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Sestante mobile di Canivet

Canivet, Jacques 1765 Il sestante è caratterizzato da un settore circolare di 60º d'ampiezza e 195 cm di raggio. E' costruito in ferro ma il lembo graduato è in ottone ed è montato su colonna altazimutale. Una targa reca la dicitura "Fait par Canivet, Ingénieur en instrumens des Mathématiques de Messieurs de l'Académie Royale des Sciences à La Sphère à Paris, 1765". Fissati al settore operavano due cannocchiali tra loro ortogonali di cui uno parallelo al raggio passante per il punto di 0 e adatto a osservare gli astri molto alti sull'orizzonte, l'altro dedicato agli astri più bassi. Nel 1824 furono entrambi sostituiti con cannocchiali di Fraunhofer (oggi assenti). I micrometri a filo mobile applicati a ciascun cannocchiale consentono la lettura dei minuti d'arco e dei centesimi di minuto. Dopo aver orientato l'intero settore affinché uno dei due cannocchiali punti l'astro oggetto dell'indagine si esegue la misura di altezza leggendo l'angolo indicato da un filo a piombo, che dal vertice superiore dello strumento discende e scorre vicinissimo alle suddivisioni del lembo. Per scongiurare i tremori del filo innescati da eventuali movimenti dell'aria esso era contenuto in una lunga scatola, alla cui estremità inferiore era ricavata una finestrella dove si affacciava il microscopio usato per la lettura precisa lettura della scala finemente graduata presente sul lembo; un sistema d'illuminazione consentiva l'uso notturno. Le oscillazioni del filo venivano smorzate in una vaschetta d'acqua in cui era immerso il peso installato all'estremità. D-6

Modello dell'Osservatorio Astronomico di Brera

Boscovich, Ruggero Giuseppe 1764 circa Si tratta quasi certamente del modello originale in legno fatto costruire da Ruggero Giuseppe Boscovich (1711-1787) per illustrare al rettore del Collegio dei Gesuiti di Brera il suo progetto per il costituendo Osservatorio Astronomico. Il modello riproduce i due piani dell'Osservatorio con la terrazza e le due torrette. La lunga sala dei quadranti, che si trovava verso Est, è incompleta: mancano le pareti esterne e il tetto mentre è presente la parete che la separava dalla piccola stanza di ingresso. Al piano inferiore sono presenti quattro stanze. Le due verso Nord sono prive di pavimento. Il pavimento delle due stanze rivolte verso Sud, invece, può essere sollevato e sotto uno di questi si può leggere la scritta "della Compagnia di Ges". Le quattro stanze hanno una finestra ciascuna così che vi sono due finestre verso Sud e due verso Nord. Al piano superiore (secondo) si trova la sala ottagonale che costituiva il cuore vero e proprio della specola. Al suo interno si può vedere la colonna che regge il soffitto oltre alla balconata che porta agli ingressi delle due torrette Verso Nord i muri esterni seguono la pianta quadrata del piano sottostante, mentre all'interno la sala ha una pianta ottagonale creata con muri interni. I finestroni della sala hanno ringhiere in ferro battuto. A Sud-Est e a Sud-Ovest i balconcini sono di forma triangolare. Il soffitto della sala mostra quattro aperture con portelli per l'osservazione del cielo presso lo zenith. Le due torrette attraversano il soffitto e sono chiuse da tetti conici con aperture longitudinali coperte da uno sportello. Alcune scale esterne collegano i vari piani dell'edificio. Gli incastri fra le varie parti sono realizzati in modo da poter smontare facilmente il modello per osservarne l'interno. D-1001

Settore equatoriale di Sisson

Sisson, Jonathan 1774 Telescopio rifrattore su montatura equatoriale all'inglese. L'asse orario, molto lungo, è appoggiato a ciascuna estremità su un sostegno di altezza diversa in modo da essere orientato verso il polo nord celeste. L'asse è formato da tre sezioni: due sono coniche e si uniscono alla terza, centrale, a forma di parallelepipedo. A questa sezione è attaccato un cerchio di diametro pari a circa 63 cm. con il lembo diviso in intervalli di 20 primi d'arco. La numerazione va da 0 a 180 gradi e da 180 a 0 gradi. Per la lettura precisa della declinazione si utilizzava un settore di cerchio (da cui il nome dello strumento) di raggio pari a circa 152 cm. e di una ventina di gradi di ampiezza. Un'estremità del telescopio è unita al vertice di tale settore, attorno a cui il telescopio stesso può ruotare; l'altra estremità scorre lungo il suo lembo. Il lembo del settore è diviso in intervalli di 10 primi per un arco complessivo di 21 gradi. La presenza di un nonio consentiva di ottenere una precisione di lettura di 4 secondi d'arco. All'estremità inferiore dell'asse orario si trova un cerchio per la misura dell'ascensione retta; il cerchio ha lo stesso diametro del precedente. Il suo lembo è diviso in intervalli di 1 minuto di ascensione retta e un nonio consente la lettura dei cinque secondi. L'obbiettivo del telescopio era un doppietto acromatico di 10 cm. circa di apertura e di 153 cm. circa di lunghezza focale; le ottiche sono andate perdute. D-1011

Telescopio rifrattore Merz Repsold

Officine G. & S. Merz 1882 Telescopio rifrattore che, quando era operativo, montava una lente di 49 centimetri di diametro avente lunghezza focale di circa sette metri. Questa, di fatto, è anche la lunghezza del tubo ottico che ha forma cilindrica ed è composto da tre settori. E' realizzato in metallo ed è sorretto da una massiccia colonna in ghisa finemente lavorata con scanalature che richiamano le antiche colonne greche e romane. Il basamento, di forma triangolare, è anch'esso in ghisa e ha la funzione di scaricare a terra l'enorme peso dello strumento che sfiora le sette tonnellate. Sul tubo sono presenti apparati di ausilio all'osservatore come le aste per la regolazione della posizione dello strumento, le lampade per l'illuminazione dei reticoli micrometrici che potevano essere montati sul piano focale. All'estremità opposta a quella dell'obiettivo, ossia quella rivolta verso l'utilizzatore, si trova il sistema di focheggiamento. Il telescopio si interfaccia con la colonna di supporto tramite una montatura equatoriale alla tedesca (di Fraunhofer) che era la più in voga all'epoca e che permette di muovere lo strumento, perfettamente bilanciato, con pochissimo sforzo e di seguire con facilità il moto apparente degli astri in cielo. Per fare questa operazione in modo automatico è presente un sistema, inizialmente a contrappesi e poi elettrico, noto come moto orario grazie al quale lo strumento compensa la rotazione della volta celeste. D-1768