Ancora a marre fisse
0 - 99
inventario
IGB-7036
autori
ambito romano
collocazione
deposito
descrizione
Ancora romana in ferro conservata su una tavola di legno, completamente ricoperta di concrezioni. L'ancora presenta una sagoma a marre piatte con unghie ripiegate verso l'alto.
L'ancora è l'organo utilizzato per dare un solido attracco agli ormeggi di un galleggiante, che sia una barca o una nave, e la cui grandezza è direttamente proporzionale alle dimensioni del galleggiante stesso. Generalmente dotata di due bracci chiamati marre, l'ancora viene trascinata in modo da far presa sul fondo e tenere così ferma la nave contro l'azione del vento e delle correnti. La prima menzione di ancore in ferro viene fatta risalire ad Erodoto in riferimento alla battaglia di Platea del 479 a.C., anche se per molti ancora secoli coesistettero ancore in legno con ceppo in piombo e ancore in ferro. Il passaggio dal legno al ferro non modificò sostanzialmente le parti essenziali dell'ancora (fuso, ceppo e marre) ma ne comportò un riordino funzionale: la natura stessa dell'ancora in ferro, infatti, non richiedeva contrappesi che vincessero la galleggiabilità del legno e quindi il ceppo in piombo venne sostituito da ceppi in ferro o in legno, più leggeri e maneggevoli del piombo; in questo modo, la funzione principale del ceppo divenne di consentire il corretto posizionamento delle marre per la presa sul fondo. Dal punto di vista tecnico, inoltre, l'impiego del ferro presentava numerosi vantaggi rispetto all'utilizzo del legno: grazie al maggior peso specifico, il ferro permetteva innanzitutto di contenere le dimensioni dell'ancora, facilitandone così la sistemazione a bordo; in secondo luogo, la manovrabilità era favorita dall'assenza dei pesanti ceppi in piombo che generavano sensibili squilibri nella distribuzione dei pesi; in terzo luogo infine il ferro migliorava decisamente la resistenza delle ancore.
L'ancora è l'organo utilizzato per dare un solido attracco agli ormeggi di un galleggiante, che sia una barca o una nave, e la cui grandezza è direttamente proporzionale alle dimensioni del galleggiante stesso. Generalmente dotata di due bracci chiamati marre, l'ancora viene trascinata in modo da far presa sul fondo e tenere così ferma la nave contro l'azione del vento e delle correnti. La prima menzione di ancore in ferro viene fatta risalire ad Erodoto in riferimento alla battaglia di Platea del 479 a.C., anche se per molti ancora secoli coesistettero ancore in legno con ceppo in piombo e ancore in ferro. Il passaggio dal legno al ferro non modificò sostanzialmente le parti essenziali dell'ancora (fuso, ceppo e marre) ma ne comportò un riordino funzionale: la natura stessa dell'ancora in ferro, infatti, non richiedeva contrappesi che vincessero la galleggiabilità del legno e quindi il ceppo in piombo venne sostituito da ceppi in ferro o in legno, più leggeri e maneggevoli del piombo; in questo modo, la funzione principale del ceppo divenne di consentire il corretto posizionamento delle marre per la presa sul fondo. Dal punto di vista tecnico, inoltre, l'impiego del ferro presentava numerosi vantaggi rispetto all'utilizzo del legno: grazie al maggior peso specifico, il ferro permetteva innanzitutto di contenere le dimensioni dell'ancora, facilitandone così la sistemazione a bordo; in secondo luogo, la manovrabilità era favorita dall'assenza dei pesanti ceppi in piombo che generavano sensibili squilibri nella distribuzione dei pesi; in terzo luogo infine il ferro migliorava decisamente la resistenza delle ancore.
definizione
ancora
misure
altezza: 173 cm ca.; larghezza: 108 cm ca.; lunghezza: 20 cm ca.
materiali
ferro; legno
acquisizione
Malfitano (1966)
settore
Navale
bibliografia
Malfatti V., Ancore e catene, Roma, Forzani, 1899
Imperato F./ Imperato E., Arte navale, Milano, Hoepli, 1961, 2
Mannella G., Elementi di tecnica navale, Milano, Mursia, 1976
Avilia F., La storia delle ancore, Formello, IRECO, 2007
Imperato F./ Imperato E., Arte navale, Milano, Hoepli, 1961, 2
Mannella G., Elementi di tecnica navale, Milano, Mursia, 1976
Avilia F., La storia delle ancore, Formello, IRECO, 2007
tipologia
ancora
scheda ICCD
PST