sperimentali ad orari prefissati.
L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività.
Durante la guerra l'elettronica fece passi da gigante e al termine, soprattutto dagli Stati Uniti, giungevano esempi della più recente tecnologia elettronica. Nel 1950 l'Italia decise il suo standard: 625 righe per quadro e 25 quadri al secondo.
La prima stazione trasmittente televisiva della RAI fu installata a Torino nel 1949, la seconda a Milano nel 1952. Tra il maggio 1952 e il gennaio 1954 la Rai condurrà circa due anni di trasmissioni regolari, ma ancora sperimentali. Il 3 gennaio del 1954, si apre ufficialmente la storia della televisione italiana.
Fino all'avvento della registrazione magnetica a metà degli anni Sessanta, i programmi televisivi prodotti negli studi o in esterno potevano essere trasmessi solo in diretta o in differita con la tecnica "telecine" (da pellicola cinematografica; analizzando davanti ad un sistema di analisi televisiva). Infatti le scene erano riprese contemporaneamente da più telecamere in modo da poter mandare in onda la vista desiderata (primi piani, scena complessiva, diverse angolazioni).
Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia sceglierà lo standard PAL nel 1972. Il ritardo accumulato fu causato dal contesto politico/sociale e dalla cruciale scelta dello standard e non da limiti tecnologici. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno solo nel 1977.
Le telecamere a colori utilizzate dalla Rai in questo periodo provenivano dai paesi e dalle industrie aderenti al sistema PAL come ad esempio Germania (Bosch), Olanda (Philips). Si tratta di telecamere a transistor con tubi di ripresa più piccoli rispetto ai precedenti, tipo Plumbicon e Vidicon. Ogni telecamera è composta da tre tubi per i tre colori primari diversi (RGB - Red, Green and Blue). Inoltre non si ha più la ripresa separata di video e audio con telecamera e microfono, ma si può realizzare la registrazione magnetica dei programmi negli studi televisivi che permette di mandarli anche in differita.
Il corpo centrale ha una parte superiore inclinabile e orientabile che rappresenta il visore, con paraluce. Il visore ha uno schermo con paraluce corredato da manopole per bloccare la posizione in altezza. Sotto al visore si hanno alcuni tasti per la regolazione del colore nel mirino con le indicazioni red, green, blue e relative spie e un tasto di accensione lampada e uno per l'accensione della telecamera. Nella parte anterioresono presenti due luci rosse di esercizio.
Sul retro sono presenti alcune prese per accessori esterni, cuffie, manopole per la regolazione del volume e un deviatore ripresa/visione. Sotto, sui lati, si hanno varie prese e boccole.
Sui lati si hanno due maniglie laterali utilizzate per orientare la telecamera. Sotto una slitta permette l'inserimento su cavalletto.
L'obiettivo è inserito in una scocca metallica, ha un paraluce in plastica nera e un tappo in metallo. Aprendolo sono visibili i circuiti elettrici interni. Ai lati dell'obiettivo si hanno due piccole luci rosse di esercizio.
Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti da tre aziende, Allocchio Bacchini, Magneti Marelli e Safar, queste ultime due vennero autorizzate, dal governo fascista italiano, ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939.
La Magneti Marelli, su progetto del Prof. Vecchiacci e in collaborazione con la RCA, sviluppò per l'Eiar un trasmettitore TV posto sulla torre Littoria del Parco Sempione di Milano e una serie di televisori a tubo catodico. Questi vennero distribuiti nei negozi e ricevevano le trasmissioni sperimentali ad orari prefissati.
L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività.
Durante la guerra l'elettronica fece passi da gigante e al termine, soprattutto dagli Stati Uniti, giungevano esempi della più recente tecnologia elettronica. Nel 1950 l'Italia decise il suo standard: 625 righe per quadro e 25 quadri al secondo.
La prima stazione trasmittente televisiva della RAI fu installata a Torino nel 1949, la seconda a Milano nel 1952. Tra il maggio 1952 e il gennaio 1954 la Rai condurrà circa due anni di trasmissioni regolari, ma ancora sperimentali. Il 3 gennaio del 1954, si apre ufficialmente la storia della televisione italiana.
Fino all'avvento della registrazione magnetica a metà degli anni Sessanta, i programmi televisivi prodotti negli studi o in esterno potevano essere trasmessi solo in diretta o in differita con la tecnica "telecine" (da pellicola cinematografica; analizzando davanti ad un sistema di analisi televisiva). Infatti le scene erano riprese contemporaneamente da più telecamere in modo da poter mandare in onda la vista desiderata (primi piani, scena complessiva, diverse angolazioni).
Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia sceglierà lo standard PAL nel 1972. Il ritardo accumulato fu causato dal contesto politico/sociale e dalla cruciale scelta dello standard e non da limiti tecnologici. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno solo nel 1977.
Le telecamere a colori utilizzate dalla Rai in questo periodo provenivano dai paesi e dalle industrie aderenti al sistema PAL come ad esempio Germania (Bosch), Olanda (Philips). Si tratta di telecamere a transistor con tubi di ripresa più piccoli rispetto ai precedenti, tipo Plumbicon e Vidicon. Ogni telecamera è composta da tre tubi per i tre colori primari diversi (RGB - Red, Green and Blue). Inoltre non si ha più la ripresa separata di video e audio con telecamera e microfono, ma si può realizzare la registrazione magnetica dei programmi negli studi televisivi che permette di mandarli anche in differita.
definizione
telecamera per ripresa televisiva elettronica, a colori
misure
altezza: 50,5 cm ca.; larghezza: 40 cm ca.; lunghezza: 101 cm ca.
materiali
metallo; vetro; materiale plastico
acquisizione
Sky (2008)
iscrizioni
PHILIPS
LDK 26A (documentaria/ funzionale)
PHILIPS made in holland Type Nr LDK 4005/00 Fact NC 8925 400 50001 (documentaria/ funzionale)
03088 (inventariale)
1 (funzionale)
03073 (inventariale)
FUJINON A 17x8.5 (commerciale/ documentaria)
PHILIPS made in holland Type Nr LDK 4005/00 Fact NC 8925 400 50001 (documentaria/ funzionale)
03088 (inventariale)
1 (funzionale)
03073 (inventariale)
FUJINON A 17x8.5 (commerciale/ documentaria)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Ravalico D. E., Meraviglie dell'Elettronica e della Televisione, Milano, Hoepli, 1951
Corazza G. M./ Zenatti S., Dentro la televisione : strumenti, tecniche e segreti della TV, Roma, Gremese Editore, 1999
Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
Corazza G. M./ Zenatti S., Dentro la televisione : strumenti, tecniche e segreti della TV, Roma, Gremese Editore, 1999
Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
tipologia
telecamera per ripresa televisiva
scheda ICCD
PST