Grillo
1918
inventario
CMND-449
autori
Bisio, Attilio
(inventore)
collocazione
deposito
descrizione
Si tratta di due frammenti della parte prodiera e poppiera dello scafo di un barchino saltatore. La parte prodiera presenta una struttura, realizzata da assi di legno, con ponte piatto e fondo inclinato; agli angoli del lato frontale sono applicate due pulegge per il sostegno della catena continua. La parte poppiera, anch'essa interamente composta da assi di legno, presenta il ponte piatto e il fondo a volta, con specchio quadro; in corrispondenza degli angoli inferiori dello specchio di poppa sono sistemate due pulegge collegate da un asse, messo in rotazione da una trasmissione ad ingranaggi. La parte poppiera conserva le catene continue di tipo Galles, munite di ganci, utilizzate per il superamento delle ostruzioni; entrambi i frammenti presentano, lungo i bordi del fondo, le guide in metallo per lo scorrimento della catena.
Nelle fasi finali della Prima Guerra mondiale la Regia Marina Militare italiana era alla ricerca di nuove soluzioni per la realizzazione di un mezzo d'assalto, in grado di attaccare le navi ormeggiate all'interno di basi e porti nemici, protetti da sistemi difensivi costituiti da più ordini di reti, ostacoli galleggianti e sommersi e catene sospese sotto la superficie dell'acqua. Nel tentativo di superare questi sbarramenti venne predisposto nel 1918 uno speciale mezzo, chiamato barchino saltatore, realizzato in quattro esemplari dal nome di Grillo, Locusta, Pulce e Cavalletta. Queste imbarcazioni erano equipaggiate con due catene continue del tipo Galles, azionate da motori elettrici; le catene erano fornite di ganci o ramponi, grazie ai quali i barchini erano capaci di farsi largo tra gli sbarramenti difensivi: durante i collaudi effettuati all'arsenale di Venezia, questi mezzi riuscirono a scavalcare un'ostruzione larga 5 metri in 2 minuti e 40 secondi. Oltre alle catene, i barchini erano provvisti anche di un armamento costituto da due lanciasiluri a tenaglia da 450 mm con cesoie per tagliare le reti. Nel loro complesso erano imbarcazioni con scafo interamente in legno, lungo 16 metri e largo 3,10, con carena dal fondo piatto, per un'immersione massima di 70 cm; erano mosse da motori elettrici da 5 HP ciascuno, alimentati da una batteria di accumulatori, grazie ai quali potevano raggiungere la velocità di 4 nodi, con un'autonomia di circa 30 miglia. Per mantenere il fattore segretezza, in caso di pericolo di cattura da parte del nemico, questi mezzi d'assalto erano dotati di un sistema di autoaffondamento, costituito da cariche esplosive collegate tra loro. I frammenti conservati dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" provengono dall'unità Grillo, adoperata nell'azione portata la notte tra il 13 e il 14 maggio 1918 contro il porto di Pola; il Grillo, comandato dal capitano di corvetta Mario Pellegrini e con l'equipaggio formato da Antonio Milani, Francesco Angelino e Giuseppe Corrias, riuscì a scavalcare quattro delle cinque linee difensive austriache, prima di essere autoaffondato dall'equipaggio per evitare la cattura. Al termine della guerra le parti del Grillo vennero ritrovate, sommariamente riparate, presso l'arsenale di Pola, dopo essere state recuperate dalla Marina austriaca. I frammenti del Grillo vennero donati al Museo Civico Navale Didattico dalla Base Navale di Venezia.
Nelle fasi finali della Prima Guerra mondiale la Regia Marina Militare italiana era alla ricerca di nuove soluzioni per la realizzazione di un mezzo d'assalto, in grado di attaccare le navi ormeggiate all'interno di basi e porti nemici, protetti da sistemi difensivi costituiti da più ordini di reti, ostacoli galleggianti e sommersi e catene sospese sotto la superficie dell'acqua. Nel tentativo di superare questi sbarramenti venne predisposto nel 1918 uno speciale mezzo, chiamato barchino saltatore, realizzato in quattro esemplari dal nome di Grillo, Locusta, Pulce e Cavalletta. Queste imbarcazioni erano equipaggiate con due catene continue del tipo Galles, azionate da motori elettrici; le catene erano fornite di ganci o ramponi, grazie ai quali i barchini erano capaci di farsi largo tra gli sbarramenti difensivi: durante i collaudi effettuati all'arsenale di Venezia, questi mezzi riuscirono a scavalcare un'ostruzione larga 5 metri in 2 minuti e 40 secondi. Oltre alle catene, i barchini erano provvisti anche di un armamento costituto da due lanciasiluri a tenaglia da 450 mm con cesoie per tagliare le reti. Nel loro complesso erano imbarcazioni con scafo interamente in legno, lungo 16 metri e largo 3,10, con carena dal fondo piatto, per un'immersione massima di 70 cm; erano mosse da motori elettrici da 5 HP ciascuno, alimentati da una batteria di accumulatori, grazie ai quali potevano raggiungere la velocità di 4 nodi, con un'autonomia di circa 30 miglia. Per mantenere il fattore segretezza, in caso di pericolo di cattura da parte del nemico, questi mezzi d'assalto erano dotati di un sistema di autoaffondamento, costituito da cariche esplosive collegate tra loro. I frammenti conservati dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" provengono dall'unità Grillo, adoperata nell'azione portata la notte tra il 13 e il 14 maggio 1918 contro il porto di Pola; il Grillo, comandato dal capitano di corvetta Mario Pellegrini e con l'equipaggio formato da Antonio Milani, Francesco Angelino e Giuseppe Corrias, riuscì a scavalcare quattro delle cinque linee difensive austriache, prima di essere autoaffondato dall'equipaggio per evitare la cattura. Al termine della guerra le parti del Grillo vennero ritrovate, sommariamente riparate, presso l'arsenale di Pola, dopo essere state recuperate dalla Marina austriaca. I frammenti del Grillo vennero donati al Museo Civico Navale Didattico dalla Base Navale di Venezia.
definizione
barca barchino saltatore
misure
altezza: 250 cm (poppa); larghezza: 215 cm (poppa); lunghezza: 130 cm (poppa); altezza: 125 cm (prua); larghezza: 135 cm (prua); lunghezza: 260 cm (prua)
materiali
legno; metallo
acquisizione
Civico Museo Navale Didattico-Comune di Milano (1966); Base Navale di Venezia (1927)
iscrizioni
SOC.AN. / ROBINETTERIE RIUNITE / COSTRUZIONI MECCANICHE / - MILANO - (documentaria)
TANK MARINO PER SUPERARE SBARRAMENTI / COSTRUITO NEL R.O ARSENALE DI VENEZIA NEL 1918 / HA SUPERATO GLI SBARRAMENTI DI POLA AL COMANDO DEL / TEN. DI VASCELLO PELLEGRINI LANCIANDO DUE SILURI. / SCOPERTO DAL NEMICO L'EQUIPAGGIO L'HA AFFONDATO PRIMA / DI ESSERE FATTI PROGIONIERI (commemorativa)
TANK MARINO PER SUPERARE SBARRAMENTI / COSTRUITO NEL R.O ARSENALE DI VENEZIA NEL 1918 / HA SUPERATO GLI SBARRAMENTI DI POLA AL COMANDO DEL / TEN. DI VASCELLO PELLEGRINI LANCIANDO DUE SILURI. / SCOPERTO DAL NEMICO L'EQUIPAGGIO L'HA AFFONDATO PRIMA / DI ESSERE FATTI PROGIONIERI (commemorativa)
settore
Navale
bibliografia
De la Sierra L., Gli assaltatori del mare : Barchini esplosivi, "maiali", sommergibili "tascabili", Milano, Mursia, 2002
Giorgerini G., Attacco dal mare : Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, Milano, Mondadori, 2007
Giorgerini G., Attacco dal mare : Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, Milano, Mondadori, 2007
tipologia
barca
scheda ICCD
PST