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Settore equatoriale di Sisson

Sisson, Jonathan 1774 Telescopio rifrattore su montatura equatoriale all'inglese. L'asse orario, molto lungo, è appoggiato a ciascuna estremità su un sostegno di altezza diversa in modo da essere orientato verso il polo nord celeste. L'asse è formato da tre sezioni: due sono coniche e si uniscono alla terza, centrale, a forma di parallelepipedo. A questa sezione è attaccato un cerchio di diametro pari a circa 63 cm. con il lembo diviso in intervalli di 20 primi d'arco. La numerazione va da 0 a 180 gradi e da 180 a 0 gradi. Per la lettura precisa della declinazione si utilizzava un settore di cerchio (da cui il nome dello strumento) di raggio pari a circa 152 cm. e di una ventina di gradi di ampiezza. Un'estremità del telescopio è unita al vertice di tale settore, attorno a cui il telescopio stesso può ruotare; l'altra estremità scorre lungo il suo lembo. Il lembo del settore è diviso in intervalli di 10 primi per un arco complessivo di 21 gradi. La presenza di un nonio consentiva di ottenere una precisione di lettura di 4 secondi d'arco. All'estremità inferiore dell'asse orario si trova un cerchio per la misura dell'ascensione retta; il cerchio ha lo stesso diametro del precedente. Il suo lembo è diviso in intervalli di 1 minuto di ascensione retta e un nonio consente la lettura dei cinque secondi. L'obbiettivo del telescopio era un doppietto acromatico di 10 cm. circa di apertura e di 153 cm. circa di lunghezza focale; le ottiche sono andate perdute. D-1011

Quadrante murale di Ramsden

Ramsden, Jesse 1789 Il quadrante ha la struttura tipica degli strumenti di John Bird (1709-1776); è completamente in ottone e l'armatura è solida e ben lavorata. Il telescopio vero e proprio è imperniato nel vertice del quadrante (costituito da un settore circolare di poco più di 90 gradi) e poteva ruotare liberamente attorno ad esso consentendo il puntamento di un astro a qualunque altezza sull'orizzonte. Lo strumento, per poter essere utilizzato correttamente, doveva essere posizionato esattamente lungo il meridiano locale (ossia in direzione Nord-Sud) con il piano perfettamente verticale. Mancano oggi numerose parti dello strumento; sono rimasti infatti solo l'armatura, il lembo, il tubo del telescopio e il nonio. Sul lembo ci sono due serie di divisioni. Nella parte più interna si trova la divisione in gradi con intervalli minimi di 5 primi d'arco. La scala esterna è divisa invece in 96 parti ciascuna suddivisa in 16 intervalli. All'estremità libera del telescopio si trovano la lastra con i due nonii e la ganascia di bloccaggio con la vite micrometrica per gli spostamenti fini. Il nonio interno permetteva una precisione nella lettura di 30 secondi d'arco, quello esterno di 13 secondi d'arco. La lettura del singolo secondo d'arco si otteneva utilizzando il micrometro a vite. L'obbiettivo del telescopio era un doppietto acromatico di 9 cm. circa di diametro per 244 cm. circa di lunghezza focale. Attualmente, però, tutte le ottiche sono mancanti. D-1012

Telescopio rifrattore Merz Repsold

Officine G. & S. Merz 1882 Telescopio rifrattore che, quando era operativo, montava una lente di 49 centimetri di diametro avente lunghezza focale di circa sette metri. Questa, di fatto, è anche la lunghezza del tubo ottico che ha forma cilindrica ed è composto da tre settori. E' realizzato in metallo ed è sorretto da una massiccia colonna in ghisa finemente lavorata con scanalature che richiamano le antiche colonne greche e romane. Il basamento, di forma triangolare, è anch'esso in ghisa e ha la funzione di scaricare a terra l'enorme peso dello strumento che sfiora le sette tonnellate. Sul tubo sono presenti apparati di ausilio all'osservatore come le aste per la regolazione della posizione dello strumento, le lampade per l'illuminazione dei reticoli micrometrici che potevano essere montati sul piano focale. All'estremità opposta a quella dell'obiettivo, ossia quella rivolta verso l'utilizzatore, si trova il sistema di focheggiamento. Il telescopio si interfaccia con la colonna di supporto tramite una montatura equatoriale alla tedesca (di Fraunhofer) che era la più in voga all'epoca e che permette di muovere lo strumento, perfettamente bilanciato, con pochissimo sforzo e di seguire con facilità il moto apparente degli astri in cielo. Per fare questa operazione in modo automatico è presente un sistema, inizialmente a contrappesi e poi elettrico, noto come moto orario grazie al quale lo strumento compensa la rotazione della volta celeste. D-1768