Polaroid Electric Eye 900
1960 ca. - 1963 ca.
inventario
IGB-9759
autori
Polaroid Corporation
(costruttore)
; Zeiss Ikon
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Apparecchio fotografico pesante, a sviluppo verticale, di forma parallelelepipeda in metallo con bordi arrotondati.
Ad un'estremità è fissata una maniglia in cuoio per il trasporto e l'impugnatura.
Sul lato lungo di destra è fissato un mirino con telemetro. E' inoltre presente un esposimetro costituito da una cellula fotoelettrica che regola automaticamente i tempi di esposizione.
Accanto è inserita una slitta per il posizionamento di un flash esterno.
Aprendo lo sportello anteriore, incernierato nel lato inferiore, è possibile estrarre il soffietto in tessuto e pelle grigia, libero di scorrere su due guide metalliche posizionate nell'interno dello sportello stesso. Per far scorrere il soffietto occorre agire sull'apposita rotella posta sullo sportello. Lo sportello è mantenuto aperto da due tiranti in metallo.
Il soffietto termina con un telaio in metallo sul quale è posizionato il porta obiettivo in metallo.
La lettura della distanza di ripresa può avvenire rispetto ad una scala graduata fissata sull'interno del coperchio che riporta le distanze da 3 1/2 ft a infinito.
Lo sportello aperto poggia su una linguetta in metallo estraibile. Sullo sportello è presente un foro filettato per il posizionamento su un cavalletto.
Sul porta obiettivo sono inseriti quasi tutti i dispositivi d'uso.
Inferiormente si trova un selettore a slitta per la sensibilità della pellicola ( da 50 a 6000 ASA in modalità elettrica, da 10 a 23 EV in modalità manuale).
Mediante un dispositivo a slitta posto superiormente si regolano le condizioni di ripresa secondo posizioni prestabilite (esterno, interno, interno con illuminazione).
Lateralmente, a destra, si trova la leva di carica dell'otturatore.
Sotto al porta obiettivo, sullo sportello sono inseriti due pulsanti per lo scatto dell'otturatore da premere contemporaneamente.
La parete posteriore dell'apparecchio è incernierata sul lato sinistro e apribile.
Sbloccato il fermo metallico posto anteriormente l'apparecchio si apre per il cambio del caricatore contenente le pellicole con l'apposito spargi-reagente.
Sul lato sinistro del dorso è inserita una levetta rossa per il rilascio della pellicola (che permette di tirare la linguetta per lo sviluppo).
Sulla parete posteriore si trova uno sportello apribile per l'estrazione della stampa sviluppata.
Su questo sportello è inserita una tabella con le istruzioni d'uso dell'apparecchio.
Il supporto iniziale delle pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo venne brevettato e registrato nel 1929 (Brevetto 1918848) dalla Polaroid Corporation e sviluppato successivamente nel 1932 da Edwin H. Land.
La prima fotocamera a sviluppo istantaneo risale al 1947, anno in cui Edwin Land presentò la Polaroid Instant Camera all'Optical Society of America.
Fino al 1963 erano possibili solo stampe in b/n, da quella data divennero disponibili anche stampe istantanee (circa 60 secondi) a colori.
Se le prime fotocamere istantanee erano pesanti e ingombranti, solo per immagini in b/n e con problemi di stabilità nel tempo, ben presto divennero più leggere, più semplici da usare e con minori problemi di stabilità e di inquinamento (le prime fotocamere istantanee producevano un negativo da buttare al momento poi si introdusse l'uso di caricatori contenenti più pellicole).
Nel 1972 la Polaroid introdusse sul mercato la prima reflex monoculare a sviluppo rapido con batteria incorporata nel caricatore.
Dal 1985 anche la Kodak cominciò a produrre apparecchi a sviluppo istantaneo e gli affari della Polaroid iniziarono ad andare male. La polaroid fece causa alla Kodak, vincendo. La Kodak dovette ritirare dal mercato i suoi apparecchi a sviluppo rapido.
Dal febbraio 2008 le pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo non vengono più prodotte. Oggi le fotocamere a sviluppo istantaneo Polaroid sono state sotituite dalle nuove Zink che contengono una piccolissima stampante a colori che opera su una carta fotografica particolare, fatta di pigmenti critallini che si colorano grazie a un processo termico.
Questa fotocamera fa parte della serie delle Land Polaroid Camera che utilizzano pellicole in rullo Serie 40.
Questo modello è stato il primo ad avere esposizione automatica con esposimetro a fotocellula ed otturatore controllato elettronicamente (Electric Eye).
Ad un'estremità è fissata una maniglia in cuoio per il trasporto e l'impugnatura.
Sul lato lungo di destra è fissato un mirino con telemetro. E' inoltre presente un esposimetro costituito da una cellula fotoelettrica che regola automaticamente i tempi di esposizione.
Accanto è inserita una slitta per il posizionamento di un flash esterno.
Aprendo lo sportello anteriore, incernierato nel lato inferiore, è possibile estrarre il soffietto in tessuto e pelle grigia, libero di scorrere su due guide metalliche posizionate nell'interno dello sportello stesso. Per far scorrere il soffietto occorre agire sull'apposita rotella posta sullo sportello. Lo sportello è mantenuto aperto da due tiranti in metallo.
Il soffietto termina con un telaio in metallo sul quale è posizionato il porta obiettivo in metallo.
La lettura della distanza di ripresa può avvenire rispetto ad una scala graduata fissata sull'interno del coperchio che riporta le distanze da 3 1/2 ft a infinito.
Lo sportello aperto poggia su una linguetta in metallo estraibile. Sullo sportello è presente un foro filettato per il posizionamento su un cavalletto.
Sul porta obiettivo sono inseriti quasi tutti i dispositivi d'uso.
Inferiormente si trova un selettore a slitta per la sensibilità della pellicola ( da 50 a 6000 ASA in modalità elettrica, da 10 a 23 EV in modalità manuale).
Mediante un dispositivo a slitta posto superiormente si regolano le condizioni di ripresa secondo posizioni prestabilite (esterno, interno, interno con illuminazione).
Lateralmente, a destra, si trova la leva di carica dell'otturatore.
Sotto al porta obiettivo, sullo sportello sono inseriti due pulsanti per lo scatto dell'otturatore da premere contemporaneamente.
La parete posteriore dell'apparecchio è incernierata sul lato sinistro e apribile.
Sbloccato il fermo metallico posto anteriormente l'apparecchio si apre per il cambio del caricatore contenente le pellicole con l'apposito spargi-reagente.
Sul lato sinistro del dorso è inserita una levetta rossa per il rilascio della pellicola (che permette di tirare la linguetta per lo sviluppo).
Sulla parete posteriore si trova uno sportello apribile per l'estrazione della stampa sviluppata.
Su questo sportello è inserita una tabella con le istruzioni d'uso dell'apparecchio.
Il supporto iniziale delle pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo venne brevettato e registrato nel 1929 (Brevetto 1918848) dalla Polaroid Corporation e sviluppato successivamente nel 1932 da Edwin H. Land.
La prima fotocamera a sviluppo istantaneo risale al 1947, anno in cui Edwin Land presentò la Polaroid Instant Camera all'Optical Society of America.
Fino al 1963 erano possibili solo stampe in b/n, da quella data divennero disponibili anche stampe istantanee (circa 60 secondi) a colori.
Se le prime fotocamere istantanee erano pesanti e ingombranti, solo per immagini in b/n e con problemi di stabilità nel tempo, ben presto divennero più leggere, più semplici da usare e con minori problemi di stabilità e di inquinamento (le prime fotocamere istantanee producevano un negativo da buttare al momento poi si introdusse l'uso di caricatori contenenti più pellicole).
Nel 1972 la Polaroid introdusse sul mercato la prima reflex monoculare a sviluppo rapido con batteria incorporata nel caricatore.
Dal 1985 anche la Kodak cominciò a produrre apparecchi a sviluppo istantaneo e gli affari della Polaroid iniziarono ad andare male. La polaroid fece causa alla Kodak, vincendo. La Kodak dovette ritirare dal mercato i suoi apparecchi a sviluppo rapido.
Dal febbraio 2008 le pellicole Polaroid a sviluppo istantaneo non vengono più prodotte. Oggi le fotocamere a sviluppo istantaneo Polaroid sono state sotituite dalle nuove Zink che contengono una piccolissima stampante a colori che opera su una carta fotografica particolare, fatta di pigmenti critallini che si colorano grazie a un processo termico.
Questa fotocamera fa parte della serie delle Land Polaroid Camera che utilizzano pellicole in rullo Serie 40.
Questo modello è stato il primo ad avere esposizione automatica con esposimetro a fotocellula ed otturatore controllato elettronicamente (Electric Eye).
definizione
apparecchio fotografico a sviluppo rapido, a soffietto, a controllo manuale
misure
altezza: 25 cm ca.; larghezza: 14,5 cm ca.; lunghezza: 22 cm ca.; peso: 2,2 kg ca.
materiali
metallo; materiale plastico; vetro; pelle; tessuto
acquisizione
Sealed Air. S.r.l. (2006)
iscrizioni
POLAROID ELECTRIC EYE
900 (documentaria)
POLAROID 900 ELECTRIC EYE LAND CAMERA (documentaria)
POLAROID LAND CAMERA 3000 SPEED FILM CAN BE USED IN THIS CAMERA NO ADDITIONAL EXTERNAL LIGHT SEALS ARE NEEDED (documentaria)
POLAROID 900 ELECTRIC EYE LAND CAMERA (documentaria)
POLAROID LAND CAMERA 3000 SPEED FILM CAN BE USED IN THIS CAMERA NO ADDITIONAL EXTERNAL LIGHT SEALS ARE NEEDED (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Williamson D., Comprehensive Guide for Camera Collectors, Atglen, USA, Schiffer Publishing Ltd., 2004
Price Guide, Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996, Grantsburg, USA, Mc Keown, 1994
Hedgecoe J., Fotografare : tecnica e arte, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1976
Price Guide, Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996, Grantsburg, USA, Mc Keown, 1994
Hedgecoe J., Fotografare : tecnica e arte, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1976
tipologia
apparecchio fotografico
scheda ICCD
PST