Memoria Sistema IBM 650


1953

inventario
D-1171
autori
I.B.M. Italia (costruttore/ produttore/ progettista)
collocazione
deposito
descrizione
Il dispositivo è costituito da due parti separate: il tamburo e il blocco dei sensori. Il dispositivo nel suo complesso prevede che il tamburo venga inserito nel blocco dei sensori.
Il tamburo è un cilindro in acciaio, internamente cavo, del diametro di 10 cm e lungo circa 41 cm; all'interno è inserito un albero costituito anch'esso da un cilindro cavo di diametro 3,5 cm lungo 50,5 cm fissato alle estremità del cilindro e libero di ruotare indipendentemente dalla rotazione del cilindro.
Ad una estremità del cilindro, montata sull'albero, ma solidale con il cilindro stesso, è presente una parte di diametro 6 cm con l'estremità dentata; su questa parte è inserito un disco estraibile, di diametro leggermente superiore a quello del cilindro, che serve a fissare il tamburo sul blocco dei sensori.
Il blocco dei sensori è costituito da un telaio semicilindrico in alluminio realizzato in modo da poter accogliere il tamburo. Su un lato del telaio sono montati quattro blocchi di sensori magnetici costituiti rispettivamente da 18, 8, 16 e 5 testine magnetiche, da ognuna fuoriescono cinque fili di rame rivestiti in plastica che terminano su connettori a pin, ciascuno dei quali contrassegnato da un numero.
Sul lato opposto del telaio sono montati tre file di blocchi di sensori magnetici, ciascuna costituita da tre blocchi da 27, 16 e 5 testine magnetiche; anche da ciascuna di queste fuoriescono cinque fili di rame rivestiti in plastica che terminano su connettori a pin, ciascuno dei quali contrassegnato da un numero.

Questa tipologia di memoria venne sviluppata da Gustav Tauschek nel 1932 in Austria.
Nei primi elaboratori elettronici la memoria era costituita da tubi a raggi catodici che registravano le informazioni sui vari punti dello schermo, oppure da tamburi magnetici come questo che ruotavano ad alta velocità; una serie di testine magnetiche "scrive" i dati e le istruzioni sulla superficie cilindrica del tamburo in forma di punti magnetizzati e li "legge" poi in pochi millesimi di secondo.
La velocità di rotazione del tamburo era di 12.500 giri/min e la capacità di memorizzazione era di 20.000 cifre decimali, cioè 2.000 word. Il tempo di accesso ai dati da parte delle testine era di 2,496 ms.
La memoria a tamburo è di tipo seriale ed è una delle prime forme di memoria informatica; viene utilizzata tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta sia come memoria principale sia come memoria ausiliaria. Le macchine che utilizzavano questa memoria come memoria principale spesso venivano definite "drum machine" (macchine a tamburo).
In seguito questa tipologia di memoria viene rimpiazzata dalla memoria a nucleo magnetico (più veloce e senza parti in movimento).
L'IBM 650 (1953), tra le prime macchine commercializzate su larga scala dalla IBM assieme alla IBM 701 (stesso anno) adottava una memoria a tamburo magnetico ed è rimasta in produzione fino al 1962; ne furono installate quasi 2000 esemplari in tutto il mondo.
definizione
memoria a tamburo magnetico
misure
altezza: 11 cm; profondità: 20 cm; lunghezza: 50,5 cm; peso: 30,7 kg; diametro: 10 cm (tamburo); lunghezza: 50,5 cm (tamburo); peso: 18,4 kg (tamburo); altezza: 10,3 cm (blocco dei sensori); profondità: 20 cm (blocco dei sensori); lunghezza: 49,5 cm (blocco dei sensori); peso: 12,3 kg (blocco dei sensori)
materiali
plastica; rame; alluminio; acciaio
acquisizione
I.B.M. Italia (1975)
settore
Calcolo e Informatica
bibliografia
I.B.M. Italia, Il calcolo automatico nella storia / Guida ai visitatori della mostra dedicata al "Calcolo automatico nella storia" ed organizzata dalla IBM ITALIA al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Milano, I.B.M. Italia, 1959

I.B.M. Italia, Tre secoli di elaborazione dei dati, a cura di De Pra' R., Milano, I.B.M. Italia, 1975

I.B.M. Italia, Tre secoli di elaborazione dei dati, a cura di De Pra' R., Milano, I.G.I.S., 1980
tipologia
memoria
scheda ICCD
PST