Proiettore Leitz - Wetzlar Prado
1963 circa
inventario
IGB-6131
autori
Ernst Leitz GmbH
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo proiettore è costituito da un corpo centrale contenente l'apparato illuminante e il motorino elettrico e il dispositivo di proiezione costituito da guida film e obiettivo.
Il corpo centrale in metallo, ha forma parallelepipeda ed aspetto un po' bombato. Poggia su una base con quattro piedini che contiene il motorino e la ventola di raffreddamento.
La parte superiore, forata per permettere il raffreddamento, è apribile sbloccando il coperchio mediante un apposito tasto. All'interno sono presenti, partendo dal fondo, uno specchio concavo, un porta lampada con lampada, tre lenti condensatrici disposte in modo tale da condensare il fascio di luce emesso dalla lampada di cui due estraibili. Il corpo centrale ha posizione inclinabile agendo su un'apposita rotella posta frontalmente.
Sulla parete anteriore si inserisce un telaio verticale in metallo che funge da guida film per la pellicola da proiettare. La pellicola si inserisce anche su due rocchetti in plastica posti superiormente e inferiormente sul telaio. Al centro si inserisce l'obiettivo Leitz Colorplan 1:2,5 f=90mm coperto da un tappo in metallo.
Sono inoltre disponibili una lente grandangolare aggiuntiva e una lente per proiezione rialzata costituita da due guide in metallo sulle quali sono fissati un dispositivo per la deviazione del fascio luminoso, un obiettivo Leitz Hektor 1:2,5 f=120mm e uno specchio inclinato con angolo regolabile e coperchio in metallo.
Sono inoltre presenti due maschere in metallo per la selezione di fotogrammi.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. Queste pellicole si sotituirono ovviamente anche nell'ambito professionale.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
La massima diffusione delle ultime cineprese a pellicola si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili . Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
Questo proiettore era probabilmente utilizzato presso il "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Il corpo centrale in metallo, ha forma parallelepipeda ed aspetto un po' bombato. Poggia su una base con quattro piedini che contiene il motorino e la ventola di raffreddamento.
La parte superiore, forata per permettere il raffreddamento, è apribile sbloccando il coperchio mediante un apposito tasto. All'interno sono presenti, partendo dal fondo, uno specchio concavo, un porta lampada con lampada, tre lenti condensatrici disposte in modo tale da condensare il fascio di luce emesso dalla lampada di cui due estraibili. Il corpo centrale ha posizione inclinabile agendo su un'apposita rotella posta frontalmente.
Sulla parete anteriore si inserisce un telaio verticale in metallo che funge da guida film per la pellicola da proiettare. La pellicola si inserisce anche su due rocchetti in plastica posti superiormente e inferiormente sul telaio. Al centro si inserisce l'obiettivo Leitz Colorplan 1:2,5 f=90mm coperto da un tappo in metallo.
Sono inoltre disponibili una lente grandangolare aggiuntiva e una lente per proiezione rialzata costituita da due guide in metallo sulle quali sono fissati un dispositivo per la deviazione del fascio luminoso, un obiettivo Leitz Hektor 1:2,5 f=120mm e uno specchio inclinato con angolo regolabile e coperchio in metallo.
Sono inoltre presenti due maschere in metallo per la selezione di fotogrammi.
Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali.
Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale.
In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. Queste pellicole si sotituirono ovviamente anche nell'ambito professionale.
I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8.
La massima diffusione delle ultime cineprese a pellicola si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili . Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale.
Questo proiettore era probabilmente utilizzato presso il "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
proiettore elettrico, per pellicole 35mm
misure
altezza: 26 cm; larghezza: 15 cm; lunghezza: 37 cm; peso: 5,7 kg
materiali
metallo; plastica; vetro
acquisizione
Chima-Leybold Soc. (1963)
iscrizioni
PRADO (commerciale)
ERNST LEITZ GMBH WETZLAR GERMANY (commerciale)
LEITZ WETZLAR GERMANY COLORPLAN 1:2.5 / 90mm (commerciale/ documentaria)
LEITZ WETZLAR GERMANY HEKTOR 1:2.5 / 120mm (commerciale/ documentaria)
ERNST LEITZ GMBH WETZLAR GERMANY (commerciale)
LEITZ WETZLAR GERMANY COLORPLAN 1:2.5 / 90mm (commerciale/ documentaria)
LEITZ WETZLAR GERMANY HEKTOR 1:2.5 / 120mm (commerciale/ documentaria)
settore
Fotocinematografia
tipologia
proiettore
scheda ICCD
PST