ancora a marre fisse
1900 - 1949
inventario
CMND-1596
autori
produzione italiana
collocazione
deposito
descrizione
Ancore di tipo comune con fuso in acciaio e ceppo fisso in legno, applicate su tavole di legno. Il ceppo è costituito da un trave verniciato di nero, formato da due pezzi di legno uniti mediante quattro cerchi in metallo. Nella testa del fuso si trova un foro in cui è sistemata la cicala, collegata alla catena a traversini che unisce le due ancore. Le ancore sono provviste di due marre fisse, ricurve verso l'alto e dotate di patte di forma lanceolata.
L'ancora è l'organo utilizzato per dare un solido attracco agli ormeggi di un galleggiante, che sia una barca o una nave, e la cui grandezza è direttamente proporzionale alle dimensioni del galleggiante stesso. Generalmente dotata di due bracci chiamati marre, l'ancora viene trascinata in modo da far presa sul fondo e tenere così ferma la nave contro l'azione del vento e delle correnti. La tipologia di ancore con ceppo ha una lunga storia che affonda le proprie radici nell'antichità classica, sopravvivendo fino ad oggi, sostanzialmente invariata nelle sue parti fondamentali; il ceppo ha la funzione di favorire la presa del fondo da parte di un marra, disponendosi orizzontalmente rispetto al fondale. La prima testimonianza archeologica di ancore in ferro con ceppo fisso in legno risale alla nave vichinga di Gotskad dell'850 d.C.; a partire dall'Alto Medioevo divennero di uso comune su tutti i vascelli. Questa tipologia di ancora, con la sostituzione del ceppo in legno con uno mobile e più sottile in metallo, venne adottata dall'Ammiragliato Britannico nel corso del 1800. Le due ancore comuni conservate presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" avevano probabilmente una funzione ornamentale.
L'ancora è l'organo utilizzato per dare un solido attracco agli ormeggi di un galleggiante, che sia una barca o una nave, e la cui grandezza è direttamente proporzionale alle dimensioni del galleggiante stesso. Generalmente dotata di due bracci chiamati marre, l'ancora viene trascinata in modo da far presa sul fondo e tenere così ferma la nave contro l'azione del vento e delle correnti. La tipologia di ancore con ceppo ha una lunga storia che affonda le proprie radici nell'antichità classica, sopravvivendo fino ad oggi, sostanzialmente invariata nelle sue parti fondamentali; il ceppo ha la funzione di favorire la presa del fondo da parte di un marra, disponendosi orizzontalmente rispetto al fondale. La prima testimonianza archeologica di ancore in ferro con ceppo fisso in legno risale alla nave vichinga di Gotskad dell'850 d.C.; a partire dall'Alto Medioevo divennero di uso comune su tutti i vascelli. Questa tipologia di ancora, con la sostituzione del ceppo in legno con uno mobile e più sottile in metallo, venne adottata dall'Ammiragliato Britannico nel corso del 1800. Le due ancore comuni conservate presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" avevano probabilmente una funzione ornamentale.
definizione
ancora comune
misure
altezza: 44 cm; larghezza: 31 cm; lunghezza: 45 cm; larghezza: 31,5 cm (tavola di supporto); lunghezza: 71,5 cm (tavola di supporto)
materiali
acciaio; legno
acquisizione
Civico Museo Navale Didattico-Comune di Milano (1966)
settore
Navale
bibliografia
Malfatti V., Ancore e catene, Roma, Forzani, 1899
Imperato F./ Imperato E., Arte navale, Milano, Hoepli, 1961, 2
Mannella G., Elementi di tecnica navale, Milano, Mursia, 1976
Avilia F., La storia delle ancore, Formello, IRECO, 2007
Imperato F./ Imperato E., Arte navale, Milano, Hoepli, 1961, 2
Mannella G., Elementi di tecnica navale, Milano, Mursia, 1976
Avilia F., La storia delle ancore, Formello, IRECO, 2007
tipologia
ancora
scheda ICCD
PST