Fisica delle particelle - EXTREME

Gli oggetti intorno a noi sono fatti di materia. Li possiamo rompere, spezzettare sempre più fino ad arrivare a una specie di polvere, sempre più fine. Possiamo sminuzzare la polvere fino agli elementi strutturali dei materiali, le molecole. Possiamo scomporre le molecole negli atomi che le compongono. Possiamo separare gli atomi nei loro costituenti: protoni, neutroni ed elettroni, che formano la base del nostro mondo materiale. Siamo giunti nel mondo delle particelle elementari.

In questo mondo ci sono anche particelle che vivono per un tempo brevissimo, trasformandosi quasi immediatamente in altre particelle. Le leggi che lo governano sono spesso lontane dalla nostra intuizione e i fenomeni che lo popolano non sono facili da immaginare. Ogni giorno al CERN, Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, e all'INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, persone di tutte le nazionalità compiono ricerche per capire sempre meglio la natura che ci circonda.

Qual è il loro lavoro? Quali strumenti utilizzano? Quali idee si esploreranno nel prossimo futuro? Le particelle elementari si "usano" solo in questi grandi laboratori?

Microrivelatore di vertice dell'esperimento Delphi

1989 - 2000 DELPHI (un acronimo che sta per "DEtector with Lepton, Photon and Hadron Identification") è stato uno dei quattro principali esperimenti del Large Electron-Positron Collider (LEP) del CERN, uno dei più grandi acceleratori di particelle mai realizzati. Nel suo insieme DELPHI aveva la forma di un cilindro di oltre 10 metri di lunghezza per 10 metri di diametro pesante 3500 tonnellate. Nella sua parte centrale, che costituiva il cuore vero e proprio dello strumento, era posizionato il microrivelatore di vertice (vertex detector) ovvero la camera all'interno della quale avvenivano gli urti fra le particelle che erano state accelerate dal LEP. Nel loro annientamento, l'energia rilasciata in un piccolo volume era paragonabile a quella che esisteva nell'Universo immediatamente dopo il Big Bang ovvero una frazione di secondo dopo la sua creazione. Grazie a quanto predetto dalla teoria della relatività di Einstein, questa energia si poteva convertire in materia, e quindi, in particelle diverse da quelle di partenza. I prodotti della collisione si propagavano in tutte le direzioni e venivano analizzati da strumenti appositamente progettati posizionati tutt'attorno al rivelatore; grazie a questi era possibile identificare le traiettorie e quindi la natura delle particelle prodotte. Il vertex detector, che era realizzato in gran parte in silicio, era lo strumento più vicino al punto di collisione delle particelle; per questa ragione era in grado di fornire un tracciamento molto preciso che permetteva di rilevare particelle con vita molto breve estrapolando le tracce verso il punto di interazione. Era costituito da strati cilindrici coassiali di rivelatori a strisce di silicio accoppiati in corrente alternata con raggi medi di 6,3, 9,0 e 10,9 cm. L'esperimento DELPHI, costruito tra il 1983 e il 1988, entrò in funzione nel 1989. Dopo lo smantellamento del LEP, avvenuto a partire da novembre del 2000, anche DELPHI venne smontato; l'operazione si concluse nel settembre 2001. D-1757