Parallelepipedo in gesso dipinto con sagome di asce impresse o incise in negativo su tre delle sue facce.

Replica in gesso di stampi per asce dell'età del bronzo, probabilmente di origine etrusca.
Questa copia fu fatta realizzare dal C.N.R. - Consiglio Nazionale delle Ricerche in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
La replica fu probabilmente commissionata per via dell'importanza che, in generale, i metalli e le loro lavorazioni ebbero sullo sviluppo e l'evoluzione delle civiltà. L'innovazione tecnologica legata alla scoperta di un nuovo materiale e alla sua differente lavorazione porta infatti generalmente con sé cambiamenti anche sul piano economico e su quello sociale. Nel caso dei metalli è prova di questo il fatto che le epoche tardo preistoriche post litiche - Età del Rame, Età del Bronzo, Età del Ferro - sono definite appunto a partire dal nome di un metallo
La scelta di riprodurre stampi per la lavorazione del bronzo risiede invece con ogni probabilità nel fatto che l'Età del Bronzo è il periodo durante il quale gli oggetti realizzati con questa lega di rame e stagno (originariamente rame e arsenico) assumono la consistenza e la forma che manterranno fino all'epoca moderna, sia per via delle caratteristiche del materiale sia per via delle tipologie di lavorazione per esso sviluppate. All'Età del Bronzo si deve anche lo sviluppo del commercio su lunga tratta, nato per gli scambi dalle aree di estrazione e/o produzione del bronzo verso altre zone.
Riprodurre un oggetto di epoca etrusca è, infine, una scelta probabilmente collegata al fatto che, in Italia, il popolo degli Etruschi si distinse dalle altre civiltà pre-romane anche per l'abilità nella lavorazione del bronzo, con il quale era in grado di realizzare armi, strumenti e oggetti pregiati di alta qualità.

Curti, Orazio, Museoscienza, Milano, 1978