Modello di barchino idroplano Crocco-Ricaldoni
Lo scafo e i sistemi alari sono dipinti color grigio argento.
La prima idea di sostenere un battello in moto non per azione statica del fluido nel quale è immerso, ma per reazione dinamica su apposite superficie che determinano la completa emersione dello scafo, risale alla seconda metà dell'Ottocento. Sicuramente il francese Clement Ader nel 1867 esegue esperienze e costrusce un primo modello in scala a cui seguirono numerosi studi e brevetti. In Italia negli stessi anni si distinguono due studi principali uno di Enrico Forlanini l'altro di Arturo Crocco con Ottavio Ricaldoni. Il primo sperimenterà prima con modelli in vasca, poi con scafi veri e propri, idrotteri (aliscafi) con eliche aeree e con eliche immerse portando al primo brevetto nel 1904. Mentre Crocco e Ricaldoni sperimenteranno, tra 1907 e il 1912 sul lago di Bracciano, il loro barchino idroplano che era dotato di motore di 80 HP e due eliche aeree, con due serie di alette subacquee, l'una a prua e l'altra a poppa, a forma di V trasversale molto aperta.