Torchio sistema Albion


1840 - 1850

inventario
IGB-9529
autori
collocazione
deposito
descrizione
Torchio in ghisa con piedi di appoggio a forma di zampe di leone e con decorazioni floreali. Costituito da due colonne ed un asse che sostengono il fulcro che abbassa la platina ad ogni tiro di leva. Il moto viene trasmesso mediante un giunto a ginocchiera. Sopra l'asse si ha un cilindro che contiene una molla a spirale che tiene la platina alzata dopo la stampa.
Al centro, su una coppia di binari, veniva posizionato un porta forma rettangolare nel quale si inserivano le matrici con i caratteri da stampa (attualmente è mancante). Il porta forma poteva scorrere lungo i binari, agendo su una manovella laterale collegata ad un cilindro attorno al quale sono avvolte due corde che trascinano la forma stessa.

I torchi in legno non subirono nella loro storia molti miglioramenti e il problema della capacità di pressione limitata di una vite in legno che non permetteva di effettuare stampe di grandi dimensioni ma al massimo di mezza forma, venne superato solo agli inizi del XIX secolo grazie ai primi torchi in ghisa. Dopo i primi tentativi del fonditore tipografico Wilhelm Haas di Basilea di costruire un torchio in ghisa con il meccanismo a sfere volanti della pressa mutuato dalle zecche , fu Lord Charles Stanhope insieme al meccanico Robert Walker, a realizzare il primo torchio in ghisa (sistema Stanhope) a Londra, ai primi dell'800. La caratteristica più importante del torchio Stanhope risiede nel sistema di leve multiple tra barra e vite. Questa sistema di leve moltiplicava la pressione esercitata e la trasmetteva ad una platina più grande che consentiva la stampa di una forma intera con un unico tiro di leva. Altra caratteristica interessante la presenza del contrappeso che aiutava ad alzare la platina e a tenerla alzata. Successivamente, dal 1806, l'aspetto di questi torchi mutò verso forme più arrotondate e una struttura rinforzata.
Altro modello molto interessante prodotto nell'800 fu il modello "Columbian" inventato da George Clymer e molto semplice da usare.
Un terzo modello di torchio in ghisa fu l'"Albion" inventato nel 1820 dall'inglese R. W. Cope e prodotto in tutta Europa fino al 1940. La caratteristica principale di questo torchio era il meccanismo per muovere la platina: un giunto a ginocchiera permetteva di abbassare la platina (piano di pressione) e una molla a spirale collocata in un pistone centrale teneva la platina alzata dopo la stampa. Amos dell'Orto fu il primo in Italia a produrre questo tipo di torchi.
Il torchio a mano, nonostante i miglioramenti introdotti, si dimostrò comunque uno strumento troppo lento per soddisfare le richieste del mercato dei manifesti, dei volantini, dei giornali, ecc. Si assistette così ad un'industrializzazione della stampa. Da una parte la stampa tipografica a livello industriale progrediva con macchine rotative o cilindriche sempre più veloci, dall'altra gli artigiani e i piccoli tipografi abbandonarono presse e torchi a mano a favore delle pedaline.
Questo torchio proviene dalla Casa Editrice Vallardi dove probabilmente fu utilizzato per la stampa tipografica di alcune edizioni Vallardi.
definizione
torchio da stampa, a leva
misure
altezza: 205 cm; larghezza: 108 cm; lunghezza: 160 cm; peso: 900 kg
materiali
ghisa; metallo; cuoio
acquisizione
Vallardi, Giuseppe (2003)
iscrizioni
PATENT 1716 (commerciale/ documentaria)
COPE EXORS (documentaria)
HOPKINSON'S N°1371 (commerciale/ documentaria)
settore
Scrittura e Stampa
bibliografia
Dalmazzo G., La tipografia, Torino, Libreria Editrice Internazionale, 1914

Gianni E., Conoscere la stampa, Milano, Poligono, 1953
tipologia
torchio
scheda ICCD
PST