Lavorazione del ferro e dell'acciaio

n queste sale sono ricostruiti due ambienti di lavoro tipici dell'industria siderurgica, con storie molto diverse fra loro ma che hanno convissuto in Lombardia da metà dell'Ottocento fino a metà del Novecento: la fucina e lo stabilimento industriale.

La fucina è un ambiente di produzione antico, di dimensioni ridotte, collocato in montagna dove si trovano il minerale di ferro da cui trarre materia prima, la forza motrice dell'acqua e il carbone di legna utilizzato come combustibile. I prodotti di questa "siderurgia alpina" erano attrezzi di lavoro per l'agricoltura e per l'edilizia che venivano venduti su tutto il territorio nazionale.

Lo stabilimento industriale, che si sviluppa a partire dall'Ottocento, era situato principalmente in pianura e in prossimità dei maggiori centri industriali per facilitare sia il rifornimento di materia prima, come ghisa e rottame, e di carbone, sia per agevolare il mercato del prodotto finito. Questo tipo di "siderurgia di integrazione" produceva laminati piani e lunghi, come lastre, barre e vergella, in grado di alimentare sia la crescita dell'industria meccanica sia lo sviluppo di altre attività manifatturiere, soprattutto quella edilizia.

Questi due ambienti, dotati di moderne tecnologie e più specializzati nel tipo di produzione, esistono ancora oggi.

Maglio Galperti

Famiglia Galperti 1550 - 1958 Maglio idraulico. Il maglio è costituito da un grosso martello dotato di testa (maì) in ferro e manico (mànech) in legno, quest'ultimo suddiviso in capo (co) e coda (cua). Sulla testa del maglio è applicato uno dei due elementi battenti (bóche) in ferro; l'altro è applicato alla struttura in ferro parzialmente sotterrata (masèta) che funge da incudine. Sulla coda del manico è applicata la penna (pèna), un cuneo in legno avente lo scopo di agganciare le traversine applicate sull'albero di trasmissione. Il manico del maglio è incernierato ad una incastellatura di pietra e legno, tramite un sostegno in ferro. Tale sostegno ha la forma di un anello (boga) dal quale partono due "corna" (corègn) che si vanno a inserire su due pali (pài) in ferro che corrono paralleli al manico. L'incastellatura è composta da due grosse pietre (sòche) e una serie di assi in legno poste parallelamente al manico, che hanno lo scopo di sostenere i pali, e da quattro grosse travi di legno (tràf) poste perpendicolarmente al manico, due sopra e due interrate sotto lo stesso, che hanno lo scopo di tenere insieme l'incastellatura. Il maglio è azionato meccanicamente grazie ad un albero di trasmissione (èrbor) in legno che lo collega a una ruota idraulica. Sull'albero sono disposti una serie di cerchi in ferro; alcuni hanno lo scopo di impedire i movimenti del legno dell'albero (ghere o anèi), altri (tamburì) stringono all'albero le traversine (treèrse) che, battendo la coda del maglio, ne sollevano la testa. Corredano l'oggetto: - una ruota idraulica - un sistema in grado di governare l'acqua (necessaria per il funzionamento e il mantenimento del maglio, nonche delle lavorazioni di fucinatura). La quantità di acqua che muove la ruota idraulica e, di conseguenza, il maglio può essere essere controllata attraverso un deviatore (acquaröl) comandato da una pertica-leva (stanga) con blocco a fori, posta alla prossimità destra della testa del maglio. Un sistema di canalette (canalète) permette inoltre di mantenere il maglio bagnato e di far arrivare acqua alla vasca di raffreddamento (pilòt) posta vicino a una delle due pietre dell'incastellatura. - alcuni attrezzi (12) da lavoro come pinze e tenaglie, usati per lavorare al maglio o realizzati con lo stesso. IGB-2775

treno piccolo

Giglio, Pietro 1867 Laminatoio a caldo (1) in linea (2). Costituito da un treno di quattro gabbie, di cui una sbozzatrice a duo (3), una preparatrice a trio (4), due prefinitrici a trio e una finitrice a trio; ogni gabbia è formata da una robusta incastellatura di ghisa sulla quale sono alloggiati i cilindri di ghisa per la laminazione. Corredano l'oggetto: - tubi e rubinetti del sistema di raffreddamento, che corre sulla parte superiore delle gabbie - tre pali di sicurezza, che facevano da schermo all'operaio (serpentatore) mentre la vergella incandescente gli roteava attorno a poca distanza - alcuni attrezzi da lavoro come pinze e tenaglie Il laminatoio era detto "treno piccolo" perché quello di minor dimensione fra i cinque operanti nello stabilimento di Vobarno (BS). (1) La laminazione "a caldo" viene effettuata ad una temperatura variabile tra 900 e 1250 °C. A caldo si lavorano i lingotti, i blumi, le bramme e le billette per ricavare lamiere, profilati, e tondi di medio e grosso spessore. (2) Il laminatoio può essere composto da una o più gabbie: se le gabbie sono disposte l'una a fianco all'altra il laminatoio viene definito "in linea", se le gabbie sono una dietro l'altra il laminatoio si dice "continuo". (3) La gabbia "a duo" è dotata di due cilindri sagomati ad assi paralleli. I cilindri ruotano in senso opposto e il senso della loro rotazione può venire invertito; in questo modo viene garantita la laminazione del metallo che passa tra i due cilindri nei due sensi . (4) La gabbia "a trio" è dotata di tre cilindri sagomati ad assi paralleli. La presenza di tre cilindri ruotanti in senso opposto permette la laminazione nei due sensi del metallo, che passa prima sotto e poi sopra il ciclindro mediano. IGB-2784