Modello di corazzata classe Caio Duilio


1932 - 1933

inventario
IGB-17288
autori
manifattura
collocazione
deposito
descrizione
modello in legno e metallo, scala 1:50, della corazzata Caio Duilio del 1873, con portelloni di poppa apribili e torpediniera Clio. Presenti sul ponte due motobarche e sei scialuppe, due torrette equipaggiate con due cannoni ciascuna, quattro cannoni di calibro inferiore, due fumaioli e un pennone centrole con torrette e cannoni. Completano il modello quattro ancore e due eliche a quattro pale.

Replica in scala 1:50 della corazzata Caio Duilio, classe Caio Duilio, del 1876. Questo modello fu fatto realizzare dal CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
Nel 1873 il ministro della Marina, ammiraglio Saint-Bon, avviò la costruzione di una nuova classe di corazzate per la Regia Marina incaricando Benedetto Brin, direttore del Genio Navale, di progettare tre corazzate che, allo stato dell'arte, risultassero le migliori a livello mondiale per velocità, difesa ed armamento. Varata nel 1876 e completata nel 1880 nel cantiere di Castellammare di Stabia, la corazzata Caio Duilio, assieme alla gemella Enrico Dandolo (la terza unità prevista sfociò nella costituzione di una classe a parte, la Classe Italia), venne considerata dalle marine del tempo la più potente nave da battaglia dell'epoca, tanto da essere ritenuta in grado di tenere in sacco l'intera squadra navale francese del Mediterraneo da sola. Lo scafo era costruito in ferro, con corazze in grado da resistere a proiettili di cannoni da 50 tonnellate, e a prora era posizionato uno sperone di 4,50 metri interamente sommerso. Il bordo libero era di solo 3 metri, circa, sopra la linea di galleggiamento ed erano presenti comparti allagabili, uno dei quali, a poppa, venne adibito ad ospitare una torpediniera (utilizzato solo nel 1885 per la torpediniera Clio). Altre due siluranti, la Locusta e la Cicala, vennere ospitate sul ponte. Al momento del varo disponeva delle artiglierie del calibro più grande: quattro pezzi da 100 tonnellate e 450 mm/ canna 20 calibri, ad avancarica, disposti su due torri corazzate poste al cento del ponte, aventi un complesso sistema di caricamento automatico. A completare l'armamento vi erano 3 pezzi da 120 mm, 2 pezzi da 75 mm, 8 pezzi da 57mm e 22 pezzi da 37 mm per la difesa del naviglio sottile, oltre a 3 tubi lanciasiluri, dei quali uno sotto lo sperone di prora. Disponeva di un ponte di comando (torrione) allocato alla base dell'albero maestro, tra i due fumaioli, per la segnalazione e l'osservazione e, come in tutte le navi belliche del periodo, gli alloggi erano sacrificati: quelli per gli ufficiali in sovrastrutture a poppa mentre quelli per l'equipaggio sottocoperta. L'apparato motore a doppia elica, la cui potenza superò quella prevista dal progetto di 7.500 cavalli, era composto da 2 motrici verticali a doppia espansione, alimentate da 8 caldaie a carbone a sezione ovale. Non essendoci adeguati sovracomandi per la gestione della barra disponibili, si optò di utilizzare come timone cinque grandi ruote disposte in coperta, in modo sprotetto, manovrate un gran numero di marinai.
Per via dello sviluppo tecnologico bellico a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la Caio Duilio, che non venne mai ammodernata, divenne obsoleta in pochi anni.
Non venne mai impiegata in azioni belliche ma svolse crociere ed esercitazioni nel Mediterraneo centrale ed orientale. Dal 1900 fu impiegata come nave scuola, per Timonieri e Marò, e come unità per la difesa di basi navali. Posta in disarmo nel 1906 e radiata nel 1909, venne riconvertita come deposito combustibile per alcuni anni prima di essere demolita.
definizione
modello navale
misure
altezza: 82,5 cm ca.; larghezza: 44 cm ca.; lunghezza: 225 cm ca.; peso: 57 kg ca.
materiali
legno
acquisizione
C.N.R. - Consiglio Nazionale delle Ricerche (2018)
settore
Navale
tipologia
modello navale
scheda ICCD
PST