telecamera per ripresa televisiva elettronica, a colori
1976 - 1977
inventario
IGB-9410
autori
Bosch Fernseh GmbH
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Telecamera costituita da un corpo centrale in metallo blu e grigio che contiene una camera oscura con tubo di ripresa a colori, circuiti elettrici e preamplificatore. Sulla parete frontale è inserito un obiettivo.
Il corpo centrale ha una parte orientabile con quadrante e manopole per la regolazione dell'apertura, del contrasto e della luminosità. Sulla parte retrostante fissa si hanno otto tasti e due manopole per altre regolazioni.
Lateralmente sono presenti due grosse maniglie in metallo utilizzate per orientare la telecamera. Sopra si ha una luce rossa che indica il funzionamento della macchina.
Sotto si hanno prese e boccole per collegamento di microfoni, alimentatori, dispositivi di controllo della messa a fuoco. Inoltre si ha un aggancio per l'inserimento del cavalletto.
Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti da tre aziende, Allocchio Bacchini, Magneti Marelli e Safar, queste ultime due vennero autorizzate, dal governo fascista italiano, ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939.
La Magneti Marelli, su progetto del Prof. Vecchiacci e in collaborazione con la RCA, sviluppò per l'Eiar un trasmettitore TV posto sulla torre Littoria del Parco Sempione di Milano e una serie di televisori a tubo catodico. Questi vennero distribuiti nei negozi e ricevevano le trasmissioni sperimentali ad orari prefissati.
L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività.
Durante la guerra l'elettronica fece passi da gigante e al termine, soprattutto dagli Stati Uniti, giungevano esempi della più recente tecnologia elettronica. Nel 1950 l'Italia decise il suo standard: 625 righe per quadro e 25 quadri al secondo.
La prima stazione trasmittente televisiva della RAI fu installata a Torino nel 1949, la seconda a Milano nel 1952. Tra il maggio 1952 e il gennaio 1954 la Rai condurrà circa due anni di trasmissioni regolari, ma ancora sperimentali. Il 3 gennaio del 1954, si apre ufficialmente la storia della televisione italiana.
Fino all'avvento della registrazione magnetica a metà degli anni Sessanta, i programmi televisivi prodotti negli studi o in esterno potevano essere trasmessi solo in diretta o in differita con la tecnica "telecine" (da pellicola cinematografica; analizzando davanti ad un sistema di analisi televisiva). Infatti le scene erano riprese contemporaneamente da più telecamere in modo da poter mandare in onda la vista desiderata (primi piani, scena complessiva, diverse angolazioni).
Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia sceglierà lo standard PAL nel 1972. Il ritardo accumulato fu causato dal contesto politico/sociale e dalla cruciale scelta dello standard e non da limiti tecnologici. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno solo nel 1977.
Questa telecamera venne utilizzata durante la produzione del programma Portobello dagli studi Rai di Milano Fiera 1 - F1, a partire dal maggio 1977. Portobello fu il primo programma Rai andato in onda a colori.
Le telecamere a colori utilizzate dalla Rai in questo periodo provenivano dai paesi e dalle industrie aderenti al sistema PAL come ad esempio Germania (Bosch), Olanda (Philips). Si tratta di telecamere a transistor con tubi di ripresa più piccoli rispetto ai precedenti, tipo Plumbicon e Vidicon. Ogni telecamera è composta da tre tubi per i tre colori primari diversi (RGB - Red, Green and Blue). Inoltre non si ha più la ripresa separata di video e audio con telecamera e microfono, ma si può realizzare la registrazione magnetica dei programmi negli studi televisivi che permette di mandarli anche in differita.
Il corpo centrale ha una parte orientabile con quadrante e manopole per la regolazione dell'apertura, del contrasto e della luminosità. Sulla parte retrostante fissa si hanno otto tasti e due manopole per altre regolazioni.
Lateralmente sono presenti due grosse maniglie in metallo utilizzate per orientare la telecamera. Sopra si ha una luce rossa che indica il funzionamento della macchina.
Sotto si hanno prese e boccole per collegamento di microfoni, alimentatori, dispositivi di controllo della messa a fuoco. Inoltre si ha un aggancio per l'inserimento del cavalletto.
Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti da tre aziende, Allocchio Bacchini, Magneti Marelli e Safar, queste ultime due vennero autorizzate, dal governo fascista italiano, ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939.
La Magneti Marelli, su progetto del Prof. Vecchiacci e in collaborazione con la RCA, sviluppò per l'Eiar un trasmettitore TV posto sulla torre Littoria del Parco Sempione di Milano e una serie di televisori a tubo catodico. Questi vennero distribuiti nei negozi e ricevevano le trasmissioni sperimentali ad orari prefissati.
L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività.
Durante la guerra l'elettronica fece passi da gigante e al termine, soprattutto dagli Stati Uniti, giungevano esempi della più recente tecnologia elettronica. Nel 1950 l'Italia decise il suo standard: 625 righe per quadro e 25 quadri al secondo.
La prima stazione trasmittente televisiva della RAI fu installata a Torino nel 1949, la seconda a Milano nel 1952. Tra il maggio 1952 e il gennaio 1954 la Rai condurrà circa due anni di trasmissioni regolari, ma ancora sperimentali. Il 3 gennaio del 1954, si apre ufficialmente la storia della televisione italiana.
Fino all'avvento della registrazione magnetica a metà degli anni Sessanta, i programmi televisivi prodotti negli studi o in esterno potevano essere trasmessi solo in diretta o in differita con la tecnica "telecine" (da pellicola cinematografica; analizzando davanti ad un sistema di analisi televisiva). Infatti le scene erano riprese contemporaneamente da più telecamere in modo da poter mandare in onda la vista desiderata (primi piani, scena complessiva, diverse angolazioni).
Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia sceglierà lo standard PAL nel 1972. Il ritardo accumulato fu causato dal contesto politico/sociale e dalla cruciale scelta dello standard e non da limiti tecnologici. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno solo nel 1977.
Questa telecamera venne utilizzata durante la produzione del programma Portobello dagli studi Rai di Milano Fiera 1 - F1, a partire dal maggio 1977. Portobello fu il primo programma Rai andato in onda a colori.
Le telecamere a colori utilizzate dalla Rai in questo periodo provenivano dai paesi e dalle industrie aderenti al sistema PAL come ad esempio Germania (Bosch), Olanda (Philips). Si tratta di telecamere a transistor con tubi di ripresa più piccoli rispetto ai precedenti, tipo Plumbicon e Vidicon. Ogni telecamera è composta da tre tubi per i tre colori primari diversi (RGB - Red, Green and Blue). Inoltre non si ha più la ripresa separata di video e audio con telecamera e microfono, ma si può realizzare la registrazione magnetica dei programmi negli studi televisivi che permette di mandarli anche in differita.
definizione
telecamera per ripresa televisiva elettronica, a colori
misure
altezza: 50 cm; larghezza: 28 cm; lunghezza: 60 cm
materiali
metallo; vetro; materiale plastico
acquisizione
Civica Scuola di Tecnica Cinetelevisiva di Milano (1998)
iscrizioni
1 (funzionale)
F1 MI (funzionale)
F1 MI (funzionale)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Ravalico D. E., Meraviglie dell'Elettronica e della Televisione, Milano, Hoepli, 1951
Corazza G. M./ Zenatti S., Dentro la televisione : strumenti, tecniche e segreti della TV, Roma, Gremese Editore, 1999
Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
Boccazzi Varotto C., Costruire la RAI : Tecnologia e televisione in Italia dai pionieri al boom economico, in Nuova Civiltà delle Macchine : Passati e Presenti della Televisione : TV e Tecnologia in Italia: Storia, Presenze e Scenari., Roma, Rai Eri, 2004, XXII, n.2
Corazza G. M./ Zenatti S., Dentro la televisione : strumenti, tecniche e segreti della TV, Roma, Gremese Editore, 1999
Soresini F., Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, a cura di A.I.R.E., Albino (Bergamo), Sandit, 2004
Boccazzi Varotto C., Costruire la RAI : Tecnologia e televisione in Italia dai pionieri al boom economico, in Nuova Civiltà delle Macchine : Passati e Presenti della Televisione : TV e Tecnologia in Italia: Storia, Presenze e Scenari., Roma, Rai Eri, 2004, XXII, n.2
tipologia
telecamera per ripresa televisiva
scheda ICCD
PST