Modello Leybold 532 01 Baur 1
1960 ca. - 1984 ca.
inventario
IGB-11237
autori
E. Leybold's Nachfolger AG
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Lo strumento ha forma parallelepipeda e poggia su quattro piedini in gomma. Superiormente è presente una maniglia in gomma per il trasporto.
Il pannello frontale è interamente occupato da manopole di regolazione e boccole per i collegamenti.
In basso, al centro, è situato l'interruttore di accensione. A sinistra sono collocate una boccola coassiale d'entrata per la misura di tensione, una per la misura di corrente/carica e una presa per la messa a terra (mediante boccola da 4mm).
La manopola al centro è un commutatore dei campi di misura e permette misure di corrente da 3·10exp-11 a 3·10exp-7 A (5 campi di misura), misure di tensione da 3 a 300 V (3 campi di misura), misure di carica di 3·10exp-9, 3·10exp-8, 3·10exp-7 As (3 campi permisure balistiche, 2 per misure stazionarie).
Nella parte destra del pannello sono posizionate due boccole d'uscita da 4 mm, un correttore di punto zero e un regolatore di sensibilità.
Nella faccia posteriore sono inseriti un selettore per la regolazione della tensione di alimentazione (110, 130, 150, 220, 240V), la presa per il collegamento alla rete elettrica di alimentazione, una boccola da 4 mm per la messa a terra. Sono inoltre presenti due etichette riportanti il nome dell'azienda costruttrice e dati tecnici dello strumento. Sulla faccia superiore sono presenti delle prese d'aria.
Mancano sia il cavo di misura schermato per la boccola coassiale che il cavo di collegamento alla rete.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Il pannello frontale è interamente occupato da manopole di regolazione e boccole per i collegamenti.
In basso, al centro, è situato l'interruttore di accensione. A sinistra sono collocate una boccola coassiale d'entrata per la misura di tensione, una per la misura di corrente/carica e una presa per la messa a terra (mediante boccola da 4mm).
La manopola al centro è un commutatore dei campi di misura e permette misure di corrente da 3·10exp-11 a 3·10exp-7 A (5 campi di misura), misure di tensione da 3 a 300 V (3 campi di misura), misure di carica di 3·10exp-9, 3·10exp-8, 3·10exp-7 As (3 campi permisure balistiche, 2 per misure stazionarie).
Nella parte destra del pannello sono posizionate due boccole d'uscita da 4 mm, un correttore di punto zero e un regolatore di sensibilità.
Nella faccia posteriore sono inseriti un selettore per la regolazione della tensione di alimentazione (110, 130, 150, 220, 240V), la presa per il collegamento alla rete elettrica di alimentazione, una boccola da 4 mm per la messa a terra. Sono inoltre presenti due etichette riportanti il nome dell'azienda costruttrice e dati tecnici dello strumento. Sulla faccia superiore sono presenti delle prese d'aria.
Mancano sia il cavo di misura schermato per la boccola coassiale che il cavo di collegamento alla rete.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
amplificatore di corrente ad alta impedenza d'ingresso
misure
altezza: 27 cm ca.; larghezza: 23 cm ca.; lunghezza: 33 cm ca.
materiali
metallo; plastica; gomma
iscrizioni
532 01 Baur 1
MADE IN GERMANY (documentaria)
Netzspannung Sicherungsstärke 110 V~ träge 0,63 A 130 V~ träge 0,63 A 150 V~ träge 0,5 A 220 V~ träge 0,4 A 240 V~ träge 0,4 A (documentaria)
Netzspannung Sicherungsstärke 110 V~ träge 0,63 A 130 V~ träge 0,63 A 150 V~ träge 0,5 A 220 V~ träge 0,4 A 240 V~ träge 0,4 A (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Fisica apparecchi, Fisica : apparecchi di fisica per l'insegnamento : Leybold PH 58 I-2, Milano, Leybold - Heraeus S.p.A., 1968
tipologia
amplificatore
scheda ICCD
PST