torchio a mano sistema Stanhope
1875 ca. - 1880 ca.
inventario
IGB-7618
autori
Dell'Orto, Augusto
(costruttore)
; Stanhope, Charles
(inventore)
collocazione
deposito
descrizione
Torchio in ghisa dalle forme arrotondate, verniciato di verde con piedi di appoggio a forma di zampe di leone e con decorazioni floreali.
Al centro, su una coppia di binari, è posizionato un porta forma rettangolare nel quale si inserivano le matrici con i caratteri da stampa. Sopra al porta forma si ha la platina collegata mediante un sistema di leve multiple alla barra e alla vite. Un a leva permette il movimento della platina e un contrappeso a forma di zucca alza e mantiene alzata la platina.
Il porta forma può scorrere lungo i binari, agendo su una manovella collegata ad un cilindro attorno al quale sono avvolte due corde che trascinano la forma.
I torchi in legno non subirono nella loro storia molti miglioramenti e il problema della capacità di pressione limitata di una vite in legno che non permetteva di effettuare stampe di grandi dimensioni ma al massimo di mezza forma, venne superato solo agli inizi del XIX secolo grazie ai primi torchi in ghisa. Dopo i primi tentativi del fonditore tipografico Wilhelm Haas di Basilea di costruire un torchio in ghisa con il meccanismo a sfere volanti della pressa mutuato dalle zecche , fu Lord Charles Stanhope insieme al meccanico Robert Walker, a realizzare il primo torchio in ghisa (sistema Stanhope) a Londra, ai primi dell'800. La caratteristica più importante del torchio Stanhope risiede nel sistema di leve multiple tra barra e vite. Questa sistema di leve moltiplicava la pressione esercitata e la trasmetteva ad una platina più grande che consentiva la stampa di una forma intera con un unico tiro di leva. Altra caratteristica interessante la presenza del contrappeso che aiutava ad alzare la platina e a tenerla alzata. Successivamente, dal 1806, l'aspetto di questi torchi mutò verso forme più arrotondate e una struttura rinforzata.
Nel 1840 Amos Dell'Orto fu il primo a produrre un torchio Stanhope in Italia, a Monza. Alla morte di Amos Dell'orto nel 1874, il figlio di suo fratello Ferdinando, Augusto Dell'Orto, ritirò tutte le macchine presenti del magazzino dello zio. Quando nel 1878 il francese Azaulet introdusse, alla Mostra Internazionale, la moda di verniciare di verde le macchine, Augusto verniciò quelle trovate nel magazzino dello zio.
Al centro, su una coppia di binari, è posizionato un porta forma rettangolare nel quale si inserivano le matrici con i caratteri da stampa. Sopra al porta forma si ha la platina collegata mediante un sistema di leve multiple alla barra e alla vite. Un a leva permette il movimento della platina e un contrappeso a forma di zucca alza e mantiene alzata la platina.
Il porta forma può scorrere lungo i binari, agendo su una manovella collegata ad un cilindro attorno al quale sono avvolte due corde che trascinano la forma.
I torchi in legno non subirono nella loro storia molti miglioramenti e il problema della capacità di pressione limitata di una vite in legno che non permetteva di effettuare stampe di grandi dimensioni ma al massimo di mezza forma, venne superato solo agli inizi del XIX secolo grazie ai primi torchi in ghisa. Dopo i primi tentativi del fonditore tipografico Wilhelm Haas di Basilea di costruire un torchio in ghisa con il meccanismo a sfere volanti della pressa mutuato dalle zecche , fu Lord Charles Stanhope insieme al meccanico Robert Walker, a realizzare il primo torchio in ghisa (sistema Stanhope) a Londra, ai primi dell'800. La caratteristica più importante del torchio Stanhope risiede nel sistema di leve multiple tra barra e vite. Questa sistema di leve moltiplicava la pressione esercitata e la trasmetteva ad una platina più grande che consentiva la stampa di una forma intera con un unico tiro di leva. Altra caratteristica interessante la presenza del contrappeso che aiutava ad alzare la platina e a tenerla alzata. Successivamente, dal 1806, l'aspetto di questi torchi mutò verso forme più arrotondate e una struttura rinforzata.
Nel 1840 Amos Dell'Orto fu il primo a produrre un torchio Stanhope in Italia, a Monza. Alla morte di Amos Dell'orto nel 1874, il figlio di suo fratello Ferdinando, Augusto Dell'Orto, ritirò tutte le macchine presenti del magazzino dello zio. Quando nel 1878 il francese Azaulet introdusse, alla Mostra Internazionale, la moda di verniciare di verde le macchine, Augusto verniciò quelle trovate nel magazzino dello zio.
definizione
torchio da stampa, a leva
misure
altezza: 179 cm ca.; larghezza: 115 cm ca.; lunghezza: 188 cm ca.; peso: 1060 kg ca.
materiali
ghisa; corda
acquisizione
Società Pirelli (1965)
settore
Scrittura e Stampa
bibliografia
Museoscienza, Museoscienza, Milano, 1978
Curti O., Dal torchio di stampa alla prima "macchina tipografica", in Museoscienza : periodico del museo nazionale della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci", Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1969, n. 1, pp. 27-35
Dalmazzo G., La tipografia, Torino, Libreria Editrice Internazionale, 1914
Gianni E., Conoscere la stampa, Milano, Poligono, 1953
Steiberg S.H., Cinque secoli di stampa, Torino, Einaudi, 1982
Curti O., Dal torchio di stampa alla prima "macchina tipografica", in Museoscienza : periodico del museo nazionale della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci", Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1969, n. 1, pp. 27-35
Dalmazzo G., La tipografia, Torino, Libreria Editrice Internazionale, 1914
Gianni E., Conoscere la stampa, Milano, Poligono, 1953
Steiberg S.H., Cinque secoli di stampa, Torino, Einaudi, 1982
tipologia
torchio
scheda ICCD
PST