Modello Philips GM 6020/03


1960 ca. - 1970 ca.

inventario
IGB-11058
autori
Philips (costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Lo strumento è racchiuso in una custodia metallica di forma parallelepipeda che poggia su quattro piedini in metallo ricoperti in gomma. Sulla faccia superiore è inserita una maniglia in pelle per il trasporto. Le facce superiori e laterali presentano numerosi fori per l'aerazione dello strumento.
Il pannello frontale è occupato dal quadrante con la scala di lettura, dalle manopole di regolazione e dalle boccole di collegamento.
Una boccola è per i collegamenti in entrata per misure di tensione comprese tra 0,1mV e 10V con 1MOhm di impedenza d'ingresso, un'altra per effettuare misure da 10mV a 1000V con impedenza d'ingresso fino 10MOhm, la terza per la messa a terra.
L'indicazione della polarità avviene tramite due indicatori luminosi posti sopra le boccole. Un commutatore rotante permette la selezione della portata richiesta: da 0,1 a 300mV e da 1 a 10V, collegandosi alla prima boccola, da 10 a 300mV e da 1 a 1000V collegandosi alla seconda.
Due trimmer permettono la calibrazione dello strumento e la regolazione del punto zero.
Il quadrante di misura è protetto da un vetro e la lancetta indicatrice permette letture su di una doppia scala semicircolare.
Da un lato consente letture da 0 a 300, con indicazioni numeriche ogni 50 e tacche ogni 2 unità, dall'altro letture da 0 a 100, con indicazioni numeriche ogni 10 e tacche ogni unità.
Sulla parete posteriore è presente la presa per il collegamento alla rete elettrica (è mancante il cavo di collegamento), un puntale collegato ad un connettore metallico e due boccole per il collegamento ad un eventuale registratore.

Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.
La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.
Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
definizione
voltmetro elettronico per tensioni continue
misure
altezza: 26 cm ca.; larghezza: 24 cm ca.; lunghezza: 36 cm ca.
materiali
metallo; vetro; plastica; pelle
iscrizioni
GM 6020 (documentaria)
TYPE: GM 6020/03 NR. BZ 6799 110 - 245V 32W 50 - 100Hz (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Mostra permanente, Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1965
tipologia
voltmetro
scheda ICCD
PST