Videoregistratore Sony VO-2860P


1974 ca. - 1976 ca.

inventario
IGB-14878
autori
Sony (progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Videoregistratore U-matic di grosse dimensioni con mobile in legno laminato e metallo. Sono presenti due maniglie laterali in metallo per il trasporto.
Sulla faccia superiore sono collocati il vano per l'inserimento della videocassetta e i comandi d'uso.
Parte della faccia superiore è coperta da una griglia in metallo.
Il vano per l'inserimento della videocassetta è chiuso da uno sportello e si vedono all'interno i fusi per la collocazione della videocassetta e le testine di registrazione/riproduzione.
A sinistra si denotano il tasto di accensione, un deviatore per attivare la registrazione e tre leve di comando per phone level, audio monitor e sync video.
A destra si hanno i tasti per l'uso del videoregistratore: registrazione, inserimento automatico, canali audio, pausa, avanzamento, stop, avvio, riavvolgimento, espulsione. Inoltre si hanno comandi per la selezione dei canali (audio, CH1, CH2), livelli audio e video, tracking, con relative scale di lettura e spie.

Dal primo televisore elettronico a valvole del 1927 a cura di Philo T. Farnsworth e dopo il primo modello commerciale del 1939 sviluppato dalla RCA, molti passi avanti sono stati fatti dal mondo della televisione.
In particolare l'idea della videoregistrazione nasce quasi contestualmente ai primi programmi televisivi, in ambito professionale. Preregistrare i programmi televisivi e mandarli in onda successivamente era un'esigenza particolarmente sentita.
Il primo tentativo sperimentale di videoregistrazione (ovvero di registrazione di segnali analogici audio e video su nastro magnetico) è stato effettuato da Peter Axon per la BBC nel 1949. Il sistema denominato VERA (Vision Electronic Recording Apparatus) registrava su nastro magnetico mediante testine magnetiche fisse come quelle dei registratori sonori. Registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine aperte. Il problema di questo sistema era che il nastro doveva girare ad una velocità troppo elevata ovvero 5m/s perché i segnali video occupavano molto spazio e quindi spesso si spezzava.
L'americana Ampex, introdusse nel 1956 le testine magnetiche rotanti che incidevano sul nastro magnetico tracce verticali contigue, riducendo così gli spazi e la velocità di scorrimento (40cm/s): il primo videoregistratore commerciale utilizzava lo standard chiamato Quadruplex che utilizzava quattro testine magnetiche montate su un tamburo rotante. Registrava su nastro magnetico da 2 pollici in bobine aperte. Questo videoregistratore a valvole, di grosse dimensioni era riservato al mondo professionale delle emittenti televisive.
La tecnologia migliorò poi rapidamente con la scansione elicoidale e lo standard C nel 1978 ad un'unica testina rotante che registrava su nastro magnetico da 1 pollice in bobine aperte.
L'avvento dei transistor portò ad una riduzione di dimensioni e consumi che aprì la strada ad apparecchi di videoregistrazione per uso amatoriale e domestico.
Nel 1971 la Sony presentò il primo sistema di videoregistrazione professionale su bobine chiuse, l'U-matic con nastro magnetico da 3/4 di pollice in bobine chiuse. Da questo nacquero i primi sistemi per uso amatoriale. I videoregistratori U-matic erano piuttosto costosi e vennero utilizzati principalmente per usi industriali, didattici, dimostrativi. Dopo il primo modello VO- 2850, la Sony immette sul mercato, nel 1974, una nuova edizione di videoregistratori i VO- 2860P con prestazioni più elevate e immagini migliori.
Il primo standard di videoregistrazione su supporti removibili, di tipo amatoriale è del 1972, il VCR a cura della Philips. Registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse che avevano però una durata troppo breve (30 minuti).
Nel 1975 la Sony introdusse il Betamax prima per lo standard NTSC in uso in Giappone ed USA poi per lo standard PAL. Il Betamax registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse.
Ma lo standard che si impose sul mercato fu il VHS (Video Home System) immesso sul mercato dalla JVC a partire dal 1976. Il motivo del suo successo fu principalmente il fatto che l'azienda decise di concedere liberamente la licenza di uso di questo formato a chiunque la volesse abbattendo così i costi nel giro di poco tempo. Il sistema VHS registrava su nastro magnetico da 3/4 pollici in bobine chiuse.
Nel 1979 la Philips e la Grundig provarono ad immettere un prodotto nuovo sul mercato. Il sistema Video2000 la cui videocassetta (nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse) poteva essere registrata su entrambi i lati, ma anche questo sistema non ebbe successo nel confronto con il VHS.
La diffusione dei videoregistratori nelle case si ebbe nel corso degli anni '90.
Negli stessi anni iniziano ad apparire i primi sistemi digitali di registrazione ed oggi la videoregistrazione analogica è stata soppiantata da quella digitale sia a livello professionale che amatoriale.
definizione
videoregistratore a bobine chiuse, sistema U-matic
misure
altezza: 22 cm ca.; larghezza: 64 cm ca.; lunghezza: 46 cm ca.
materiali
metallo; materiale plastico
iscrizioni
VIDEOCASSETTE RECORDER (commerciale/ documentaria)
U-matic (commerciale/ documentaria)
SONY U-matic model n° VO-2860P VIDEOCASSETTE RECORDER AC 100/110/120/127/220/240 V - 50 Hz 160W n° 11228 MADE IN JAPAN (commerciale/ documentaria)
TBC FRAMING MIC IN LINE IN SC IN SYNC IN DUB IN VIDEO IN (funzionale)
AUDIO MONITOR LINE OUT APC (OFF TAPE) DUB OUT COLOR LOCK CHROMA LEVEL VIDEO OUT (funzionale)
T 2.5A FUSE WARNING THIS APPARATUS MUST BE EARTHED - AC IN (funzionale)
REMOTE (funzionale)
mostre
Vedere Lontano. La televisione dalla trasmissione meccanica al digitale
Milano, Triennale di Milano, 2010/05/03
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Coassin G., Capitolo 2 : Un po' di Storia, in Video digitale : La ripresa : Guida completa, Milano, Apogeo, 2007

Solarino C., Per fare televisione : Manuale completo di apparecchiature, luci, studi, linguaggio, contenuti, Milano, Vertical, 1995
tipologia
videoregistratore
scheda ICCD
PST