Macchina da presa Agfa Movexoom 10 sound mos electronic


1980 circa

inventario
IGB-9786
autori
AGFA AG (progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Cinepresa in metallo e plastica di forma parallelepipeda, con impugnatura ergonomica in plastica nera fissata sotto all'apparecchio ma ripiegabile per ridurre l'ingombro durante il trasporto. Davanti all'impugnatura un tasto avvia la ripresa. All'impugnatura è collegata una maniglia in pelle.
E' presente in una borsa in pelle con tracolla e tasca esterna.
All'interno dell'apparecchio si ha un motore elettrico alimentato con sei batterie da 1,5V.(che alimentano anche l'esposimetro). E' inoltre necessaria una batteria da 9V per le funzioni di registrazione del suono (livello audio di registrazione automatico).
Nella parte superiore è inserito un mirino con messa fuoco e esposimetro (non TTL) e sul retro, il vano porta batterie, chiuso da un coperchio in plastica. Sulla parete superiore si trovano tre pulsanti di cui uno per fissare la velocità di rotazione della pellicola a 54 fotogrammi al secondo o per istantanee.
Lateralmente, da una parte è ricavato il vano porta cartuccia nella quale è inserita la pellicola Super8 e, sopra, un selettore a slitta permette di selezionare le condizioni di luce: sole o artificiale. La pellicola è tutta contenuta all'interno della cartuccia tranne un breve tratto. In corrispondenza del punto dove la pellicola emerge dalla cartuccia, è inserita una guida che permette di farla scorrere dietro all'obiettivo. Dall'altra parte si trovano diversi comandi d'uso: per esposizione manuale o automatica, per la dissolvenza dell'audio all'inizio o alla fine della registrazione, per la selezione della velocità di rotazione della pellicola ( 9, 18, 24 fotogrammi al secondo), per la sovrapposizione di due immagini sullo stesso fotogramma.
Nella parete frontale è inserito l'obiettivo Agfa Variostar 1:1,8 con zoom (manuale/automatico) f= 6/60mm a due velocità e messa fuoco macro. L'obiettivo è protetto da un tappo in plastica.
Ruotando un anello in gomma posto sull'obiettivo è possibile la messa a fuoco per distanze da 1,2 a 10 m (da 4 a 30 ft) e, ruotando un altro anello in gomma, la regolazione macro da 6 a 60mm. Sotto all'obiettivo è presente una boccola per il collegamento di cuffie.
Vicino allo sportello del vano cartuccia ci sono due fori: uno per il collegamento di un comando a distanza e l'altro per un microfono (mancante).

Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili.
Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro.
Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia.
Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso.
I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
Questo modello di cinepresa del 1976-77, fu uno degli ultimi. Infatti la massima diffusione delle cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Questa cinepresa fu acquistata dal Museo insieme ad un proiettore Silma con l'idea di registrare le lezioni di laboratorio tenute dal Prof. Orlandini al Centro di Fisica del Museo stesso e visionarle col proiettore e poi farne delle copie da consegnare agli insegnanti per usi successivi. Venne in realtà girato un unico filmino attualmente conservato presso gli Uffici del Patrimonio Storico del Museo.
definizione
cinepresa automatica, elettronica, sonora, per pellicole Super 8
misure
altezza: 24,5 cm; larghezza: 6,5 cm; peso: 1 kg; larghezza: 16 cm (borsa); lunghezza: 11,5 cm (borsa); altezza: 29 cm (borsa)
materiali
metallo; plastica; vetro; pelle; gomma
acquisizione
Optical Kino (1980)
iscrizioni
MOVIEXOOM 10 sound mos electronic (documentaria)
AGFA VARIOSTAR 1:1,8 / 6-60 (documentaria)
AGFA MOVEXOOM 10 (documentaria)
MADE IN GERMANY 541211 (documentaria)
settore
Fotocinematografia
tipologia
cinepresa
scheda ICCD
PST