Frammento di scudo termico dell'Apollo 15 e patch di missione
1971
inventario
IGB-9407
collocazione
M2/ Spazio
descrizione
Nel suo insieme l'oggetto è un cimelio commemorativo della missione Apollo 15 della NASA, la quarta che riuscì a portare degli uomini sulla Luna.
E' composto da un frammento del materiale refrattario che costituiva lo scudo termico dell'Endeavour, il modulo di rientro a terra, e dalla patch ufficiale della missione.
Il materiale refrattario, che ha la forma di un piccolo dischetto di circa tre centimetri di diametro, è realizzato con resine resistenti ad altissime temperature che sono sostenute e rinforzate meccanicamente da una struttura metallica a nido d'ape. Il frammento è immerso in un cono di plexiglass che ricorda la forma del modulo di rientro usato in tutte le missioni Apollo.
Sulla struttura di supporto, anch'essa in plexiglass, è presente la patch ufficiale della missione sulla quale è possibile ammirare il caratteristico logo che, caso unico, non fu disegnata dagli americani ma da un italiano, lo stilista fiorentino Emilio Pucci.
Oggetto realizzato dalla NASA per fini celebrativi e donato al Museo dai tre astronauti protagonisti della missione che, nel 1972, furono in visita a Milano nel corso del loro post flight tour ufficiale.
Il cimelio è testimonianza diretta di uno dei momenti più delicati di qualsiasi missione spaziale, il rientro a terra. Durante l'attraversamento dell'atmosfera, infatti, con velocità in gioco che possono raggiungere alcune decine di migliaia di chilometri all'ora, il calore prodotto dall'attrito genera gas incandescenti con temperature di parecchie centinaia di gradi centigradi che, nei punti più sollecitati, può superare i 2500 gradi. Allo scudo termico, quindi, è affidata la sicurezza degli astronauti a bordo permettendone il ritorno a casa sani e salvi.
Apollo 15 (26.07.1971 - 07.08.1971) fu la quinta missione della NASA destinata a far atterrare degli uomini sulla Luna. Comandata da David Scott, che in precedenza era già arrivato fino alla Luna con la missione Apollo 9, comprendeva il pilota del modulo lunare (ribattezzato Falcon) James Irwin e quello del modulo di comando (Endeavour) Alfred Worden.
Luogo scelto per l'allunaggio fu la regione di Mount Hadley, ai margini del Mare Imbrium, caratterizzata da una significativa varietà geologica. Fu una scelta coraggiosa perché si trattava di un'area poco conosciuta dalla NASA e considerata particolarmente critica per un atterraggio. La vicinanza della catena degli Appennini lunari, infatti, imponeva una traiettoria di discesa molto più ripida di quella dei precedenti allunaggi; tutto andò comunque per il meglio e l'allunaggio avvenne senza alcun problema il 30 luglio 1971.
Con Apollo 15 la NASA sperimentò nuove e più pratiche tute spaziali ma, soprattutto, riuscì in un'operazione ritenuta quasi impossibile quella di portare un'automobile sulla Luna, il Lunar Roving Vehicle. Si trattava di un veicolo elettrico (senza ossigeno, sulla Luna, sarebbe stato impossibile usare motori a combustione) estremamente spartano ma comunque in grado di permettere ai due astronauti di esplorare una zona ben più ampia attorno al punto di atterraggio grazie alla sua incredibile velocità massima di 15 chilometri all'ora (per altro mai raggiunta). Il Rover era un capolavoro dell'origami ingegneristico dovendo viaggiare all'interno del modulo lunare ripiegato su sé stesso occupando un volume di appena 2 metri cubi.
Poiché non c'era alcuna possibilità di riportarlo a casa, alla fine della missione venne abbandonato sulla Luna. Una targa lasciata a ricordo di quel momento storico riporta la scritta «Man's First Wheels on the Moon, Delivered by Falcon, July 30, 1971».
Durante la loro permanenza sulla superficie lunare, durata in totale 67 ore, Scott e Irwin effettuarono tre attività extraveicolari finalizzate non solo a esplorare il luogo di atterraggio per raccogliere rocce e campioni di terreno ma anche per posizionare alcuni strumenti scientifici. Tra questi un sismografo passivo, un magnetometro, uno spettrometro per l'analisi delle particelle del vento solare e un rilevatore di polvere lunare. Venne installato anche un riflettore laser per misure dirette della distanza Terra-Luna.
E' composto da un frammento del materiale refrattario che costituiva lo scudo termico dell'Endeavour, il modulo di rientro a terra, e dalla patch ufficiale della missione.
Il materiale refrattario, che ha la forma di un piccolo dischetto di circa tre centimetri di diametro, è realizzato con resine resistenti ad altissime temperature che sono sostenute e rinforzate meccanicamente da una struttura metallica a nido d'ape. Il frammento è immerso in un cono di plexiglass che ricorda la forma del modulo di rientro usato in tutte le missioni Apollo.
Sulla struttura di supporto, anch'essa in plexiglass, è presente la patch ufficiale della missione sulla quale è possibile ammirare il caratteristico logo che, caso unico, non fu disegnata dagli americani ma da un italiano, lo stilista fiorentino Emilio Pucci.
Oggetto realizzato dalla NASA per fini celebrativi e donato al Museo dai tre astronauti protagonisti della missione che, nel 1972, furono in visita a Milano nel corso del loro post flight tour ufficiale.
Il cimelio è testimonianza diretta di uno dei momenti più delicati di qualsiasi missione spaziale, il rientro a terra. Durante l'attraversamento dell'atmosfera, infatti, con velocità in gioco che possono raggiungere alcune decine di migliaia di chilometri all'ora, il calore prodotto dall'attrito genera gas incandescenti con temperature di parecchie centinaia di gradi centigradi che, nei punti più sollecitati, può superare i 2500 gradi. Allo scudo termico, quindi, è affidata la sicurezza degli astronauti a bordo permettendone il ritorno a casa sani e salvi.
Apollo 15 (26.07.1971 - 07.08.1971) fu la quinta missione della NASA destinata a far atterrare degli uomini sulla Luna. Comandata da David Scott, che in precedenza era già arrivato fino alla Luna con la missione Apollo 9, comprendeva il pilota del modulo lunare (ribattezzato Falcon) James Irwin e quello del modulo di comando (Endeavour) Alfred Worden.
Luogo scelto per l'allunaggio fu la regione di Mount Hadley, ai margini del Mare Imbrium, caratterizzata da una significativa varietà geologica. Fu una scelta coraggiosa perché si trattava di un'area poco conosciuta dalla NASA e considerata particolarmente critica per un atterraggio. La vicinanza della catena degli Appennini lunari, infatti, imponeva una traiettoria di discesa molto più ripida di quella dei precedenti allunaggi; tutto andò comunque per il meglio e l'allunaggio avvenne senza alcun problema il 30 luglio 1971.
Con Apollo 15 la NASA sperimentò nuove e più pratiche tute spaziali ma, soprattutto, riuscì in un'operazione ritenuta quasi impossibile quella di portare un'automobile sulla Luna, il Lunar Roving Vehicle. Si trattava di un veicolo elettrico (senza ossigeno, sulla Luna, sarebbe stato impossibile usare motori a combustione) estremamente spartano ma comunque in grado di permettere ai due astronauti di esplorare una zona ben più ampia attorno al punto di atterraggio grazie alla sua incredibile velocità massima di 15 chilometri all'ora (per altro mai raggiunta). Il Rover era un capolavoro dell'origami ingegneristico dovendo viaggiare all'interno del modulo lunare ripiegato su sé stesso occupando un volume di appena 2 metri cubi.
Poiché non c'era alcuna possibilità di riportarlo a casa, alla fine della missione venne abbandonato sulla Luna. Una targa lasciata a ricordo di quel momento storico riporta la scritta «Man's First Wheels on the Moon, Delivered by Falcon, July 30, 1971».
Durante la loro permanenza sulla superficie lunare, durata in totale 67 ore, Scott e Irwin effettuarono tre attività extraveicolari finalizzate non solo a esplorare il luogo di atterraggio per raccogliere rocce e campioni di terreno ma anche per posizionare alcuni strumenti scientifici. Tra questi un sismografo passivo, un magnetometro, uno spettrometro per l'analisi delle particelle del vento solare e un rilevatore di polvere lunare. Venne installato anche un riflettore laser per misure dirette della distanza Terra-Luna.
definizione
materiale refrattario per uso spaziale
misure
lunghezza: 18 cm; larghezza: 35 cm; altezza: 17.5 cm; peso: 1.24 kg
acquisizione
Ambasciata USA (1973)
settore
Spazio
tipologia
materiale refrattario
scheda ICCD
PST