Ernemann Cine 1
1900 - 1910
inventario
IGB-4968
autori
Ernemann
(produttore)
; Ing. Ippolito Cattaneo
(distributore)
collocazione
deposito
descrizione
Cinepresa di grosse dimensioni racchiusa in una scatola in legno di forma parallelepipeda con maniglia in cuoio per il trasporto.
Nella parte alta è inserito un mirino a traguardo che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio ed è visibile internamente aprendo parte della parete laterale. Sulla parte fissa di questa parete è inserita la manovella in legno e metallo e un contatore che misura la lunghezza di pellicola già impressionata (indicazioni numeriche da 5 a 60 m). Il moto rotatorio della manovella è trasferito mediante ruote e molle (che fungono da cinghie) al dispositivo di avanzamento della pellicola da 35mm. La pellicola è inserita in caricatori interni da 60m in legno, disposti, uno sopra l'altro, nella metà sinistra della cinepresa. La parete laterale sinistra è incernierata posteriormente ed apribile. Davanti ai caricatori si ha un cilindro con dentini laterali per il trascinamento della pellicola, ed alcuni cilindretti rotanti che fungono da guida per lo scorrimento. Sulla parete interna anteriore è inserita una guida in metallo rettangolare nella quale passa la pellicola dietro alla posizione in cui si trova l'obiettivo. In corrispondenza dell'obiettivo è presente una finestrella rettangolare, sia nella guida che nel legno del divisorio interno, dove passa il fotogramma da impressionare.
Anche la parete frontale è apribile e permette la visione della parte finale del mirino, dell'otturatore rotante costituito da una disco in metallo nero con un settore circolare forato e collegato con ruote dentate e teste coniche alla manovella esterna.
L'obiettivo dovrebbe essere inserito a vite in un foro presente sulla parete frontale ma è mancante.
Nella parte inferiore è presente un foro filettato per l'inserzione su cavalletto. Il cavalletto è in legno e metallo a tre gambe ad altezza regolabile.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili.
Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro.
Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia.
Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso.
I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Nella parte alta è inserito un mirino a traguardo che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio ed è visibile internamente aprendo parte della parete laterale. Sulla parte fissa di questa parete è inserita la manovella in legno e metallo e un contatore che misura la lunghezza di pellicola già impressionata (indicazioni numeriche da 5 a 60 m). Il moto rotatorio della manovella è trasferito mediante ruote e molle (che fungono da cinghie) al dispositivo di avanzamento della pellicola da 35mm. La pellicola è inserita in caricatori interni da 60m in legno, disposti, uno sopra l'altro, nella metà sinistra della cinepresa. La parete laterale sinistra è incernierata posteriormente ed apribile. Davanti ai caricatori si ha un cilindro con dentini laterali per il trascinamento della pellicola, ed alcuni cilindretti rotanti che fungono da guida per lo scorrimento. Sulla parete interna anteriore è inserita una guida in metallo rettangolare nella quale passa la pellicola dietro alla posizione in cui si trova l'obiettivo. In corrispondenza dell'obiettivo è presente una finestrella rettangolare, sia nella guida che nel legno del divisorio interno, dove passa il fotogramma da impressionare.
Anche la parete frontale è apribile e permette la visione della parte finale del mirino, dell'otturatore rotante costituito da una disco in metallo nero con un settore circolare forato e collegato con ruote dentate e teste coniche alla manovella esterna.
L'obiettivo dovrebbe essere inserito a vite in un foro presente sulla parete frontale ma è mancante.
Nella parte inferiore è presente un foro filettato per l'inserzione su cavalletto. Il cavalletto è in legno e metallo a tre gambe ad altezza regolabile.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili.
Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro.
Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia.
Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso.
I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
definizione
cinepresa a manovella, per pellicole 35mm
misure
altezza: 31 cm; larghezza: 23 cm; lunghezza: 30 cm; peso: 5,4 kg; diametro: 20 cm (cavalletto); altezza: 62 cm (cavalletto); peso: 500 g (cavalletto)
materiali
legno; metallo; ottone; cuoio
acquisizione
Croce, G. (1960)
iscrizioni
N°250612 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 4968 MILANO (documentaria)
CINE 1 (documentaria)
MUSEO SCIENZA 4968 MILANO (documentaria)
CINE 1 (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Mariani V., Guida Pratica della Cinematografia, Milano, Urlico Hoepli, 1923
tipologia
cinepresa
scheda ICCD
PST